IL LEGHISTA ONGARO FESTEGGIA LE SUE CONTRADDIZIONI IN PIAZZA

Durante i festeggiamenti per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia celebrati domenica in piazza a Cordenons, davanti a un pubblico poco numeroso a causa di una promozione scadente e improvvisata, si sono susseguiti gli interventi delle autorità.

A molti non è passato inosservato quello conclusivo del sindaco il quale, dopo aver ripercorso in maniera critica le prime tappe dell’unificazione del Paese, mettendo in luce gli atti di sopraffazione compiuti dai piemontesi verso i meridionali, poi in modo assolutamente acritico e inaccettabile ha minimizzato gli esiti del ventennio fascista dimenticando che la Costituzione repubblicana, esplicitamente antifascista, ha rifondato l’unità d’Italia sulle ceneri di una disastrosa dittatura costata lacrime e sangue al popolo italiano. Sarebbe interessante capire se Ongaro ha voluto fare del revisionismo storico, o più banalmente era solo preoccupato di non urtare la sensibilità del presidente della provincia Ciriani, fido alleato presente sul palco, notoriamente orgoglioso della sua cultura missina.

In entrambi i casi, il nostro giudizio non può che essere negativo. Infine, ci piacerebbe sapere come si è sentito il leghista Ongaro nei panni di un sindaco a cui è toccato festeggiare l’unità d’Italia e il tricolore davanti ai propri cittadini mentre, contemporaneamente, a Venezia il suo leader Bossi festeggiava la Padania incitando per l’ennesima volta il popolo del Nord alla secessione.
Non è forse questa una cinica politica della presa in giro?

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