La crisi non è colpa del governo, certo. Ma l’hanno aggravata e ora lasciano il Paese disarmato. Per tre anni ci hanno detto che stavamo meglio degli altri. Adesso invece scopriamo che, da Wall Street alla Fiom, tutto il mondo si fa una domanda facile facile. Come faremo a pagare un debito così alto con una crescita e una produttività tanto basse? La prova che c’è qualcosa di più profondo del nostro buco di bilancio viene dall’assalto alle banche. Sono sane, sono state prudenti con i derivati, non hanno avuto bisogno del salvagente eppure finiscono sotto attacco. Perché? Perché le imprese sono in difficoltà e le nostre banche sono legate alle imprese, soprattutto a quelle piccole. Le aziende hanno poco lavoro, nessuna liquidità e stanno andando largamente in sofferenza. Si sente in giro una vera paura sul futuro.
E non lo diciamo per un interesse di bottega ma per un’analisi obiettiva della situazione. Di fronte a una novità di questo tipo i mercati capirebbero che ci stiamo occupando di dare una svolta.
Pier Luigi Bersani intervistato da Repubblica: «O si va a votare subito o si trova lo spazio di una soluzione transitoria in netta discontinuità con il passato. Dopo questo lunedì, Berlusconi dovrebbe andare al Quirinale e rimettere il mandato nelle mani del presidente Napolitano».
Ed oggi pomeriggio alle 17,30 Berlusconi sarà alla Camera per il suo discorso sulla crisi finanziaria italiana. La seguiremo in diretta qui mentre i commenti saranno su Twitter con l’hashtag #berlusconicamera e sul profilo del Pd Cordenons su Facebook.
Ci vediamo lì…