di Giacomo Lagona
Noi del Pd siamo famosi per non indovinare uno slogan o il titolo di uno speech pubblico. Esattamente come è successo questo fine settimana per l’assemblea nazionale, i grafici piddini hanno messo in gioco l’apertura come fronte popolare, ma questo ha dato modo ai detrattori – anche deputati e parlamentari del Pd – di giocare con il “Pd Open” titolato per questo incontro. Diciamo subito che nemmeno stavolta i geni del marketing hanno centrato il problema comunicativo, ma anzi hanno messo in moto una macchina del parossismo come poche volte è successo.
Marco Damilano è un giornalista dell’Espresso che molto spesso ci azzecca, soprattutto a sinistra, ma qualche volte tende a drammatizzare l’imponderabile. Come ha fatto ieri sottintendendo ad un nullismo del Pd.
Il Pd ha consultato due agenzie: una per sapere chi è, l’altra per capire cosa dire. Ma non dovrebbe essere questo il compito di chi fa politica? Fiutare quello che si muove nella società, valori e interessi, e dargli una rappresentanza, un’organizzazione, un progetto e una classe dirigente in grado di portare quei valori e quegli interessi al governo? Siamo nel momento di maggiore crisi dell’Europa e dell’Italia. Il tempo di ripensare tutto. Se serve il sondaggista per sapere chi siamo e il comunicatore per sapere cosa dobbiamo dire, cosa resta da fare poi alla politica, al Pd? Niente, appunto.
Per certi versi condivisibile – soprattutto la storia dei sondaggisti e dello slogan tutt’altro che originale – ma se vogliamo molto forzato, la risposta ideale, secondo me, l’ha data Carmine nei commenti:
Il problema siete voi giornalisti.- Ormai siete voi a promuovere questo o quello.- Spesso dite tutti sempre la stessa cosa come una lobby delinformazione precostituita.- Bersani ed il PD hanno scritto 10 punti fondamentali sui quali impegnarsi, ebbene avete pubblicato questi punti? Li abbiamo visti su Repubblica e sull’Unita’, ma poi nessun dibattito, nessu approfondimento, cosa che invece e’ stata fatta in giro per l’Italia, nelle riunioni, durante alcune manifestazioni. Ma la stampa dov’era??? Se Berlusconi al mattino fa una pernacchia, dopo due minuti e’ riportata ovunque ed in tutte le salse.- La cronaca parlamentare la snobbate, non si riportano gli interventi, le opposizioni, quindi e’ tutto piatto.- Non parliamo poi dei tanti talk-show mattutini e pomeridiani dove l’ospite di turno (in grande maggioranza del governo) fanno i mattatori senza un contraddittorio.Stamane per omnibus la Santanche’ ha avuto il coraggio di dire che tangentopoli e’ uscita fuori senza bisogno delle intercettazioni, una bufala colossale, basta ricordare le migliaia di intercettazioni dell’epoca addirittura nel 1986 con lo scandalo petroli che venne fuori grazie a centinai di bobine con le tefonate registrate. Eppure nessuno in studio ha contraddetto questa cavolata.- Per abbattere un regime bisogna prendere delle posizioni precise e quindi avere il coraggio di aiutare l’oppositore ad essere piu’ incisivo altrimenti il vostro impegno e’ solo di facciata.-
Condivido in toto senza se e senza ma, anche se i distingui del caso potrebbero essere decine.
Secondo me non si tratta piú di fare solo informazione, ma di riuscire a trovare la notizia più urlata o che riesca ad essere cronaca ma anche gossip. Il successo del Fatto ne è una prova evidente: l’Italia urla e vuole sentirsi urlare addosso. La cronaca – la notizia – la fanno ormai Corona, Cogne, le escort… tutto si comunica in ottica di marketing dello strillo. E’ questo che l’italiano medio ormai chiede, e i giornali è questo che gli vendono. Punto. E non conta quante volte il Pd straparli con gli slogan o con le frasi ad effetto che d’effetto non sono, per i giornali – e per buona parte dei loro lettori – conta solo l’errore. Se fai bene è normale e non fa notizia, ma se fai male…
Comunque dalle 9.30 su youdem.tv c’è la diretta dell’assemblea nazionale, proviamo a sentire di cosa parlano e poi ne traiamo le conseguenze. Anche qui, se volete.
[Update: piccolo liveblogging nei commenti]
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