Le province non diminuiscono, aumentano!

Settimana scorsa c’è stato tutto un chiacchiericcio sulla (remota) possibilità che dieci province venissero abolite con l’approvazione della manovra economica appena varata dal governo. Secondo le prime indiscrezioni le dieci province abolite sarebbero state Biella, Vercelli, Massa Carrara, Ascoli Piceno, Fermo, Rieti, Isernia, Matera, Crotone e Vibo Valentia. Stasera su Report, il programma di Milena Gabanelli in onda su Raitre alle 21.30, si cercherà di spiegare – o di tenterà di farlo, tanta è ingarbugliata la vicenda – come invece di diminuire le province italiane aumenteranno:

Nel 2007 i commissari delegati si stavano occupando della costituzione delle nuove Province di Fermo, Barletta-Andria-Trani. Stavano organizzando il trasferimento del personale della provincia madre, e degli uffici statali: la Prefettura, la Questura a i vari Ministeri. Per ogni nuova provincia la spesa prevista era di 50 milioni di euro. Nella piccola provincia di Barletta Andria Trani, con tre capoluoghi, c’erano problemi sull’ubicazione della Prefettura, tutto era bloccato. A tre anni di distanza come è andata a finire? Sia Fermo che nella BAT ci sono state le elezioni e sono stati eletti i consigli e le giunte. Il patrimonio della provincia di Ascoli e di Bari è stato diviso in proporzione con le nuove province, ma non tutto è filato liscio, così come per il personale costretto a trasferirsi nelle nuove province.

La manovra economica sta diventando il vaso di Pandora dove metterci tutte le schifezze che i parlamentari del Pdl vogliono sanare, come il “condono edilizio per necessità” scoperto ieri.

(di Giacomo Lagona)

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7 pensieri su “Le province non diminuiscono, aumentano!

  1. gianni ghiani

    Ma non ti sei accorto che alla brace ci siamo già!

    Pur con lentezze ed incertezze che non nascondo, quello che il Pd sta facendo, aldilà del chiacchiericcio giornalistico, è disegnare un progetto di governo per un’alternativa seria. La densità e l’intreccio dei nodi che stanno stringendo il nostro Paese all’angolo richiede una visione diversa. Scelte forti, strutturali e bilanciate. Senza progettualità ci si barcamena improvvisando ogni giorno qualcosa che non faccia perdere consensi, che illuda la gente. Esattamente quello che continuamente fa il governo Berlusconi.
    Tremonti è il Fregoli della politica economica italiana. Fa il guru ma è soltanto un affabulatore. Prima se ne andrà a casa meglio è per tutti.

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  2. Luca Bagatin

    Caro Ghiani, mi sono accorto (ovviamente non oggi, ma da almeno dodici anni buoni) che i cattocomunisti hanno raggiungo un livello di intolleranza tale che andrebbero interdetti dalle elezioni democratiche.
    Tanto per dirne una:

    http://rdyork.blogspot.com/2010/06/massimo-teodori-si-chiede-perche-il-pd.html

    In secondo luogo il Pd o non fa nulla o, quel che fa, lo fa in maniera statalista (come peraltro ho dimostrato in diversi commenti ai post precedenti).
    L’unica alternativa, caro Ghiani, è un’alleanza fra centristi laici, cattolici e finiani: Repubblicani, Liberali, Generazione Italia, Udc e Api in un’ottica di rilancio del buon senso, dei tagli drastici alla pubblica amministrazione e dell’abolizione degli enti inutili.
    Prima il Pd sarà sostituito all’opposizione da questa alternativa, meglio sarà per tutti.

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  3. gianni ghiani

    Mi pare l’armata brancaleone del fantasmatico centrisimo all’italiana. Un’alternativa che è meglio perderla che trovarla!

    E comunque mi ritengo un cattolico democratico che è molto lontano dall’intolleranza che mi va affibiando.

    Il riferimento alla Massoneria poi…. dico solo che dopo quel che è successo con la P2 negli anni ’80-’90 e quel che sotterraneamente continua a succedere, beh, un po’ di diffidenza verso quel tipo di congrega me la fa venire.

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  4. Luca Bagatin

    Caro Ghiani, lei proviene dal partito che più di tutti ha fatto delle Armate Brancaleone il suo punto di forza: dai Progressisti (leggi: Regressisti) di occhettiana memoria, passando per gli Uliveti mortadellici e le Unioni ri-mortadelliche in salsa comunistarda sino al Partito Democrist-Giustizialista.
    Da che pulpito, verrebbe da dire !
    La prospettiva che proponiamo è, diversamente, un’asse di dialogo fra laici risorgimentali e cattolici liberali che recuperi il meglio dei governo De Gasperi-Einaudi-Carlo Sforza-Pacciardi-Saragat-La Malfa.
    Non certo armate brancaleone.

    Lei, con la sua ultima affermazione dimostra intolleranza, eccome.
    Se tutti i “cattolici democratici” sono così, stiamo freschi !
    Sulla Massoneria, magari, si informi anziché sentenziare e fare affermazioni più fasciste e clericali che democratiche (e finanche poco cristiane viste le grandi aperture ad esempio di Padre Rosario Esposito, da decenni collaboratore delle ottime riviste della Gran Loggia d’Italia degli ALAM).
    E magari si legga “Gelli e la P2 fra cronaca e Storia” edito dalla Bastogi e scritto dal Prof. Aldo A. Mola.
    Poi, magari, ne riparleremo.

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