Ieri sera a Ballarò Silvio Berlusconi ha chiamato in diretta Floris e, parlando dei rifiuti di Napoli, si è tanto arrabbiato perché il conduttore cercava di sveltire il suo monologo per fargli delle domande, che, come ormai capita ogni volta che telefona alla trasmissione, si arrabbia, sproloquia e poi riattacca stizzito:
«Il problema dei dieci giorni era per l’impianto della raccolta delle immondizie chiamato Cavazzari in comune di Terzigno, che essendo stato male usato dal comune di Napoli emetteva dei miasmi insopportabili. In dieci giorni, tramite la Protezione Civile, siamo intervenuti e abbiamo rimediato alla situazione […] e con l’accordo di tutti i sindaci dei 18 comuni abbiamo risolto il problema […] Per i tre giorni avevo detto che i rifiuti nel centro di Napoli, dovuti a una inefficienza del comune di Napoli, sarebbero stati rimossi. Siamo intervenuti con l’esercito: i rifiuti sono stati rimossi. Le due promesse sono state completamente mantenute».
In realtà le parole del premier, in quel famoso dieci-giorni-tre-giorni, sono state: «Nei prossimi tre giorni… noi avremo la possibilità di ritornare all’assenza di rifiuti nella nostra bella città». La promessa, come tutte le altre che ha fatto finora Berlusconi, non è stata mantenuta. Ed è naturale per un governo che pensa ai proclami più che ai fatti.
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