Il ministro del nulla, Aldo Brancher, si è dimesso. Non si sa bene da cosa, visto che le deleghe non le conosce nemmeno lui, però si sa bene il perché: evitare il voto di sfiducia alla Camera che aveva chiesto il PD.
Il passo indietro di Brancher non servirà a salvare il governo dalla palude. Enrico Letta, vicesegretario del PD, ha evidenziato come le contraddizioni in seno alla maggioranza stiano “esplodendo” mentre Bersani ha lanciato un avvertimento: “Se non ce la fanno, bisogna pensare a qualche altra ipotesi. Ghe pensi mi non è la medicina, è la malattia“. Se non sono in grado di governare, insomma, la palla deve passare al Quirinale.
Aldo Brancher, non è più ministro, si è dimesso anche se non sappiamo da cosa, visto la mancata pubblicazione delle deleghe nella Gazzetta Ufficiale, prima di arrivare al voto sulla Mozione di sfiducia nei suoi confronti, in calendario alla Camera il prossimo 8 luglio, sottoscritta da tutti i deputati del Pd e dell’Idv.
Non ha voluto rischiare di far cadere il governo, il fido ministro, perché questo sarebbe potuto accadere se ci fossero state delle “defezioni” da parte della sua stessa maggioranza. E, cosa alquanto singolare, ha annunciato le proprie dimissioni dall’aula del tribunale in cui è in corso il processo nel quale è imputato insieme alla moglie.