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Per il centro-destra l’acqua non è per tutti

Secondo il piano dell’AATO del servizio idrico integrato, nel 2012 la bolletta aumenterà ancora e contemporaneamente il comune passerà all’AATO le rate dei mutui per un importo di circa 700 mila euro. I cittadini pagheranno di più per l’acqua e il comune risparmierà sui mutui (ma solo perché pagheranno i cittadini….).

Vista anche la situazione economica difficile e i sacrifici che la manovra Monti comporta, le opposizioni hanno presentato un Ordine del Giorno per riequilibrare la situazione a favore dei cittadini.

In pratica si proponeva che venisse restituita una quota dei 700 mila euro ai cittadini meno abbienti per ridurre il peso della bolletta e si usasse un’altra quota per “premiare” quei cittadini che consumano meno acqua. Quindi non un intervento generalizzato, ma mirato! Una proposta di buon senso, che aiutava le famiglie in difficoltà e premiava i comportamenti virtuosi!

Ebbene, la maggioranza del Consiglio Comunale (PDL, LEGA, Vampa, Del Pup) ha bocciato questa proposta! Incredibile!
La proposta era un aiuto concreto per i cordenonesi ma questa maggioranza l’ha bocciata accampando sterili motivi e causando un evidente danno ai nostri cittadini! Ci troviamo di fronte ad un moderno Robin Hood all’incontrario, che “prende ai poveri per dare ai ricchi”.

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Lodo Elvis

Elvis è morto a 6 anni, a Napoli, ucciso dal monossido di carbonio sprigionato da un braciere alla carbonella, estremo ed unico rimedio contro il gelo, dopo che l’Enel aveva staccato l’erogazione di energia alla sua povera abitazione, per morosità. Era un bambino educato, ordinato e da grande sognava di fare l’ingegnere, secondo la sua maestra. La madre, Manuela, capoverdiana, è in coma. Per i politicanti di governo Elvis a Manuela costituivano una minaccia per la sicurezza del paese.

Discutendo di questo immane dramma con mia figlia, mi sono sentito dire: “Papà, se la politica non riesce a salvare la vita ai tanti, ai troppi Elvis, allora la politica non serve a nulla”. In modo semplice ed immediato ha colto l’essenza ultima e vera della Politica con la P maiuscola. Una Politica che, adesso, deve prendere fra le braccia il corpicino di Elvis e portarlo, con delicatezza, al cospetto di Cristo e gridare tutta l’indignazione possibile, tutto il dolore possibile, versare tutte le lacrime senza risparmiarne alcuna. Poi, con risolutezza, la Politica dovrebbe prendere con mano le migliaia di Elvis costretti a vivere nei tuguri dell’ipocrisia e della menzogna e accompagnarli a scuola, in scuole allegre, colorate, sicure e poi accompagnarli a casa, in case vere, modeste anche, ma dove non vengano mai a mancare l’aria, la luce, l’acqua, il caldo, cibo sano, beni inalienabili della persona.

Mi risulta che in Francia esista una legge di Stato che impedisce al proprio Ente di staccare del tutto l’erogazione di energia e l’obbliga a lasciare un tot di watt. Chiedo ai nostri deputati e senatori di proporre con urgenza una legge simile anche in Italia e di battersi per l’immediata applicazione, con la stessa rapida efficienza con cui fu approvato il Lodo Alfano. Ovviamente, se approvata, una legge simile non potrà che chiamarsi “Legge Elvis”.

Nel frattempo propongo all’Enel di predisporre la stipula di “Contratti di solidarietà”, con cui l’utente, volontariamente, potrebbe pagare una percentuale in più di energia (1, 5, 10%) da destinare agli indigenti. Che la Politica con la P maiuscola si manifesti in tutto il suo splendore, prima che sia troppo tardi per altri Elvis, perché un bambino non è mai responsabile della sua condizione.

Natale Sorrentino, Consigliere comunale indipendente di sinistra di Cordenons (PN)

Napoli, staccano corrente: bimbo muore per esalazioni da un braciere. Il Mattino

Quando il bene inalienabile diventa allarme sociale

di Natale Sorrentino

Dopo un paio di decenni in cui si sono celebrati i fasti del “privato”, per definizione efficiente, in contrapposizione al “pubblico”, inefficiente in quanto tale, oggi ci rendiamo conto dell’insostenibilità di tali affermazioni. Vedasi il sistema bancario privato, il sistema sanitario privato e i mille servizi che il pubblico ha relegato al privato (autostrade, autovelox, telecomunicazioni…).
Fra pubblico ed efficienza non c’è nessuna contraddizione, a patto che il servizio venga gestito con criteri di trasparenza ed ottimizzando le risorse. Anzi, non essendo il “profitto” lo scopo della gestione pubblica di un servizio, questa può offrire al cittadino un servizio migliore ed economicamente conveniente. Infine, riferendomi ad alcuni fatti di cronaca, trovo insopportabile che un cittadino rischi la morte, come purtroppo è accaduto, perchè non è in grado di pagare la bolletta per l’erogazione di un servizio (in quel caso il gas).

Ritengo che l’acqua, la luce e il gas debbano essere considerati “beni inalienabili” della persona e che gli enti, anche in caso di “morosità”, debbano continuare ad erogare un minimo vitale di energia e di acqua. Come del resto avviene in altri paesi, come il Belgio o la Francia, in cui la “morosità” viene letta come “allarme sociale” e non come pretesto per “tagli” e “repressione”.

La legge Ronchi privilegia il business di pochi a danno di tutti i cittadini

Il resoconto dell’iniziativa del PD di Cordenons a fronte dell’approvazione delle legge Ronchi sulla privatizzazione dell’acqua. I tre intervenuti – Gianfranco Moretton capogruppo regionale del PD, Marco Iob direttore del Centro di volontariato internazionale, e il sindaco di Cordenons Carlo Mucignat – hanno spiegato al folto pubblico presente le conseguenze di questa legge sciagurata che porterà l’acqua da bene primario comune, a bene privato da cui lucrare. Le foto che sono riuscito a fare purtroppo sono mosse per via della posizione instabile in cui mi trovavo, per vederle questo è l’indirizzo del set sul nostro Flickr. Di seguito invece potete vedere il filmato dell’intervento di Marco Iob, e sotto il filmato il resoconto della serata a cura del segretario di Cordenons Gianni Ghiani.
Buona lettura e buona visione.

Come recitava la locandina dell’incontro organizzato dal circolo PD di Cordenons, quelli del centrodestra “Non ce la danno a bere”. La nuova legge Ronchi è un salto all’indietro, un salto pericoloso verso l’espropriazione dell’acqua come bene pubblico fondamentale. L’acqua è di tutti e come tale è un bene universale che non può essere sfruttato per fini di lucro. Marco Iob direttore del CeVI, Carlo Mucignat sindaco di Cordenons e Gianfranco Moretton capogruppo PD in consiglio regionale lo hanno detto chiaramente: l’acqua è un bene talmente fondamentale per la vita umana e così universale che non può essere trattato come una merce qualsiasi e resa oggetto di speculazioni economico-finanziarie i cui vantaggi di pochi grandi gruppi industriali vanno a discapito di tutti i cittadini.”E’ un problema di dimensioni mondiali – ha detto Iobin cui anche gli organismi internazionali invece che fare gli interessi di tutti, soprattutto dei popoli più poveri, preferiscono privilegiare le lobbies delle multinazionali.” Ed è per questo che il libero accesso all’acqua non è ancora diventato un diritto umano sancito dall’Onu come chiesto da tutte le organizzazioni di volontariato internazionale.

Moretton, entrando nello specifico della legge nazionale, ha sottolineato con forza che ci sono voluti ben undici anni (dal 1994 al 2005) perché la “legge Galli” venisse recepita dal Friuli Venezia Giulia nella forma dell’ottima legge regionale 13/2005 che ha consentito di sistematizzare la rete e di dare agli enti locali la possibilità di una piena gestione pubblica (detta “in house”) del servizio idrico integrato. Con la legge Ronchi, invece, l’ordine delle cose viene sovvertito a favore di forti interessi privati che faranno triplicare le bollette dell’acqua ai cittadini, come già successo a Latina e ad Arezzo. Sempre Moretton ha ricordato che la legge Ronchi è frutto di una logica centralista avendo tagliato fuori dalla legittima discussione gli Enti Locali. Ecco che la Lega Nord, votando a favore della legge, ha palesemente sconfessato il suo credo federalista. Di fatto è stato violato l’art.117 della Costituzione per cui la legge sarà impugnabile per incostituzionalità.

Il sindaco Mucignat ha specificato che servirebbero grossi investimenti per rendere più efficiente la rete idrica che soffre di dispersioni, ma certamente non è dando in mano ai privati il timone che si può avere la sicurezza di un servizio migliore e a più basso costo. La legge 13/2005 va difesa strenuamente perché garantisce una gestione eticamente ed economicamente giusta delle risorse idriche attraverso il protagonismo dei Comuni.

La battaglia politica ripartirà dai consigli comunali fino ad arrivare alla raccolta delle firme per un referendum abrogativo della legge a livello nazionale.

Gianni Ghiani, segretario del PD di Cordenons

Il monopolio del bene primario

Photo by Stefano Durdy

di Giacomo Lagona

Uno dei temi che suscita molteplici reazioni in tutto il mondo è l’acqua. L’acqua è un bene primario, e come tale dovrebbe essere pubblica. Se a pranzo ci mangiamo un bel piatto di pastasciutta, non è perché il mugnaio ci vuole in salute e quindi dispone dei suoi prodotti per far la pasta: dispone dei suoi prodotti per una metodica questione di lucro. È normale che sia così.

Privatizzare l’acqua è solo una metodica questione di lucro, inutile girarci attorno.

Le privatizzazioni portano ad un aumento della qualità e dei costi finali. L’aumento è derivato dal fatto che il servizio viene reso più efficiente e quindi i costi vengono ripartiti su più livelli; l’efficienza diventa positiva quando le gestioni private eliminano gli elementi improduttivi in seno all’azienda, ma nel contempo il prodotto finale viene reso più appetibile perché migliorato a scapito però del basso prezzo d’acquisto prima della gestione privata.

Il problema maggiore è chiaramente sul contenimento dei prezzi.

In un regime di concorrenza il problema non si porrebbe perché è il mercato a creare l’offerta e quindi anche il prezzo. In regime monopolista il discorso è completamente ribaltato: il  monopolista tende sempre a guadagnarci molto di più del costo di produzione.
L’acqua è un prodotto unico, è un monopolio, ma un monopolio naturale. Privatizzare l’acqua senza aver prima creato un’ordine di garanzia che tuteli l’interesse del cittadino, è come affidare a dei fisici nucleari la produzione degli accendini bic: costerebbero dieci euro l’uno e non potremmo nemmeno sperare in un ribasso perché è in regime di monopolio.

L’efficienza delle amministrazioni di garanzia risolverebbero i problemi ma potrebbero anche crearne degli altri.

Un’amministrazione pubblica non corrotta, fa sì che il monopolio privato funzioni meglio di quello pubblico perché controllato e perché l’interesse è fondamentalmente nelle mani del privato. Un’amministrazione corrotta, invece, tende a scardinare il principio di “bene pubblico” aumentando a dismisura il prezzo finale, distribuendo la ricchezza che produce solamente al produttore e al distributore, ma non al consumatore.

Un Paese che funziona, che non è corrotto, tende naturalmente verso la prima soluzione. Un’amministrazione pubblica che funzioni e che sia efficiente, tende a mettere il cittadino sul gradino più alto, a farlo sentire tutelato e protetto perché protegge i suoi interessi. Privatizzando l’acqua senza una struttura adeguata che ci difenda da possibili corruttori, secondo voi ci mette sul gradino più alto? Ancora meglio: abbiamo un’amministrazione pubblica talmente meritevole che si può permettere di privatizzare un monopolio naturale come l’acqua?

L’acqua diventa un bene di lusso

di Giacomo Lagona

Sapevamo che l’acqua è un bene primario e per questo è di tutti, oggi, in Italia, l’acqua è diventato un bene privato e quindi non più per tutti. Con i complimenti del popolo italiano che ha eletto questo Governo di destra e della Lega.

Il decreto del Ministro Ronchi è stato approvato per soli 50 voti di scarto, nonostante la fiducia richiesta dal Ministro e, soprattutto, dopo che la stessa maggioranza era andata sotto per ben quattro volte richiedendo, alla fine, la fiducia numero 26 per questo esecutivo.
Il Parlamento non è più luogo di dialogo istituzionale, ma un mero strumento delegittimato da questa maggioranza. È democrazia questa?

L’acqua è un business da 8 miliardi l’anno, e il Governo ha cercato – purtroppo riuscendoci – di portare quei soldi nelle mani di multinazionali che faranno di tutto per raddoppiare i loro interessi, a scapito del bene pubblico naturalmente. Ronchi e Fitto hanno dichiarato che «non ci saranno innalzamenti delle tariffe», ma su tutti i Tg Antonio Catricalà, presidente dell’antitrust, ha dichiarato che è possibile un aumento delle tariffe ma è un dovere degli enti locali vigilare affinché i costi rimangano entro i limiti. Catricalà si sbaglia di grosso: con l’approvazione del decreto “salva- infrazioni”, la riforma sulla gestione dell’acqua, lo Stato si impegna a non superare la soglia del 40 per cento di partecipazione pubblica. Ciò significa che nel migliore dei casi lo Stato italiano NON potrà decidere quanto e dove si aumenteranno i prezzi, ma – ove verrà richiesto da “forze governative” e nel caso di massima partecipazione – mettere un veto che porti a nuove negoziazioni.

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Con l’acqua alla gola

di Vittorio Zucconi

Image 80 tap waterSe proprio fossi diventato un berlusconiano, magari cadendo e picchiando la testa, se credessi alla sua completa innocenza, alla persecuzione dei giudici contro personaggi come il Cosentino, alla sua assoluta mancanza di interesse privato nella cosa pubblica, alla indipendenza dei suoi giornali, alle favole del Minzuculpo e alle farneticazioni dei Gasparri, al successo delle ronde padane e magari anche alla fatina che mette soldi sotto il cuscino quando cascano i dentini da latte, questo trasferimento dell’acqua pubblica nelle mani di privati, per un regalino calcolato attorno ai 7 miliardi di Euro senza alcuna ragione visto che l’acqua è già criminalmente privatizzata dai mafiosi in alcune regioni del Sud e fluisce benissimo in altre zone d’Italia, basterebbe a convincermi che questo non è un cattivo governo o un buon governo, un governo di destra o di sinistra. E’ un’oscenità i cui danni  saranno cancellati soltanto dopo immani sforzi delle future generazioni, se ne avranno la forza.

Nel frattempo, però, la privatizzazione dell’acqua è passata alla Camera.