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La soap più amata dagli italiani

Quinta puntata della soap più amata dagli italiani. Da una veloce lettura dei quotidiani di settore, scopriamo che l’aiuto-regista Donato Bruno, nel montare la puntata odierna, ha fatto qualche altro taglio qua e là:

Salta il taglio delle mini-province inserito nella carta delle autonomie. Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera e relatore del provvedimento, Donato Bruno, secondo quanto spiegano diversi esponenti dell’opposizione, ha presentato un emendamento soppressivo dell’articolo 14 del provvedimento che prevedeva, appunto, la cancellazione delle province sotto i 200 mila abitanti.

A presto con altre nuove ed esilaranti puntate della soap più amata dagli italiani

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A volte ritornano

Come tutte le soap che si rispettano, c’è sempre il defunto che ricompare per rubare la scena all’attore principale. In questi ultimi giorni, il ministro Tremonti non avrà pensato ad altro che far risuscitare qualcosa che era defunto ma ancora nei cuori dei telespettatori italiani: l’abolizione delle province.

La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha appena approvato un emendamento alla Carta delle Autonomie che reintroduce il taglio alle piccole province lasciate in sospeso appena una settimana fa. Il ministro dell’economia non ci avrà dormito la notte, e appena se ne è presentata l’occasione ha tirato fuori dal suo cappello i voti favorevoli di Pdl e Lega facendo in modo che l’emendamento in questione passasse. Al momento si sa davvero poco sulle nuove norme, ma quel poco pare abbia a che fare solo con quattro delle dieci province lasciate sospese la scorsa settimana.

L’emendamento è differente della volta scorsa, infatti la norma prevede “l’abolizione di tutte le province con meno di 200mila abitanti, non facenti parte di regioni a statuto speciale, e con territorio “montano” inferiore al cinquanta per cento. Nel caso fosse oltre il 50 per cento, la soglia si abbassa a 150mila abitanti”. Ricapitolando, le province con meno di 200mila abitanti non a statuto speciale sono le seguenti: Isernia, Rieti, Verbano-Cusio-Ossola, Vibo Valentia, Crotone, Vercelli, Fermo, Sondrio e Biella. Da questa lista bisogna però togliere le province con territorio montano oltre il 50 per cento e superiori a 150mila abitanti: Rieti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Crotone e Sondrio. Ne rimangono, appunto, solo quattro: Isernia, Vibo Valentia, Vercelli e Fermo.

Siamo alla quarta puntata della soap tutta italiana “A volte ritornano”, e chissà il regista Tremonti quante puntate vorrà ancora farci vedere…

Le province non diminuiscono, aumentano!

Settimana scorsa c’è stato tutto un chiacchiericcio sulla (remota) possibilità che dieci province venissero abolite con l’approvazione della manovra economica appena varata dal governo. Secondo le prime indiscrezioni le dieci province abolite sarebbero state Biella, Vercelli, Massa Carrara, Ascoli Piceno, Fermo, Rieti, Isernia, Matera, Crotone e Vibo Valentia. Stasera su Report, il programma di Milena Gabanelli in onda su Raitre alle 21.30, si cercherà di spiegare – o di tenterà di farlo, tanta è ingarbugliata la vicenda – come invece di diminuire le province italiane aumenteranno:

Nel 2007 i commissari delegati si stavano occupando della costituzione delle nuove Province di Fermo, Barletta-Andria-Trani. Stavano organizzando il trasferimento del personale della provincia madre, e degli uffici statali: la Prefettura, la Questura a i vari Ministeri. Per ogni nuova provincia la spesa prevista era di 50 milioni di euro. Nella piccola provincia di Barletta Andria Trani, con tre capoluoghi, c’erano problemi sull’ubicazione della Prefettura, tutto era bloccato. A tre anni di distanza come è andata a finire? Sia Fermo che nella BAT ci sono state le elezioni e sono stati eletti i consigli e le giunte. Il patrimonio della provincia di Ascoli e di Bari è stato diviso in proporzione con le nuove province, ma non tutto è filato liscio, così come per il personale costretto a trasferirsi nelle nuove province.

La manovra economica sta diventando il vaso di Pandora dove metterci tutte le schifezze che i parlamentari del Pdl vogliono sanare, come il “condono edilizio per necessità” scoperto ieri.

(di Giacomo Lagona)