La votazione alla mozione di sfiducia per il sottosegretario Caliendo si è appena conclusa. Dalle motivazione di voto date dai capogruppo di Pdl, Pd, Idv, Lega, Futuro e libertà e Udc, il sottosegretario Caliendo, come si supponeva alla vigilia, è stato confermato vice ministro alla giustizia.
I deputati presenti erano 603, i votanti al netto degli astenuti sono stati 528: 299 i contrari e 229 i favorevoli. Fa piacere sapere che il governo ha perso 15 voti per strada: dovevano essere 315 voti blindatissimi e invece se ne sono trovati 299 alla spanna. Il governo dei furfanti si è ancora una volta dimostrato più forte. Buona continuazione a tutti con il last minute qui sotto.
18.27 – Ecco la votazione: la Camera respinge la mozione di sfiducia a Giacomo Caliendo: con 229 favorevoli e 75 astenuti. Ma ciò che fa rumore è il numero dei no: 299 i voti accordati per mantenere Caliendo in sella, e così la maggioranza si è persa 15 voti per strada. Dovevano infatti essere 316 i voti blindati: e già oggi pomeriggio Mario Landolfi, intervistato a Radio Radicale, aveva affermato che se i voti di sostegno fossero stati meno del previsto, Berlusconi sarebbe salito al colle (Napolitano è per due settimane a Stromboli…). Che succederà ora?
18.25– Chiara Moroni, del PdL, annuncia la sua non partecipazione al voto. “Io, figlia di deputato morto suicida sotto tangentopoli, ho una storia garantista: ma non posso sopportare l’impunità e la protervia, che nulla hanno a che fare col garantismo. E’ una questione di opportunità politica: Caliendo si difenda con le garanzie a disposizione, e non qui dentro. Per tutte queste ragioni, non parteciperò al voto”.
18.22– Rita Bernardini parla a nome dei Radicali, in una dichiarazione di voto personale: “Il Presidente del Consiglio dovrebbe prendere sul serio la mozione di sfiducia che ‘invita’ il Governo a spingere Caliendo alle dimissioni. I processi si fanno fuori da qui, ma il sottosegretario sa bene quale è la critica severa che gli è stata rivolta per la sua azione politica. Il problema giustizia è il problema centrale del nostro paese.” Ma il tempo è scaduto, e Fini la interrompe.
18.19– Chiude Cicchitto: “Interrompiamo questa spirale giustizialista, riapriamo il dibattito per le riforme, anche con la società civile; e contrastiamo manovre di palazzo proposte dall’opposizione, perchè voi, onorevole Bersani, delle elezioni avete una paura matta. Ed è per tutto questo che alla mozione di sfiducia noi confermiamo un voto decisamente negativo”. Concluse le dichiarazioni di voto, l’aula si spreca negli urli: “Sil-vio, Sil-vio”.
18.17– Intanto si apprende qualcosa in più sui disordini occorsi in aula. Secondo l’ADNKronos,“durante l’intervento del capogruppo leghista Marco Reguzzoni, piu’ volte interrotto per l’agitazione tra gli scranni, ci sarebbe stato un confronto tra Marco Martinelli che, a quanto viene riferito, avrebbe tirato la scheda con cui si vota addosso al finiano Aldo Di Biagio. Di li’ la questione si sarebbe spostata fuori dall’aula di Montecitorio, nell’area fumatori, dove si sarebbe sfiorato l’incidente tra Martinelli, Di Biagio e Enzo Raisi che li avrebbe raggiunti. A dividerli, viene riferito, sarebbe intervenuto Antonello Iannarilli. Martinelli poi e’ uscito dall’aula gridando, davanti ai cronisti, ‘Merde, merde, sono delle merde”.
18.14– “State creando una società del controllo basata sul grande fratello dell’informazione, governato dal moloch delle intercettazioni, in cui il mostro viene sbattuto in prima pagina, distrutto negli affetti familiari e non. E dopo vent’anni, la sentenza giudiziaria sarà sostituita da quella della stampa: ma chi restituisce la vita alle vittime di questo sistema folle? E allora con forza noi diciamo no a tutto questo, anche perchè il Sen. Caliendo è notoriamente una persona per bene, che non ha commesso nulla di male, e perchè rifiutiamo questo mostro sociale. Lo facciamo anche per l’opposizione, per interrompere questa deriva giustizialista e poliziesca.”
18.10– Cicchitto: “Qui si rinnova il sacrificio umano al giustizialismo, nuovo Dio che ha sostituito il Comunismo, fomentato dal giornale-partito Repubblica, gestito dal grande Ing. DeBenedetti che, purtroppo per lui, non ha carisma politico, e dunque, non ha voti. Tutto questo è conseguenza della crisi non risolta della sinistra: il giustizialismo è di destra, non di sinistra. Qui avviene l’opposto: legge ed ordine sono tipiche dell’Italia dei Valori e di gran parte del Partito Democratico. Sono di pochi mesi fa i casi di malaffare delle giunte di sinistra di varie regioni italiane, e tutti gli altri casi di malaffare. Di cosa è colpevole Caliendo? Di aver fondato un centro studi? Di aver incontrato Carboni, già in affari con Carlo Caracciolo, l’editore di Repubblica che oggi pubblica addirittura falsi verbali? E’ solo un normale tessuto sociale fatto di relazioni e colloqui.”
18.09– Parla Fabrizio Cicchitto mentre entra Silvio Berlusconi, applausi in aula.
18.08– Conclude Franceschini: “Quando il Presidente del Consiglio si dimetterà, la parola passerà al Presidente della Repubblica. E noi faremo ogni battaglia per cambiare la legge elettorale, questa porcata che ci avete consegnato: una battaglia giusta che noi faremo fino in fondo.
18.06– “Continuate ad impegnarvi in cose come il processo breve, le intercettazioni, tutte cose che riguardano voi e non i cittadini. Quei cittadini che vi chiedono dove sono finite le grandi riforme. E allora, perchè non tornate all’Aquila, con le telecamere? Perchè avete paura della gente, Presidente Berlusconi, perchè non state facendo più niente per loro, per i cittadini.”
18.02– “Questo governo sta demolendo l’etica pubblica. Il Parlamento non può condannare nessuno, ma ciò che emerge è un sistema malato, basato sul senso di impunità e di onnipotenza: non esistono più reati, ne processi per chi ha vinto le elezioni. Se i magistrati insistono, si cambiano leggi e reati.” E poi un attacco molto duro alla Lega: “La legalità è quello che chiede la legge del Nord, Ministro Bossi: la Lega che difende Roma ladrona. I leader conservatori europei non farebbero mai quello che fareste voi allo Stato di diritto: nessuno mette in discussione i magistrati e le regole.” E una critica a Silvio Berlusconi, che è assente: “Col consueto garbo istituzionale, segue questo dibattito in Tv, salvo le battute rassicuranti del suo capogruppo. E perchè chi ha in mente un centrodestra normale, europeo, a un certo punto deve smetterla di lavorare con lei?”, alludendo alla cacciata del gruppo di Fini.
17.59– E’ il turno di Dario Franceschini, capogruppo del Partito Democratico. “Quella su Caliendo non è una battaglia tattica, ma una battaglia sui valori. Non c’è giustizialismo, non si tratta di quello: ed è grave che oggi il Ministro della Giustizia abbia espresso un giudizio sulle indagini. Ma la politica non può attendere l’accertamento delle responsabilità penali: è possibile che un sottosegretario che abbia fatto pressioni sulla Corte Costituzionale non si dimetta? Nei paesi normali, anche con governi conservatori, succede qualcosa di ben diverso: Spagna, Inghilterra, Israele, Usa, Francia, Svezia…”
17.56– “Questo è l’unico governo che ha sempre vinto tutte le elezioni, mentre Bersani e l’opposizione hanno paura degli elettori. Ma la Lega non permetterà questi giochi: no al governo tecnico, no a governi istituzionali. L’unico governo legittimo è quello votato dai cittadini. La Lega non consentirà di ribaltarlo: la Lega non ha paura del voto, siamo gente che nasce dal prato di Pontida”.
17.53– Coinvolto nei disordini sembra essere il deputato Marco Martinelli, del PdL, ma di più non si è in condizione di sapere. Ancora Reguzzoni: “Arriva il Federalismo Fiscale, che sta venendo approvato con i decreti attuativi. E’ una battaglia storica del nostro movimento, ma è una battaglia di giustizia per l’Italia. Una riforma storica, e dovremmo chiederci chi lo vuole fermare, e perchè. Chiunque sia, ragiona con logiche di palazzo, lontane dai cittadini e contro il volere di essi.” Ancora disordini in aula, fra i banchi della maggioranza.
17.50– Baruffe sul lato destro dell’emiciclo, ma la diretta non le inquadra, ed è difficoltoso descrivere cosa sia successo. Continua Reguzzoni: “La manovra finanziaria ha debellato la piaga dell’assistenzialismo; abbiamo affrontato il problema delle false pensioni di invalidità. E tutto questo è il frutto dell’azione di questo governo. E allora, a chi giova mettere in discussione il governo dei fatti? Quali sono i poteri oscuri che vogliono fermare il cambiamento?”
17.48– Il dibattito è sospeso, non si capisce cosa stia succedendo. Il Presidente Gianfranco Fini fa segno a Reguzzoni di continuare.
17.46– E’ il turno di Marco Reguzzoni, capogruppo per la Lega Nord. “E’ evidente che questa mozione è un’imboscata al governo, quel governo che sta portando avanti le riforme e l’azione concreta, come nel caso della lotta alla mafia, con gli arresti e i sequestri. Tutto questo grazie al ministero dell’Interno, ma anche a quello della Giustizia, di cui il Sottosegretario fa parte.” E a della Vedova: “La legalità si difende combattendo l’immigrazione clandestina: gli sbarchi sono annullati”. Confusione in aula, qualcuno esce.
17.43 – “Non nascondiamoci dietro a un dito”, continua. “Le elezioni anticipate sono un’eventualità concreta. E, in quel caso, ben più grandi sarebbero le sorprese, rispetto alla creazione di quest’area di responsabilità. Qui c’è una questione politica da sollevare, che non si limita al caso Caliendo. La situazione di oggi è figlia di chi l’ha prodotta, di chi si ostina a non vederla. Serve più umiltà, perchè la crisi delle famiglie, e la crisi del paese non si affronta non avendo presente la situazione. Il nuovo gruppo parlamentare, fra noi e l’IdV che si è creato oggi può cambiare il corso della legislatura, un’elemento di novità che il paese chiede”
17.39 – Casini polemizza con Di Pietro: “De Magistris inascoltabile sull’elezione di Vietti: si è realizzata, in quella sede, una convergenza virtuosa fra togati e laici. Io applaudo all’elezione di Vietti: quello è il metodo giusto, noi lavoriamo per quello.” E sul terzo polo: “Non c’è nostalgia della Dc, non c’è grande centro, non ci sono manovre di palazzo. Ed è singolare che tali critiche vengano da chi fino a ieri cercava di farci aiutare la maggioranza. No, questa è un’area di responsabilità nazionale, nata dalla crisi del bipolarismo italiano.”
17.36– Parla Pierferdinando Casini per l’UdC. ” Condivido della Vedova”, che aveva parlato di un momento importante, quello in cui le forze moderate superano gli steccati su una importante questione istituzionale. “L’UdC non è una forza giustizialista, ma le cose non si possono minimizzare. Non si tratta solo di reati: sono necessari decoro e decenza. Chi rappresenta il governo della Repubblica si astenga dal frequentare gente discutibile, al di la delle rilevanze penali. Il giustizialismo somiglia al moralismo: Caliendo per l’UdC sbaglia, ma allo stato degli atti non ci sono gli elementi per sfiduciarlo. Non si decapita un uomo per racimolare qualche voto estremista.”
17.30– Ancora della Vedova. “La questione morale non si può sottovalutare, ne se ne possono sottovalutare le cause. Dobbiamo dire forte e chiaro che la questione dell’etica pubblica e politica ci riguarda, perchè su di essa verremo giudicati. Le condotte emerse vanno accertate sul profilo penale, ma sarebbe da incoscienti sottovalutarne la portata politica. Non bisogna gridare al complotto mediatico, ma i media non scrivano la sentenza prima dei giudici. No al giustizialismo selvaggio, ma no anche al garantismo peloso: non tutto è ugualmente difendibile. E per stare alle vicende, il caso Caliendo è diverso dal caso Brancher, Cosentino, Scajola. Claudio Scajola si dimise da ministro senza neanche avviso di garanzia: ha fatto bene e gli va riconosciuto. Oggi si chiedono le dimissioni di Caliendo. Futuro e Libertà non voterà con l’opposizione, ma da quanto emerge si può contestare al Sen. Caliendo una grave imprudenza e frequentazioni inopportune, non di essere venuto meno ai suoi doveri: perciò non ne si possono chiedere le dimissioni. Ma non può essere giudicato irrilevante che il sottosegretario alla giustizia sia indagato per aver influito nell’organizzazione degli uffici giudiziari. Una auto-sospensione di Caliendo sarebbe la scelta più opportuna.”
17.27– Parla Benedetto Della Vedova, finalmente, per il primo discorso ufficiale di Futuro e Libertà per l’Italia: “Futuro e libertà è composto da parlamentari che avrebbero voluto rimanere nel PdL, per costruire un partito liberale ed europeo. Ci è stato detto che tutto ciò era inammissibile e incompatibile con il partito e la sua leadership. Non abbiamo capito perchè, ma ci siamo adeguati. Siamo nella maggioranza e la sosterremo, ma fuori dal perimetro della maggioranza, andremo a un confronto concreto e sincero.” E su Caliendo: “Noi siamo garantisti, sugli immigrati, sui tanti disperati in carcere, lo siamo per i tanti condannati dall’inefficienza del sistema giudiziario, lo siamo per i politici che colpiti da un’inchiesta, sono sempre innocenti fino a prova contraria. Ma la responsabilità politica è un’altra cosa: nessun politico può essere difeso a prescindere. La presunzione di innocenza non assicura l’impunità politica”.
17.24– Conclude Di Pietro. “Chi è Caliendo? E’ quello che ha messo la faccia su tutti i provvedimenti approvati dal Governo, come ad esempio la legge sulle intercettazioni, che, se approvata, non permetterebbe di conoscere le sue malefatte: qua c’è un conflitto di interessi che va oltre la responsabilità penali. Qui non chiediamo solo le dimissioni di Caliendo, ma vogliamo che anche il Presidente del Consiglio faccia le valigie. Novello nerone, sta abusando della pazienza degli italiani, con le sue vallette prezzolate, dittatore e satrapo. Per tutto questo chiediamo al Parlamento un gesto di responsabilità e di credibilità”. Scontato il si alla mozione di sfiducia da parte del gruppo parlamentare dell’Italia dei Valori. “Un modo immorale di fare politica, che l’Italia dei Valori denuncerà sempre.”
17.21– Ancora Di Pietro. “Prima della P3, c’era la P2. Caliendo non è nuovo a questo genere di affari. Il suo metodo d’azione, e quello del governo è quello descritto nel piano di rinascita democratica di Licio Gelli: interventi diretti per garantire la nomina negli organi dirigenti dei tribunali di personalità disposte ad aiutare gli aderenti alla loggia. Gli obiettivi della P3 sono sovrapponibili a quelli della P2 e anche a quelli di questo governo. A prescindere dalle inchieste, ci sono due persone a fare da anello di congiunzione fra allora e oggi: Flavio Carboni e Giacomo Caliendo, che appare nella relazione d’inchiesta parlamentare sulla P2″.
17.17– Parla Antonio Di Pietro, per l’Italia dei Valori. “E’ inopportuno che Caliendo faccia il sottosegretario, e che Berlusconi sia al governo”. E accusa Alfano: “Non si tratta di inchieste a carico di Caliendo: ci sono cinque ragioni politiche a prescindere da esse. Primo, le pressioni sulla Corte Costituzionali, per non far dichiarare incostituzionale il Lodo Alfano. Dunque anche il Ministro della Giustizia dovrebbe andare a casa. Secondo: le pressioni per le nomine della Corte d’Appello di Milano. Terzo, le pressioni in occasione del caso Formigoni: un’interferenza fra giustizia e una coalizioni politica. Quarto, le pressioni per l’invio di ispettori del ministero a Milano. Quinto, le pressioni per permettere a Vincenzo Carbone, primo Presidente della Corte di Cassazione, di rimanere in carica”
17:12– Ancora nel gruppo Misto, parla Pino Pisicchio di Alleanza per l’Italia. Fino a sentenza di condanna, dice Pisicchio, Caliendo è innocente. Ma qui c’è una questione di reputazione, che deve mantenersi intatta, al di la delle responsabilità penali. E c’è un problema anche di rappresentanza democratica, perchè il bipolarismo forzato ha consegnato le chiavi della politica ai capi carismatici. “Sarebbe stato più elegante la scelta di dimettersi”, dice, riguardo Caliendo; “ma la mozione di sfiducia, con effetti scontati, appare più una scelta che rassicura alcuni ceti politici estremisti che una vera strategia politica”. Dunque, l’Api di Francesco Rutelli, come previsto, si asterrà: “un gesto politico, non una semplice strategia della testuggine”.
17.00: In corso le dichiarazioni di voto delle componenti del Gruppo Misto. I Repubblicani, per bocca di La Malfa, non parteciperanno al voto; l’MpA, che ha partecipato al vertice con Fini e Casini, si asterrà; Io Sud voterà contro, urlando al complotto di un’opposizione senza argomenti.
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