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L’Euroregione ‘Senza Confini’ di Debora Serracchiani

Soprattutto la “proiezione” internazionale del Friuli Venezia Giulia è stata al centro dell’attività istituzionale della presidente della Regione Debora Serracchiani nell’arco di questa settimana, che si chiude «sui nostri confini con l’ingresso ufficiale della Croazia nell’Unione europea, un momento storico non da osteggiare ma da valutare per quanto di proficuo può comportare per il nostro territorio», ha osservato la presidente.

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Debora Serracchiani ha vinto le elezioni regionali e sarà il prossimo presidente del FVG

Con 211.508 preferenze Debora Serracchiani è stata eletta

PRESIDENTE DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA!

Torniamo ad essere SPECIALI

Dare fiducia. Pensare al futuro.

Avere consapevolezza del tempo in cui viviamo significa coinvolgere le persone e valorizzare le capacità collettive del Friuli Venezia Giulia.
Significa guardare all’Europa, connettere servizi e reti con le altre Regioni del nord per competere assieme nel mondo, promuovendo un’alleanza tra i territori e le città del Friuli Venezia Giulia.
Le città, i patrimoni culturali, quelli naturali e agroalimentari, il sistema economico-imprenditoriale e quello del sapere e della sono le leve su cui basare il rilancio della Regione in una prospettiva internazionale.
Non ci arrendiamo alla crisi. Tornare a crescere è possibile.
Per assicurare nuove opportunità alle imprese, maggiori posti di lavoro, stabilizzare l’occupazione, fornire possibilità ai giovani. Diversamente si rischia di allargare il deficit di spesa pubblica, un ricorso insostenibile alla cassa integrazione, una difficoltà a ricostruire il sistema fiscale e delle entrate.
Garantire la sicurezza e la coesione sociale è un dovere per assicurare adeguati livelli di benessere, l’accesso ai servizi e la possibilità di partecipare attivamente alla vita della comunità.

Scarica il programma di Debora Serracchiani

Il bimbo è straniero: la Regione gli toglie il sostegno di invalidità

Il consigliere regionale del Pd Paolo Pupulin parla di palese e stupida discriminazione, riferendosi alla situazione denunciata da una madre egiziana che vive a Pordenone e che si sarebbe vista negare l’assistenza al figlio affetto dalla sindrome di Down.

Sulla vicenda, il consigliere Pupulin ha presentato un’interrogazione. “Il presidente della Regione – sostiene il consigliere d’opposizione – che vuole accreditarsi come aperto e sensibile, a causa del proprio comportamento ignavo ha lasciato passare in tanti provvedimenti la logica della discriminazione generale nei confronti degli immigrati, persino a prescindere dalla regolarità della loro presenza in Friuli Venezia Giulia, e si vede giustamente additato, assieme alla sua coalizione di destra, come responsabile di un’incredibile azione persecutoria nei confronti d’un bambino disabile”.

IL COMUNE INTERVIENE – Nell’interrogazione, Pupulin chiede che si intervenga contro qualsiasi tipo di discriminazione nell’accesso ai servizi del welfare regionale. “Chiedo pure di sapere – spiega il consigliere – come si intenda rispondere alla richiesta dei servizi sociali del Comune di Pordenone sull’applicabilità d’una norma contraddittoria con quelle dello Stato e della stessa Comunità europea”. Pupulin afferma che il Comune di Pordenone ha fatto bene a garantire con propri fondi la continuità del servizio di affiancamento del minore.

NORMA DISCRIMINATORIA – L’esponente del Pd vuole anche sapere come la Giunta intenda comportarsi in merito all’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale da parte del Governo di una norma considerata come discriminatoria nei riguardi, non solo degli extracomunitari residenti, ma pure nei confronti degli stessi comunitari non residenti o residenti da meno di 36 mesi. “Una discriminazione ingiustificata – sostiene Pupulin – che viola i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione, che garantisce l’assistenza sociale ad ogni cittadino, tanto più se minore. A nome del gruppo consiliare del Pd manifesto la solidarietà nei confronti di una madre e di una famiglia coraggiosa e l’impegno continuo perchè fatti simili non debbano più succedere”.

(Giornalettismo)

Il FVG come gli USA di Obama

di Lodovico Sonego

Martedì 16 febbraio il Presidente degli Stati Uniti ha lanciato un piano federale per colmare il digital divide entro dieci anni portando una banda larga di 100 megabit/sec. in cento milioni di famiglie. Il presidente vuole anche un collegamento da un gigabit/sec. (in una scuola, un ospedale, in municipio) in ogni comunità. La banda larga è il sistema di apparati e di reti prevalentemente in fibra ottica- che consentono di inviare e ricevere via internet grandi quantità di informazioni per secondo. Il Presidente Obama vuole in questo modo che il suo paese diventi leader mondiale della information and communication technology (ICT) e possa riprendere con vigore la strada della crescita economica. Così Obama desidera anche migliorare il livello di istruzione e di protezione sociale.

Sono gli obiettivi del programma regionale ERMES (Excellent Region in a Multimedia European Society) varato dalla giunta Illy nel 2006. Si tratta del più forte programma italiano di investimenti in banda larga con una consistente rete di dorsali in fibra ottica. L’obiettivo di ERMES è 100 megabit/sec. per tutte le famiglie e le imprese della regione entro il 2011 ma la rete in fibra consente già ora di andare più su trasmettendo 10 gigabit/sec. estensibili a 100. In Giappone si sta sperimentando l’uso della fibra con un terabit/sec.
A febbraio 2008 la giunta Illy aveva complessivamente stanziato 120 milioni di euro per le infrastrutture di banda larga progettando e appaltando lavori per decine di milioni. Con Tondo il programma ERMES è fermo eppure le risorse non mancano, c’è anzi persino la beffa di zone della regione senza ADSL nelle quali è però presente la fibra installata dalla giunta Illy che nessuno può usare perché la rete non viene messa in servizio.

Il convegno “DOVE VA PORDENONE” svoltosi nel capoluogo lo scorso 25 febbraio ha consentito un approfondito dibattito sulla natura delle difficoltà economiche della provincia e del Friuli Venezia Giulia, nonché sulle azioni da avviare per ritrovare la strada della crescita. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato l’esigenza che i governi svolgano una azione anticiclica, ciò vale anche per il governo regionale.

Il convegno ha sottolineato che una delle azioni essenziali per consentire al Friuli Venezia Giulia di riprendere la strada dello sviluppo economico, ma anche per migliorare la qualità della vita civile e culturale, è garantire a tutti la banda larga a 100 megabit/sec.

Chi desiderasse approfondire i contenuti della proposta di Obama può farlo consultando il sito della Casa Bianca.

Quando la legge è uguale per tutti… tranne per gli immigrati

Finanziaria «discriminatoria». Per questo il governo Berlusconi ha impugnato il bilancio regionale e sotto la lente è finita la norma sul welfare voluta dalla Lega nord. Il comma 51 dell’articolo 9 a Roma non è piaciuto. Dispone che «hanno diritto ad accedere agli interventi e ai servizi del sistema integrato tutti i cittadini comunitari residenti in regione da almeno 36 mesi».

Ora il governo nazionale contesta la Finanziaria 2010 (la legge 24 approvata dal consiglio regionale del dicembre 2009). «La norma regionale – si legge nell’impugnativa del Governo – pone delle discriminazioni in materia di godimento di determinate prestazioni sociali con riguardo ad alcune categorie di cittadini, senza adeguata motivazione». Secondo l’esecutivo nazionale si tratta di una «ingiustificata discriminazione» che viola i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione dagli articoli 2 e 3, e una lesione dell’articolo 38 della Carta, che garantisce l’a ssistenza sociale a ogni cittadino sprovvisto dei mezzi necessari per vivere; ancora, una violazione dell’articolo 97 perchè «non assicura il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione».

«L’impugnazione – commenta Debora Serracchiani, segretaria Fvg del Pd – era un atto dovuto del Governo che non deve trarre in inganno, perché questo sembra solo l’ ultimo episodio di un gioco delle parti tutto interno al centro-destra. Le contraddizioni che continuamente si evidenziano tra la Lega e il Pdl, per tacere delle umiliazioni che sopporta l’Udc, dimostrano quanto sia fittizio il collante politico che regge la maggioranza regionale e quanto invece sia reale solo l’accordo di potere. Mi attendo da un giorno all’altro la prossima “ provocazione” leghista, ma mi chiedo se e fino a che punto debba essere portata in basso la dignità delle istituzioni regionali – conclude Serracchiani –, perché mai avrei pensato che la maggioranza del nostro Consiglio regionale avrebbe approvato una legge censurata col marchio del razzismo».

Una frecciata agli alleati Fvg arriva da Angelo Compagnon, segretario regionale dell’Udc. «Auspico che la maggioranza regionale promulghi leggi meglio approfondite, in modo da evitare situazioni di grave imbarazzo politico. Questa non è la prima volta che il Governo impugna leggi regionali. Da parlamentare d’o pposizione, ma anche da segretario di questa maggioranza, dico che è necessario stare attenti ed evitare impugnazioni, che non sono mai prevenute, ma sono sicuramente frutto di un approfondimento. È auspicabile che in futuro si promulghino leggi meglio approfondite, in modo da evitare di trovarci – conclude Compagnon – in queste situazioni di grave imbarazzo politico».

«L’impugnazione del governo – attacca il sindaco di Udine Furio Honsell – ha infranto un certo tipo di pensiero fortemente discriminatorio che si stava affermando in Regione. È una sonora sconfitta per tutta la maggioranza perchè la Finanziaria è la legge più importante e qualificante per qualsiasi maggioranza. Insieme a tutti i rappresentanti dell’opposizione regionale avevamo denunciato per primi, con un’azione corale e condivisa, l’i ncostituzionalità di quella norma. E personalmente il 18 febbraio scorso avevo scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi».

Idv, con il consigliere regionale Enio Agnola, chiede alla maggioranza di non assecondare più le richieste leghiste. «È ora di finirla di danneggiare l’immagine della regione per rincorrere le fissazioni della Lega», sostiene Agnola. Per Gianfranco Moretton, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, il limite dei tre anni di residenza va cancellato.

«Tondo torni subito in Aula per cancellare la norma discriminatoria e chieda scusa – dice Moretton – a tutte quelle persone che, a causa del fortissimo condizionamento posto dalla Lega, hanno dovuto subire psicologicamente e concretamente gli effetti di quell’a rticolo. Se lo farà, dimostrerà che la nostra Regione è terra ospitale e accogliente che non discrimina. Se seguirà questa logica impostazione, dimostrerà intelligenza e capacità di riconoscere errori madornali, ancorché fatti sotto la minaccia della Lega Nord e del suo segretario».