Una scossa per il Pd provinciale

Pubblichiamo la lettera aperta di Gianni Ghiani, Presidente dell’Assemblea provinciale del Pd Pordenonese nonché segretario del Pd Cordenons, pubblicata oggi sui quotidiani locali.

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All’indomani dell’assemblea provinciale del Pd vedo con maggiore evidenza il bicchiere mezzo pieno dei contenuti emersi piuttosto che quello mezzo vuoto della bassa partecipazione. Finalmente si è tornati a discutere estesamente di contenuti con l’intenzione di mettere a fuoco in modo organico e sistemico alcuni dei grandi nodi che dobbiamo riuscire a sciogliere per dare una prospettiva all’Italia, alla nostra regione e al nostro territorio provinciale.

E’ emerso chiaramente come la questione del lavoro che manca, soprattutto per i giovani e le donne, è un vulnus per lo sviluppo strutturale della nostra società. Le imprese e le filiere di distretto possono tornare a dare lavoro se potranno contare su un sistema del credito centrato sullo sviluppo dell’economia reale e non sulla finanza; questa, lasciata crescere senza limiti, finisce per distruggere le imprese e l’occupazione. Dobbiamo altresì uscire dal circolo vizioso per cui la maggiore competitività del Paese si può conseguire solo con una maggiore precarietà dei lavoratori. Non è più accettabile che i giovani facciano una trafila indefinita e senza prospettiva fatta di stage, apprendistato, contratti a progetto e /o a tempo determinato; questo mette a rischio la stessa sostenibilità del sistema pensionistico e del welfare in generale, comunque da riformare.

E’ emerso con altrettanta evidenza che la questione ambientale è strettamente legata allo sviluppo economico. Bisogna puntare decisamente sull’economia verde perché da lì può venire l’input per innovare un po’ tutti i settori produttivi, dall’edilizia (con più risparmio energetico) all’agricoltura, al manifatturiero, ai servizi per l’ambiente creando così nuovi posti di lavoro. E poi con l’ambiente in primo piano anche la salute ci guadagna. La crescita della qualità della vita dei cittadini dovrà diventare il vero indicatore dello sviluppo economico e sociale.

Tutto questo ha bisogno di un sistema politico-istituzionale e burocratico più efficiente, efficace e sostenibile. Servono meno leggi, più semplici, con minori livelli decisionali e comunque ben coordinati tra loro in modo tale che le imprese possano operare con maggiore agilità, le singole persone e le famiglie siano tutelate meglio nei loro diritti.

Bene, abbiamo imboccato la strada giusta. Ma avendo detto che questa crisi non lascia più niente come prima, dobbiamo spingere l’analisi ancora più a fondo evitando di riproporre le soluzioni adottate durante il governo Prodi e Illy. Accontentarci di qualche aggiornamento sarebbe un grave errore. A cambiamenti epocali devono corrispondere scelte epocali. Come Pd abbiamo l’onere di osare di più per rispondere in modo adeguato alle richieste ineludibili delle nuove generazioni.
Non c’è altro tempo da perdere. Quello che si è perso, va recuperato rapidamente (in tal senso l’autocritica è stata salutare) perché la società è stanca di aspettare e i movimenti che si sono auto-organizzati in questi ultimi anni testimoniano che la misura è ormai colma e la fiducia nei partiti è ai minimi storici.

E’ positivo che Zanin, Moretton e Maran, ciascuno per il livello istituzionale che rappresenta, abbiano affermato con decisione che il partito deve avere il coraggio di fare scelte nette e condivise, forti e innovatrici: dalla prospettiva “rifiuti zero”, ad una nuova gestione pubblica dei beni comuni, dalla riforma del sistema di welfare, al taglio dei costi della politica, dalla riforma elettorale
nazionale all’abolizione delle province. D’ora in poi e su molte altre questioni ci dovremo cimentare con lo stesso piglio.

Siamo ripartiti, dimostrando di non essere un partito di plastica al traino di un capo carismatico (o presunto tale), e al tempo stesso abbiamo capito che è necessario cambiare per non correre il rischio di diventare un partito di ghisa, lento e impacciato nell’azione, non significativo per la società.

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