Verso le Primarie: un giro con Giorgio Zanin

di Giacomo Lagona

È diventato a sorpresa – ma non troppo – il candidato alla Presidenza della Provincia in quanto vincitore delle Primarie di marzo battendo Sergio Chiarotto. Ha girato in lungo e in largo Pordenone in camper assieme alla moglie Alice facendo del territorio la sua arma migliore. Insegnante di Lettere e impegnato nel Sociale, Giorgio Zanin appoggia alle Primarie di domenica la mozione Franceschini e la candidata regionale Debora Serracchiani. Noi del circolo di Cordenons gli abbiamo fatto un paio di domande.

Ciao Giorgio, grazie per essere con noi. Tu sei l’ultimo esponente del PD a cui abbiamo rivolto delle domande in vista delle Primarie del 25 ottobre, per cui parto subito con questa piccola intervista.
Sia Franceschini che Serracchiani in Regione hanno avuto la maggioranza, ma nel nazionale Dario è parecchio indietro a Pier Luigi Bersani. Ci sarà il colpaccio o sarà il terzo a godere?

La distanza di 30.000 voti in termini assoluti è ridimensionata dalla forza delle primarie. Per ogni iscritto ci saranno almeno 4-5 elettori e quindi ogni risultato può essere ribaltato. Prevedo in aumento la percentuale di Marino, per la chiarezza con cui dice alcuni SI e alcuni NO. Bersani gode di ampio credito ma Franceschini è chiaramente in rimonta perché sta dicendo cose buone e chiare.

A Sonego e Colussi ho fatto il giochino delle torre, a te invece gioco su una domanda: Prodi aveva la bicicletta, Veltroni il pullman, Bersani ha la sua carovana, Franceschini ha il treno, tu avevi il camper… ma la moto non se la fila nessuno?

La moto va bene quando si deve viaggiare da soli. E’ divertente ed economica, ma anche un po’ pericolosa. Qualche sindaco mi pare usi lo scooter. In ogni caso la cosa importante è che i politici continuino a girare nel territorio per ascoltare e capire la realtà, chiamando alla corresponsabilità i cittadini.

Cosa ti aspetti dal prossimo segretario, a prescindere da chi sia?

Mi aspetto due cose: azioni e stili per l’unità fuori e dentro al partito. Per questo saranno d’aiuto forze nuove che non dipendono da storie e radici che continuano a far inciampare il partito con le loro congreghe anche a livello locale. In secondo luogo una politica che guarda al futuro, senza paura, per delineare un’alternativa al liberismo che sta cadendo a pezzi. Ambiente, economia, consumi, nuove generazioni, istruzione, nonviolenza… sono tutti temi che chiedono un nuovo progetto di società. Il PD ha questa possibilità e questa responsabilità.

La Binetti è un problema?

No se con Binetti si intende la possibilità di integrare la diversità nel partito al momento del dibattito; sì, se si pretende che la mancanza di regole per una posizione unitaria al momento del voto.

Torniamo in Friuli. Debora Serracchiani riuscirà a svolgere al meglio il suo lavoro di Europarlamentare e – caso mai venisse eletta – anche di segretario regionale?

Il ruolo di europaramentare può essere un punto di forza per aumentare il peso del partito della nostra regione nello scacchiere nazionale. Inoltre Serracchiani ha davvero la possibilità di esprimere una politica “glocale”, di fusione cioè tra questioni internazionali e realtà locali. Quel che occorre insomma per non ridursi al localismo egoista di impronta leghista.

Tra i tanti sostenitori della Serracchiani, un folto gruppo appartiene alla disciolta Margherita con a capo Gianfranco Moretton: non credi ci sia la concreta possibilità che metteranno i paletti ad alcune proposte di Debora come il biotestamento e sulla laicità?

La laicità è un aspetto toccato con convinzione da tutti i candidati. Le regole del dibattito devono permettere a tutti di esprimersi. Dopodichè il voto stabilirà il da farsi, offrendo agli elettori la possibilità di riconoscersi nel partito. A quel punto mettere paletti contro il partito è contrario anche al proprio interesse ed è quindi un errore politico. Chi ha esperienza non dovrebbe commetterlo.

Cosa manca per tornare a governare in Regione?

Un/a leader e un programma riconoscibile

Parliamo di te. Brutale: perché hai perso contro Ciriani?

Riassumo le ragioni emerse dalla verifica svolta nel partito. Perché il vento è contrario al centrosinistra e molti non sono venuti a votare; perché Ciriani, oltre ad essere bravo, veniva da 5 anni di amministrazione e fa il politico di mestiere; perché una parte importante del PD, dopo la sconfitta alle primarie, non mi ha sostenuto; perché a sostenere la mia inesperienza non poteva bastare la generosità.

Cosa sta facendo in questo momento il Partito Democratico in provincia?

Accanto ad alcune cose concrete, tipiche dell’opposizione, come detto in campagna elettorale stiamo lavorando uniti a centrosinistra e soprattutto stiamo organizzando uno stile d’opposizione radicato nel territorio, a servizio dei comuni. E’ un discorso largo che ha bisogno di più spazio per cui magari sarà bene risentirsi.

Domenica ci saranno le Primarie, personalmente sei sempre favorevole a chiedere all’elettorato di eleggere i propri rappresentanti per qualsiasi carica, oppure alcune andrebbero elette solamente all’interno del Partito? Ovvero: Primarie sempre o Primarie a volte?

La nuova forma partito che ci siamo dati vede la necessità degli elettori e non solo degli iscritti. Siamo un partito popolare aperto alla società e consultare gli elettori è un valore aggiunto che ci caratterizza. Moltiplicato tra l’altro dal fatto che sono elezioni aperte a fasce che non possono partecipare al voto politico come i sedicenni e gli stranieri. Perciò penso che le primarie siano un valore da salvaguardare, sia evitandone l’inflazione, sia semplificando il loro svolgimento, sia imparando a gestire il loro significato a partire dai risultati.

Giorgio ti ringrazio molto per questa interessante chiacchierata, e salutandoti accetto ben volentieri la tua proposta di risentirci per parlare della politica del Partito Democratico in provincia. A presto!

Ciao!

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Un pensiero su “Verso le Primarie: un giro con Giorgio Zanin

  1. Grazia

    …perchè abbiamo bisogno di continuare a credere nella forza delle idee, nella forza della democrazia, nella forza della corresponsabilità, attraverso la partecipazione e la collaborazione.

    Rispondi

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