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La maggioranza non c’è più!

Il governo non raggiunge la maggioranza a Montecitorio. L’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge di rendiconto generale dello Stato per il 2010 e i voti a favore sono stati 308, ben sotto la soglia di 316. I non votanti sono stati 321.

Questo voto ha certificato su un atto dirimente per la governabilità del Paese, il governo non ha la maggioranza in quest’Aula” ha detto il leader del Pd Pierluigi Bersani. Dopo il voto sul rendiconto dello Stato, Piazza Affari continua la sua corsa. Il Ftse Mib avanza del 2,41%.

Il presidente del Consiglio, subito dopo il voto, si è messo a controllare il tabulato dei voti che gli è stato consegnato dalla sottosegretaria Laura Ravetto. Poi tutti i ministri si sono riuniti intorno al premier per controllare chi ha votato a favore e chi non ha votato per il Rendiconto finanziario dello Stato. Subito dopo il voto Berlusconi ha rivolto qualche parola al ministro dell’Interno Roberto Maroni poi è stata convocata presso la Sala del Governo
una riunione straordinaria a cui partecipano il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ed i ministri Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Maroni. “Decidiamo subito cosa fare” avrebbe detto il premier ai suoi.

Prima del voto l’affondo di Bossi: “Il premier lo faccia Alfano”.

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Domani il voto di fiducia al “processo lungo”

Domani dalle 9 nell’aula del Senato ci saranno le prime dichiarazioni di voto, e dalle 10 comincerà il voto di fiducia per il ddl “Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo”, più semplicemente definito “processo lungo” o “legge allunga processi”.

Perché il provvedimento viene chiamato “processo lungo”? Spiegarlo è un attimo.

Il primo firmatario al disegno di legge 2567 è la senatrice Carolina Lussana della Lega Nord. Inizialmente prevedeva il divieto di ricorrere al giudizio abbreviato – cioè alla possibilità di avere uno sconto di pena sveltendo il processo – per i reati punibili con l’ergastolo, durante l’esame della legge, però, sono successe due cose che rendono ad personam il suddetto decreto.

La prima è successa in commissione Giustizia del Senato quando il senatore Franco Mugnai, del PdL, ha inserito nel testo altre due norme: la prima fornisce alla difesa la possibilità di sentire un numero infinito di testimoni fino allo stop imposto dal giudice. La seconda stabilisce invece che non si possano utilizzare come prove fatti accertati con sentenze definitive in altri procedimenti.

L’altro fatto che rende il ddl a favore del premier è successo quando il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto che per definizione è parlamentare.

Naturalmente l’opposizione, con il Pd in testa, protesta facendo ostruzionismo già da ieri quando sono stati inseriti le due norme di Mugnai. Oggi il senatore Zanda, del PD, in aula mentre si dibattevano i tempi per il voto, ha definito la legge “schifosa”. Se pensiamo poi che anche Francesco Rutelli dell’Api, solitamente più pacato, dice che la legge “rappresenta perfettamente la fine di questo regime”, siamo al parossismo delle leggi a favore del presidente del Consiglio.

Sulla questione della fiducia la Presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro ci è andata giù molto dura: “Se il governo si assume la grave responsabilità di mettere la fiducia su un provvedimento di natura parlamentare come quello sul processo lungo, è necessario che il neo-ministro della Giustizia Nitto Palma venga subito in Senato a spiegare il perché. Una decisione del genere, assolutamente ingiustificata non si spiega se non con la necessità di salvare il Presidente del Consiglio da uno dei suoi tanti processi. È una cosa inaccettabile. E tutto questo avviene nel silenzio più totale e nel totale asservimento della Lega ai bisogni del Presidente del Consiglio, Berlusconi. In una situazione del Paese gravissima, testimoniata anche oggi dalle notizie sulla Borsa in cui servirebbe un clima politico positivo e costruttivo, ci troviamo invece di fronte a un governo e una maggioranza di irresponsabili che, per gli interessi di un premier disperato, ancora una volta umiliano il Parlamento, la Giustizia, il nostro Paese“.

Insomma, per l’ennesima volta il governo se ne frega dei problemi del paese per pensare solo a quelli del suo leader.

Il voto di fiducia verrà trasmesso in diretta streaming su pdcordenons.it dalle 9 di domani.

Ci vediamo di là, o sul sito del Senato se qualcosa va storto.

Che gentile…

Oltre agli americani, Gheddafi ha accusato pure gli italiani «di aver dato razzi Rpg ai ragazzi di Bengasi», amabilmente definiti «ratti schifosi e drogati pagati dai servizi segreti stranieri». Gesto gentile. Se il Colonnello dovesse cadere, ora il Cavaliere potrà vantarsi anche di aver armato i liberatori…

Pragmatici o casinisti?

Il Financial Times nella sua Lex Column fa un ritratto impietoso e imbarazzante dell’Italia di Berlusconi. A Washington, apprendiamo dai cablo diffusi da Wikileaks, pensano anche peggio del Premier, ma ritengono che un Berlusconi screditato e indebolito non possa mai dire no, e quindi vada bene per l’interesse nazionale USA. Insomma, pragmatici o casinisti, questi anglosassoni?

Di Wikileaks, di Berlusconi e di Calipari

Degli ultimi rapporti di Wikileaks pubblicati sul Guardian riguardanti i comportamenti del governo Berlusconi dopo l’uccisione dell’agente del Sismi Nicola Calipari, ne abbiamo scritto sul sito del Pd Cordenons.

Questa invece l’intervista che YouDem ha fatto stasera a Giuliana Sgrena

Panico e isteria

I rapporti segreti di Wikileaks, come era facile immaginare, hanno creato scompiglio in tutto il mondo, l’unico paese in cui il nervosismo è però diventato panico – visto poi in chiave assolutamente utopistica – è stato l’Italia.

Frattini ha iniziato con “l’11 settembre della diplomazia”, successivamente il premier con “mi faccio una risata” per poi di nuovo “vogliono distruggere il mondo”, finendo con “è tutto falso”.

Nemmeno l’Iran ha commentato così istericamente la divulgazione dei documenti segreti. Gli Usa si sono addirittura trincerati in un no comment iniziale per poi fare le solite accuse a Julian Assange. L’Italia no.

Il governo italiano ha preso talmente seriamente i post scriptum del personale diplomatico nei confronti di Berlusconi che ha reagito in modo delirante e maniacale. Per cosa poi: perché è stato letto dell’incapacità del premier di gestire il paese? o perché organizza spesso dei “wild parties” e quindi non riposa abbastanza? Sciocchezze ovvie e risapute.

Questo governo è stato assolutamente incapace di gestire una crisi diplomatica leggera come quella evidenziata da Wikileaks. Mi chiedo in che modo saprebbero gestire una crisi seria, tipo l’approccio ad una guerra vera o ad una azione militare nel nostro territorio.

Berlusconi continua a mentire sui rifiuti di Napoli

Berlusconi nel suo intervento a Ballarò ha mentito. I dati ufficiali dell’Asia, l’ente deputato allo smaltimento dei rifiuti a Napoli, sono una fonte ufficiale che dà garanzie maggiori e definitive della totale falsità della tesi di Silvio Berlusconi a Ballarò.

«Sui tre giorni, avevo detto che i rifiuti dal centro di Napoli dovuti a un’inefficienza dell’Asia, l’azienda delegata dal Comune di Napoli, sarebbero stati rimossi. Siamo intervenuti con l’esercito, i rifiuti sono stati rimossi»

I dati dell’Asia sono piuttosto chiari, ma per comprenderli ancora meglio è utile una premessa sommaria: a Napoli non è mai stato attuato un progetto plausibile ed efficace per la raccolta dei rifiuti e per il superamento dell’emergenza. Quello che è stato fatto, e che ha permesso di tenere per alcuni periodi l’emergenza fuori dalla porta, è stata l’individuazioni di alcune toppe temporanee e affannose su cui gli enti locali smaltiscono acrobaticamente i rifiuti di giorno in giorno senza un disegno esteso e rassicurante. I dati sulle giacenze dei rifiuti in strada variano quindi al variare dei livelli di saturazione di queste diverse soluzioni parziali. Ecco cosa mostrano giorno per giorno per il periodo dal 19 settembre al 25 novembre.

Come si vede, intorno al 20 settembre si manifestano le prime quantità cospicue di rifiuti non smaltiti. Dal 31 agosto è bloccata la seconda linea del termovalorizzatore di Acerra e nelle settimana successive ci sono difficoltà di uso della discarica di Chaiano. Nei giorni successivi cominciano a parlarne i giornali e a spiegare che ci sono stati i primi blocchi che hanno impedito di usare la discarica di Terzigno e quella di Chiaiano. Nei giorni successivi il sistema di gestione dei “flussi” riesce a utilizzare alcune delle altre soluzioni e le cose tornano sotto controllo di giorno in giorno, per due settimane.
Ma dal 16 ottobre diventano inutilizzabili Chiaiano e gli impianti Stir di Giugliano, e Terzigno nei giorni successivi: e la situazione precipita rapidamente, anche col parziale uso di Chiaiano. Il 22 ottobre ci sono 1900 tonnellate di immondizia non smaltita e Berlusconi annuncia in una conferenza stampa “che in tempo di dieci giorni la situazione possa essere portata nella norma”. Due giorni dopo, invece, le tonnellate sono cresciute fino a 2410.
L’aumento dei “conferimenti” allo Stir di Tufino fa scendere i rifiuti non smaltiti a “sole” 1560 tonnellate il 28 ottobre: è il giorno in cui Berlusconi – mentendo su quella cifra e parlando di 1200 – si sente di dire in una nuova conferenza stampa che “nei prossimi tre giorni, avendo individuato già i siti verso i quali queste 1200 tonnellate saranno inviate (…) noi avremo la possibilità di ritornare all’assenza di rifiuti nella nostra bella città”. Invece succede il contrario.

Nei quattro giorni successivi i blocchi a Taverna del Re, le proteste a Chiaiano e lo Stir di Giugliano chiuso per “saturazione da frazione tritovagliata non evacuabile”, riportano l’emergenza a livelli tali da rendere ridicola la promessa del PresdelCons: 2140 tonnellate il 30 ottobre, 2250 il 1° novembre, 2310 il 2 novembre. Nei cinque giorni successivi alla promessa dei tre giorni – quella “completamente mantenuta” secondo Berlusconi a Ballarò – la monnezza a Napoli aumenta.
Le cose migliorano un po’ nei sei giorni successivi: la riapertura di Taverna del Re permette di portare i rifiuti non raccolti sotto le mille tonnellate per un paio di giorni (sotto le mille tonnellate!), l’11 e il 12 novembre. Dopo di che è di nuovo il disastro. L’esercito mandato in gran pompa si è limitato a prendere atto dell’impossibilità di risolvere la questione. E così il 17 novembre si arriva alla cifra record di 3010 tonnellate di rifiuti arretrati, quando gli Stir sono tutti bloccati per saturazione. Da allora oggi le quote si abbassano di pochissimo con lievi variazioni a seconda delle maggiori disponibilità dello Stir di Giugliano e della discarica di Chiaiano.

E ieri è tornato Berlusconi per dire:

«Con l’operazione lanciata ieri in meno di due settimane porteremo Napoli al meritato e dovuto decoro»

L’aveva già detto un mese fa, non c’era riuscito, e ha poi preteso di intervenire in diretta a Ballarò per mentire sui fatti e accusare chi li raccontava.

Berlusconi a Ballarò mente e s’arrabbia

Ieri sera a Ballarò Silvio Berlusconi ha chiamato in diretta Floris e, parlando dei rifiuti di Napoli, si è tanto arrabbiato perché il conduttore cercava di sveltire il suo monologo per fargli delle domande, che, come ormai capita ogni volta che telefona alla trasmissione, si arrabbia, sproloquia e poi riattacca stizzito:

«Il problema dei dieci giorni era per l’impianto della raccolta delle immondizie chiamato Cavazzari in comune di Terzigno, che essendo stato male usato dal comune di Napoli emetteva dei miasmi insopportabili. In dieci giorni, tramite la Protezione Civile, siamo intervenuti e abbiamo rimediato alla situazione […] e con l’accordo di tutti i sindaci dei 18 comuni abbiamo risolto il problema  […] Per i tre giorni avevo detto che i rifiuti nel centro di Napoli, dovuti a una inefficienza del comune di Napoli, sarebbero stati rimossi. Siamo intervenuti con l’esercito: i rifiuti sono stati rimossi. Le due promesse sono state completamente mantenute».

In realtà le parole del premier, in quel famoso dieci-giorni-tre-giorni, sono state: «Nei prossimi tre giorni… noi avremo la possibilità di ritornare all’assenza di rifiuti nella nostra bella città». La promessa, come tutte le altre che ha fatto finora Berlusconi, non è stata mantenuta. Ed è naturale per un governo che pensa ai proclami più che ai fatti.