Insieme per una notte

L’informazione non si può interrompere, la stampa deve essere libera.

Il circolo del Partito Democratico di Cordenons è lieto di invitarti all’evento “INSIEME PER UNA NOTTE“.

Come sicuramente saprai, domani sera dalle 21 al Paladozza di Bologna, Michele Santoro trasmette in streaming via web e sul satellite la trasmissione “Rai per una notte” per protestare contro la regola della Par Condicio voluta da Berlusconi per zittire la libera informazione in Rai.

Per questo la Fnsi – Federazione Nazionale della Stampa Italiana – ha deciso di organizzare “Rai per una notte”, uno sciopero bianco per la difesa della libertà di stampa e dell’informazione che si terrà Giovedì 25 marzo, dalle ore 20 alle 24, al Paladozza di Bologna.

Rai per una notte sarà una manifestazione-trasmissione condotta da Michele Santoro con la partecipazione di Giovanni Floris, Daniele Luttazzi, Marco Travaglio, Vauro, la squadra di Annozero e molti altri ospiti del mondo del giornalismo e dello spettacolo: Roberto Benigni, Antonio Cornacchione, Teresa De Sio, Gillo Dorfles, Elio e le Storie Tese, Emilio Fede, Milena Gabanelli, Sabina Guzzanti, Riccardo Iacona, Giulia Innocenzi, Gad Lerner, Trio Medusa, Mario Monicelli, Morgan, Nicola Piovani, Norma Rangeri, Filippo Rossi, Barbara Serra e Antonello Venditti.

E tutti noi!

Noi del Partito Democratico di Cordenons trasmetteremo in streaming in questo spazio l’intero talk-show e ti invitiamo a partecipare guardandolo insieme e commentando ciò che si dirà sul video assieme a tanti altri amici che hanno già confermato la loro presenza. Ti chiediamo anche di condividere questo evento sul tuo profilo Facebook o sul tuo sito invitando i tuoi contatti e i tuoi lettori a partecipare, perché sarà – oltre che una manifestazione a favore della libertà di stampa e contro la regola della par condicio voluta da questo governo di destra – una serata di divertimento da passare tutti insieme.

A stasera!

Ps: fai girare!!

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18 pensieri su “Insieme per una notte

    1. admin Autore articolo

      Vedi Luca, quello che paghiamo alla Rai da anni non è più un abbonamento ma una tassa. Per cui, a prescindere se c’è Santoro o meno, tu ed io – come tanti altri milioni di italiani – siamo obbligati a pagare la RAI. Ti consiglierei di informarti meglio, prima di gridare al lupo senza nessun motivo.
      Ciao 😀

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  1. Pingback: Insieme… forse | OpenWorld

  2. Luca Bagatin

    Invero il canone Rai è da sempre una tangente che il contribuente paga allo Stato per vedere la tv.
    Ben vengano, infatti, i telespettatori che frodano il Stato evitando debitamente di denunciare la loro tv. Costume sempre più in crescita, peraltro.
    Informarmi meglio ????
    Non so chi tu sia ma mi sembra proprio che stai andando totalmente fuori binario, così, tanto per provocare.
    Santoro lavora per il cosiddetto “servizio pubblico” che, come tale, non dovrebbe essere al servizio di alcuna lobby politica o pensiero politico.
    E’ noto che Santoro, come altri che ho nominato al commento di cui al post sotto, fa apertamente politica di parte e per nulla informazione.
    Men che meno informazione pubblica.
    A te non dico affatto di informarti meglio, ma, quantomeno, di riconoscere la realtà dei fatti. Evitando “tifoserie” politiche che – francamente – lasciano il tempo che trovano specie in un’epoca in cui la politica tutta è ridotta a macchietta ed a presa in giro dell’elettore-cittadino (e te lo dice uno che l’ha fatta per 15 anni).

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    1. admin Autore articolo

      Si sta parlando di libertà di informazione e non di chi è meglio di chi. Santoro, pur con tutti i suoi difetti e i suoi “servizi per le lobby”, fa ascolti altissimi che tradotto significa soldi alla Rai, per cui il servizio pubblico deve dare quello che la gente chiede: in questo momento è Santoro, prossimamente può anche essere Vespa, Floris o chiunque altro che tifi a destra o a sinistra. Questo è servizio pubblico, e Santoro fa esattamente quello per cui viene pagato, la differenza è che lo fa di parte – è palese – perché c’è gente di quella parte politica che si aspetta proprio questo, come dall’altro lato ci si aspetta che Vespa sostenga il Governo. In entrambi i casi si tratta comunque di informazione, può piacerti o meno, ma informazione rimane.

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  3. Luca Bagatin

    Ricordo peraltro – en passant – che la Rai-Tv avrebbe dovuto essere privatizzata, come da referendum vinto a maggioranza nel 1995.
    La politica, ancora una volta, ha tradito la volontà popolare.
    Questo è gridare al lupo oppure denunciare legittimamente una presa in giro ?

    PS: il Pd sarà per sempre perdente sin tanto che continuerà a portare avanti battaglie che non fregano ad alcuno come quella sul difendere il culetto di Santoro & Co., ovvero di tutti coloro i quali un posticino al caldo l’hanno garantito a vita e da sempre.

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    1. admin Autore articolo

      Privatizzare la Rai è stato sport nazionale durante gli anni ’90, soprassiedo 😉

      Il tuo commento finale è fuori luogo perché si sostiene una trasmissione censurata dall’attuale Governo, e si cerca – riuscendoci probabilmente – ad anteporre l’ideologia di partito alle cause civili come possono essere la libertà di dire ciò che si vuole, senza cadere in una falsa retorica come sta facendo Berlusconi in questo momento. Il Pd sostiene la federazione della stampa perché ritiene ingiusta la par condicio come è usata adesso; la FNSI ha chiesto a Santoro di fare un programma sul satellite e sul web, e noi lo appoggiamo. Avessero chiamato Vespa sarebbe successa la stessa identica cosa. Perdenti… sarà!

      Ciao e grazie della piacevole chiacchierata 🙂

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  4. Luca Bagatin

    Farà ascolti altissimi, ma, faccio notare, quando mai la quantità ha fatto rima con la qualità ?
    La Rai non è – sino ad oggi almeno – una televisione commericale. Ordunque non ha, o quantomeno non avrebbe, la funzione di fare ascolti.
    E’ facile, ad ogni modo, fare ascolti per mezzo della denigrazione dell’avversario: i reality vivono di questo.
    Ma fra informazione (aspetto che personalmente non amo, in quanto non significa nulla se non c’è prima la “formazione”) e mediaticità c’è un abisso.

    Privatizzare la Rai sarebbe cosa buona e giusta in un Paese occidentale che si vorrebbe aperto al mercato.
    Nella fattispecie la si sottrarrebbe finalmente alla partitocrazia ed alle lobby deformative di cui ho scritto anche sopra.
    Se il Pd ci tiene tanto a sostenere tali lobby faccia pure.
    Faccio solo notare che i singoli militanti di questo partito si stanno lasciando per l’ennesima volta strumentalizzare in una pseudo-battaglia che va a vantaggio dei soliti paraculi.

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    1. admin Autore articolo

      Uhuh, sì che ha la funzione di fare ascolti! Da quando è una Spa deve necessariamente confrontarsi con la concorrenza, e questo vuol dire ascolti. Che poi la qualità spessissimo fa a calci con la quantità è tutt’altro discorso, ma tant’è…
      La formazione di cui parli è pura utopia: hai mai visto un’azienda fare formazione per i dipendenti se non costretta? Nell’ambito giornalistico l’università dovrebbe – molto ma molto in teoria – fare formazione, ma sai benissimo che la migliore formazione è la pratica in redazione, ed avere un apprendistato con redattori di una certa levatura, morale e cognitiva, è meglio di qualsiasi master in Bocconi.

      Comunque vedo che il tuo dibattito è incentrato sull’attacco al Pd, dando un’occhiata al tuo blog – a parte il bannerino per la lista Bonino-Pannella – non è che dalle tue parti siete messi tanto meglio eh! 😀

      [Non è che mi senta così tanto paraculo… forse ho i prosciutti sugli occhi, vero? ;)]

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  5. Luca Bagatin

    La formazione la fanno – se vogliono – gli individui stessi.
    Se uno avesse voglia di approfondire a 360 gradi le università sarebbero persino superflue (come spesso sono).
    Anche la scuola avrebbe questo compito e invece che cosa accade ?
    A scuola si fa spesso politica. E si promuovono con sempre maggior disinvoltura i somari.
    Ecco che cosa ci ha regalato il Sessantottismo all’amatriciana.

    Personalmente non attacco nessuno. Figurati se ho voglia di perdere tempo ad attaccare qualcuno.
    Cerco solo di dire le cose come stanno, argomentando.
    Il Pd non è che il prodotto della cultura dossettiana e togliattiana, ovvero conservatrice, moralista, neodestrorsa.
    Prova un po’ ad approfondire come erano gestiti gli asili di Dossetti in Emilia.
    E del Togliatti che votò con i clericali per l’inserimento dei fascisti Patti Lateranensi in Costituzione ? E l’aministia ai gerarchi del regime ?
    E la “questione morale” sollevata da Berlinguer che faceva finta di non vedere i finanziamenti dall’Urss e dalle Coop ?
    Dalle mie parti ?
    Ma da quali parti ?
    Io parlo per me e quando lo merita sono da sempre pronto a dissociarmi anche con il PRI al quale sono iscritto. E, soprattutto, il mio blog cerca di occuparsi di politica nel senso più ampio del termine. Cercando di cogliere il rapporto fra media e politica, fra cultura e politica. Persino fra sessualità e politica.
    Bannerino della lista Bonino-Pannella ?
    So solo riconoscere che, nel Lazio, l’unica candidata credibile e liberale è Emma Bonino. L’avesse sostenuta anche Forza Nuova.

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  6. gianni ghiani

    Il Pd non è lo sponsor di Santoro, nè di altri giornalisti rai (peraltro Santoro nelle sue puntate di Annozero ha spesso e volentieri menato fendenti al Pd…).
    Santoro non è l’informazione, ma una voce che, in un panorama giustamente pluralistico, e quindi democratico, ha diritto di esistere. Così Floris, Vespa, Paragone, ecc. è bene che facciano informazione dal loro punto di vista.

    Sulla qualità dell’informazione si può discutere all’infinito. Il rapporto tra qualità oggettiva e percepita, che vuol dire, poi, definire il rapporto tra chi offre i contenuti e chi li riceve, non significa solo ragionare sulla formazione degli operatori dell’informazione, ma anche sulle logiche di mercato, del rapporto tra l’informazione come prodotto/merce e come bene vitale per la crescita della libertà e dell’autonomia di pensiero della pubblica opinione. Cioè dei limiti del mercato in una democrazia.

    Oggi sappiamo bene che ogni equilibrio, ogni limite di decenza è saltato. Il capo del governo è un monopolista che fa dell’informazione, soprattutto televisiva, una leva “pro domo sua” del consenso. Che imponga a Mediset di fare ciò che più gli aggrada, perchè una legge sul conflitto di interessi non è ancora stata fatta, è al momento -purtroppo- concepibile. Ma che ordisca alle spalle di Santoro, Floris e di altri giornalisti che hanno un modo di fare informazione a lui indigesto, agendo minacciosamente sui dirigenti della Rai e sugli Organi di garanzia, non è in alcun modo tollerabile!

    Perciò dico che l’apporto dato dai tanti che hanno amplificato la diffusione della trasmissione di Santoro (come abbiamo cercato di fare anche noi come Circolo Pd di Cordenons) è meritorio perchè la libertà di informazione è un bene prioritario da salvaguardare come l’aria che si respira. Non sarà pura in assoluto, ma l’inquinamento lo si controlla solo con l’aumentare del pluralismo informativo, non con il suo restringimento forzoso.

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  7. Luca Bagatin

    Penso che se l’Italia fosse un Paese civile e non la pantomima dello stesso, giornalisti come Santoro, Vespa & Co. sarebbero trasmessi in quelle televisioni messianiche che non guarda nessuno e che esistono negli USA dove ti annunciano la venuta di Cristo e/o la fine del mondo.
    In Italia fai ascolto se la spari più grossa.
    Le la urli, letteralmente più grossa.
    E’ questo il mercato ? Bene, sono d’accordo.
    E allora ben vengano i reality o gli Annozzero, che sono lo specchio dello zero del Paese d’oggi.
    La Rai è la vera monopolista.
    Tutto il resto viene dopo.
    Si approfondisca la Storia della televisione italiana dalla fine degli anni ’70 ad oggi: fal grigiore lottizzante della Rai-tv alla libertà di antenna.
    E non si dica che difendo Berlusconi, perché a me, francamente, di Berlusconi importa un piffero.
    E la legge sul conflitto d’interessi non l’ha voluta fare in primis il carro cattocomunista, quando aveva i numeri per farla.
    Ed allora si continui pure a parare il culo a Berlusconi ieri come lo si fa con Santoro oggi.
    La politica, tanto, oggi, è la pantomima di un Paese che non approfondisce la sua stessa Storia patria.

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    1. admin Autore articolo

      Luca sei liberissimo di cambiar canale se non ti va Santoro o il tipo di informazione che fanno i giornalisti come lui. Non capisco – ma sul serio! – questo tipo di attacco a parte di giornalismo (hai voglia di chiamarlo come vuoi, ma tale rimane) che ha tutto il diritto di girare in Italia. Se sei davvero liberale come dici di essere, non dovresti nemmeno porti il problema che Santoro sia in Tv o meno: questa, checché ne vogliano dire i denigratori, è pur sempre informazione che piace a una parte sostanziale della gente. Smettiamola una buona volta di attaccare i media che non ci piacciono con la spocchia del neoliberismo inutile e inconcludente, e poi – per darti delle arie – dici che questo è il mercato e dunque va tutto bene. La critica è considerevole quando è costruttiva, non quando è inutile.
      Ciao

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  8. gianni ghiani

    Credo che bisogna distinguere l’informazione dei telegiornali dai talkshow di approfondimento. I primi devono presentare i fatti del giorno e le diverse intepretazioni a completamento informativo. I secondi possono avere connotazioni anche di parte ma aperti alla dialettica delle posizioni.

    Per cui che Santoro faccia un tipo di giornalismo (senza virgolette) a tesi è palese a tutti, non lo nasconde e lo trovo in linea con la logica del talkshow politico. Nelle sue arene chiama sempre tutte le voci (anche quelle più contrarie a lui) a confutare, se ci riescono, quello che vuole dimostrare. E francamente non mi pare che questo sia disprezzabile. Anzi!

    Disprezzabile è fare dei Tg a senso unico come Minzolini con editoriali leccaculo e paraculo non condivisi con la sua redazione. Che poi arrivi alle epurazioni interne di gente seria e tutt’altro che estremista come la Busi è deplorevole.

    Rispondi
    1. admin Autore articolo

      Le epurazioni di Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, con la scusa dei “volti nuovi”, hanno dato il via ad un TG4 con la grafica del TG1 pagati con i soldi dei contribuenti.
      Maurizio Lupi del Pdl ha rilasciato una nota semplicemente ridicola: “Dopo aver tentato di zittirlo in tutti i modi, ora la sinistra vuole impedire a Minzolini di fare cio’ che e’ nelle sue prerogative: innovare il telegiornale lanciando volti nuovi alla sua conduzione. E’ incredibile. Anche Riotta fece le sue scelte e nessuno grido’ allo scandalo. Smettiamola con questo indegno tiro al bersaglio. Minzolini, come ogni direttore, decide in base ad un progetto editoriale. Ma a sinistra, evidentemente, non sono abituati a questi criteri. Preferiscono i giornalisti che fanno politica, dentro la Rai e nelle aule del Parlamento“.
      Vorrei dire al capogruppo del Pdl alla Camera, che mai in nessun modo erano stati tolti dei giornalisti Rai – soprattutto se conduttori, quindi qualificati di una certa visibilità – in questa maniera; è vero che anche Riotta ha fatto le sue scelte esattamente come i direttori che gli sono succeduti e preceduti, ma lo ha fatto tenendo conto della professionalità dei giornalisti: è la prima volta che al Tg1 si tolgono incarichi di rilievo senza che sia concordato con gli interessati. Questo per garantire che il servizio pubblico sia all’altezza delle aspettative e la professionalità dei conduttori sia sempre a livelli eccelsi.
      Non credo Minzolini possa dire lo stesso per il SUO Tg.

      Rispondi
  9. Luca Bagatin

    Santoro chiama sempre le stesse persone e non è affatto vero che chiama TUTTE le voci.
    Posso farvi nomi e cognomi di chi non chiama, noti comunque a tutti.

    Minzolini non mi interessa, la Busi, a meno che non si tratti di Aldo – epurato doc – men che meno.
    Qui, se non erro si stava parlando di Santoro e di quantosenso ha fare una manifestazione a suo sostegno.

    PS: avevo lasciato un commento al post sul nucleare….non lo vedo ancora….

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