Ieri in consiglio comunale c’erano una sessantina di persone a godersi lo spettacolo…un triste spettacolo. Schierati con i fazzoletti verdi spiccavano, a mo’ di plotone, i leghisti capitanati dal segretario Bortolotti e dal vicepresidente della provincia Grizzo. Erano tutti lì a fissare i tre transfughi che hanno avuto l’ardire di fare un gruppo misto autonomo. Nessuno di loro ha parlato per motivare la scelta. Hanno preferito incaricare il presidente Del Pup a leggere una nota in cui si sono sbilanciati a dire che il nuovo gruppo sarà di stimolo alla maggioranza e del sindaco per il bene dei cittadini.
La parola d’ordine che in maggioranza si saranno detti prima di entrare in aula sarà stata sicuramente una sola: MINIMIZZARE.
Ci saremmo aspettati di poter commentare subito il fatto politico del giorno, ma il presidente ha tranciato ogni discussione con un’alzata di voce e il richiamo al regolamento (che conosce bene quando gli fa comodo). Eppure, quando era Vampa a presiedere il consiglio comunale dopo le comunicazioni veniva dato spazio ai consiglieri di intervenire. L’avvocato ieri non ha mosso ciglio. D’altronde la parola d’ordine andava rispettata alla lettera e per minimizzare bisognava obbedire.
Che tutto venisse fatto passare in sordina non era ammissibile e perciò, giunti alla discussione del nostro ordine del giorno (depositato 8 mesi or sono!), in cui si invitava il sindaco a ridurre la giunta da 7 a 6 assessori (come aveva fatto la nostra amministrazione precedente in nome di un necessario taglio dei costi della politica), abbiamo affondato il colpo.
Due mosse. La prima ad opera del collega Gianni Segalla della Lista civica Scegliere Insieme il quale, attraverso una puntuale ricostruzione delle dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale dal candidato sindaco della Lega e dai sodali Vampa e Del Pup, dimostrava che Ongaro è stato costretto dagli altri due a sconfessare la promessa di mantenere la giunta ristretta a soli 6 componenti perchè le bocche da soddisfare erano troppe e che se non avesse sottostato alla richiesta di un settimo assessore, rischiava di saltare il banco della giunta ancora prima di iniziare a governare.
La seconda mossa l’ho condotta io a nome del gruppo Pd. E’ bastato esplicitare ciò che fino a quel momento la maggioranza ha voluto minimizzare tacendo. Al sindaco ho ricordato che in consiglio, a distanza di 8 mesi soltanto, si è formato un nuovo gruppo che si è proclamato autonomo (il che significa intenzionato a sostenere la maggioranza in modo non pacifico). Un gruppo formato da tre ex-leghisti, con ciò appalesando un fallimento della Lega rimasta dimezzata in consiglio. Ho aggiunto che la novità del giorno assume un valore ancora più eclatante perchè Ongaro non è un espononente qualsiasi della Lega: fino a due mesi fa ne è stato il segretario cittadino! Per logica conseguenza mi sono rivolto direttamente a lui dichiarando che egli è un sindaco debole, estramente debole, tanto da essere incapace di spiegare pubblicamente in Consiglio i motivi (obbligo imposto dallo Statuto Comunale all’art.58) che lo hanno indotto, già due mesi or sono, a ritirare le deleghe all’assessore Bomben (lo stesso Bomben non deve ever compreso il perchè del suo defenestramento visto che ha lasciato la Lega per andare a formare il gruppo autonomo!).
Prontamente il presidente Del Pup si è prodigato in una difesa d’ufficio, affermando che nello Statuto non è imposto un limite temporale entro il quale il sindaco è obbligato a dare spiegazioni della revoca. In aula, altrettanto prontamente, s’è levata una risata collettiva della gente che non poteva resistere al sentire un tale stridore di unghie sul fatidico vetro su cui Del Pup, e con lui l’intera maggioranza, stava tentando di inerpicarsi!
Alla fine mi sarei atteso una qualche reazione da parte del capogruppo leghista, una replica del sindaco. Nulla. Mutismo. Di fatto per loro c’era poco da replicare. All’evidenza dei fatti, una buona volta, non potevano che tacere e subire. Da oggi in poi il sindaco di Cordenons si muoverà su un campo minato disseminato di ordigni politici confezionati dai sui stessi alleati. Non resta che continuare a fare la nostra efficace opposizione sapendo che, oltre alla nostra, il sindaco deve temere anche quella interna.
[Gianni Ghiani sul suo blog]