No alle strumentalizzazioni di Primo Carnera“. L’intervento alla Camera di Giorgio Zanin

Facendo eco a numerose prese di posizione, tra cui anche quella del Circolo PD di Sequals e del Consigliere Regionale Zecchinon, oggi sono intervenuto alla Camera dei Deputati per rendere nota e stigmatizzare la strumentalizzazione di Primo Carnera da parte di Casa Pound. Dopo aver constato online che la volontà di accreditare politicamente al fascismo il pugile è stata concepita come un piano su scala nazionale, non posso che far rilevare come l’azione condotta a Sequals sia doppiamente grave, poiché usa violenza anche sulla memoria affettiva dei familiari. Cosa del resto che ha dimostrato la ferma presa di posizione della figlia, pubblicata ieri dai giornali. É in primo luogo alla famiglia e alla comunità di Sequals che va dunque la solidarietà che oggi accompagnerà nell’alta sede istituzionale la mia condanna dell’azione condotta dagli estremisti di destra. Le azioni loro e di altri neofascisti, presenti pericolosamente anche nella sub-cultura pordenonese, continuano a macchiare la storia e la memoria del nostro Paese, rendendo difficile l’impiego della storia come maestra del futuro.

Di seguito il testo dell’intervento.

Pochi giorni fa abbiamo appreso con stupore dalle notizie a stampa, poi verificate anche attraverso i riferimenti on-line a tutt’oggi visibili, che il 30 giugno scorso un gruppo della destra radicale denominato Casa Pound Italia ha ricordato in varie parti d’Italia, tra cui anche l’Altare della Patria e la stessa villa Carnera a Sequals (PN), il quarantaseiesimo anniversario della morte del pugile Primo Carnera, a mezzo di uno striscione recante la scritta “Onore a Primo Carnera campione del mondo in camicia nera”.

E’ bene segnalare anzitutto, come ha già giustamente fatto rilevare tra gli altri il Circolo del Partito Democratico di Sequals, che Primo Carnera fu vittima di una bieca strumentalizzazione operata dalla propaganda di regime, che lo utilizzò a piacimento quando era un pugile vincente e utile perciò all’immagine del regime, e lo oscurò appena la sua stella cominciò a declinare.

Il 10 luglio scorso anche la figlia del pugile, Maria Giovanna Carnera, secondogenita del pugile, ha ritenuto necessario precisare pubblicamente che “Tutti sanno chi era mio padre Primo; vorrei però che lo ricordassero non soltanto come il più grande campione di boxe che l’Italia abbia avuto, ma anche per le sue doti umane. Era un uomo buono, generoso, per me e mio fratello un padre eccezionale che con il fascismo non aveva nulla a che fare. Vorrei che questo fosse chiaro una volta per tutte”. Una dichiarazione che prende chiaramente le distanze proprio dall’iniziativa promossa da Casa Pound e da qualunque strumentalizzazione. Infatti ha precisato anche: “Mio papà non è mai stato fascista, non è mai stato comunista, non ha mai avuto alcun interesse per la politica e desidero che il suo nome non sia più associato ad alcuna ideologia. Se nella sua vita ha indossato la camicia nera è solo perché ha vissuto in quel determinato contesto storico. Mi ha fatto male che il suo nome sia stato associato a un movimento, a un’ideologia che ha strumentalizzato le sue vittorie. A mio padre interessava soltanto il suo Paese, l’Italia, che amava più di ogni altra cosa, più di se stesso e credo che se oggi fosse qui non sarebbe contento se il suo nome fosse associato a qualunque ideologia o partito”.

A nome di molti italiani, friulani, e ancor più dei cittadini di Sequals, desidero perciò esprimere anche in questa sede la più ferma condanna della provocazione operata da Casa Pound Italia e lo sdegno per il tentativo di appropriazione indebita della figura di Primo Carnera, motivo di orgoglio per tutta la comunità nazionale per l’alto esempio di virtù umane e sportive da lui espresse.

Auspico pertanto che tutte le istituzioni coinvolte, comprese quelle a carattere sportivo, sappiano opporsi a questo tentativo di distorcere la storia di un personaggio simbolo, tanto più per la comunità di Sequals che ha pagato un alto tributo di sangue alle guerre fasciste e alla Lotta di Liberazione, infangando in tal modo la memoria anche familiare del Campione.

Auspico pertanto che i media non diano visibilità ad iniziative di tal fatta, dal significato chiaramente strumentale, operate da un’organizzazione estremista gravemente compromessa, anche nel recente passato, da episodi di intimidazione e violenza.

Raccomando infine alla magistratura di verificare se negli atti sopra citati sia o meno riscontrabile il reato di apologia del fascismo, e di agire di conseguenza.

Roma, 11 luglio 2013
On. Giorgio Zanin

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