L’autoritarismo del presidente Del Pup
Riccardo Del Pup non è la persona più adatta a svolgere il delicato compito di presidente del consiglio comunale. Che non fosse la persona giusta, lo abbiamo detto sin dal primo giorno d’insediamento. Oggi confermiamo totalmente e a ragion veduta quel giudizio. Del Pup continua da mesi, imperterrito, a ridurre, e talvolta ad impedire, che i consiglieri di opposizione prendano la parola secondo i tempi e modi previsti dal regolamento. Tempi e modi che vengono da lui dilatati e interpretati a piacimento quando a parlare sono i membri della giunta e della maggioranza consiliare. La scarsa imparzialità e l’assoluta discrezionalità con la quale il presidente esercita i suoi poteri è ormai insostenibile.
Ma ancor più insostenibile è dover assistere a comportamenti arroganti nei confronti del pubblico. Con forza stigmatizziamo il trattamento che ha dovuto subire la signora Cristina Manfrin alla quale, in assenza di alcuna norma che lo vieti esplicitamente, è stato impedito l’utilizzo della videocamera. Eppure, fino a quel giorno, c’è chi fotografava e riprendeva senza impedimento alcuno i lavori consiliari. La Manfrin è stata redarguita vigorosamente dal presidente davanti a tutti come se avesse commesso un reato, anche se il reato non esiste affatto.
Per non parlare di un altro cittadino, l’ex consigliere Sandro Romanin, che in un consiglio precedente è stato espulso dall’aula (con tanto di vigili ad accompagnarlo all’uscita) colpevole solo d’aver fatto una smorfia non gradita al presidente.
Da ultimo, anche se apparentemente potrebbe non riguardarci, ravvisiamo che l’epiteto appioppato da Riccardo Del Pup a Stefano Raffin, dopo il litigio all’ultimo consiglio, è anch’esso da biasimare. Dare del “fessacchiotto” al vicesindaco non significa offendere solo la persona che ricopre l’incarico, ma anche il ruolo istituzionale in sé. Per questi motivi, diciamo ai consiglieri di maggioranza che tali comportamenti esasperati ed esasperanti devono finire. A farne le spese è la democrazia.