Archivi tag: Crisi

Se non ora quando?

Dopo S&P anche Moody’s declassa il debito italiano, e a cascata Regioni ed enti locali vedono abbassare il loro rating. Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi si è stabilizzato a cifre record. Le stime sulla crescita sono tutte pessimistiche.
A Barletta quattro giovani operaie muoiono sotto il crollo di una palazzina in cui lavoravano in nero per meno di quattro euro l’ora, squarciando il velo su una condizione meridionale e femminile insopportabile per un Paese civile e avanzato.
Intanto il capo del Governo prosegue l’osceno teatrino delle battute da caserma, nella stanca ripetizione di un copione ormai ributtante. Il Paese è sull’orlo del baratro, epicentro di una crisi che rischia di travolgere l’Europa, e noi dobbiamo continuare ad avere un Presidente del Consiglio che non distingue il Parlamento dal Bagaglino?

Continua a leggere

Pubblicità

Panico e isteria

I rapporti segreti di Wikileaks, come era facile immaginare, hanno creato scompiglio in tutto il mondo, l’unico paese in cui il nervosismo è però diventato panico – visto poi in chiave assolutamente utopistica – è stato l’Italia.

Frattini ha iniziato con “l’11 settembre della diplomazia”, successivamente il premier con “mi faccio una risata” per poi di nuovo “vogliono distruggere il mondo”, finendo con “è tutto falso”.

Nemmeno l’Iran ha commentato così istericamente la divulgazione dei documenti segreti. Gli Usa si sono addirittura trincerati in un no comment iniziale per poi fare le solite accuse a Julian Assange. L’Italia no.

Il governo italiano ha preso talmente seriamente i post scriptum del personale diplomatico nei confronti di Berlusconi che ha reagito in modo delirante e maniacale. Per cosa poi: perché è stato letto dell’incapacità del premier di gestire il paese? o perché organizza spesso dei “wild parties” e quindi non riposa abbastanza? Sciocchezze ovvie e risapute.

Questo governo è stato assolutamente incapace di gestire una crisi diplomatica leggera come quella evidenziata da Wikileaks. Mi chiedo in che modo saprebbero gestire una crisi seria, tipo l’approccio ad una guerra vera o ad una azione militare nel nostro territorio.

Come uscire dalla crisi?

A quasi due anni dall’inizio della tempesta finanziaria del 2008 e della conseguente crisi economica che ha colpito duro nel 2009 e che si fa ben sentire anche nel 2010, riteniamo importante come circolo proporre alla cittadinanza una opportunità di approfondimento e di riflessione. Quella che stiamo vivendo è una crisi epocale e mondiale e l’uscita non sarà spontanea per cui il rimedio non può essere l’attesa. Le crisi rappresentano dei momenti di dis-equlibrio da cui si esce ritrovando un nuovo equilibrio, diverso dal precedente. Le crisi implicano un cambiamento. Possono diventare generative se ci si impegna a riconoscerne le cause e a definire chiare ed efficaci strategie di uscita. Fermarsi in un porto sicuro, o ritenuto tale, in attesa che passi la tempesta in questo caso non serve, anzi è pericoloso. Eppure è quello che predica da mesi il governo Berlusconi.
Dopo la tempesta, infatti, il territorio potrebbe essere sostanzialmente cambiato, tale da non essere più riconoscibile per alcuni, mentre per quelli che sono riusciti decifrare i nuovi assetti e a disegnarne le mappe il vento è già in poppa. Dalle situazioni di crisi si esce assieme e cambiando, non solo la pelle ma anche forma e struttura. Concetti come ricerca, innovazione, formazione, globalizzazione, integrazione, sostenibilità, equità non devono essere solo belle parole da inserire all’interno di ogni discorso ma devono essere assunti come valori su cui fondare la azioni delle amministrazioni pubbliche e delle imprese.
Cosa può fare la politica in un simile frangente? Prima di tutto bisogna non negare le evidenze, poi capire le cause, quindi attivare le opportune strategie, nazionali e locali, non solo per uscirne ma sopratutto per uscirne bene assieme, famiglie ed imprese. Prendendo spunto dal titolo di un libro di Primo Levi “I sommersi e i salvati”, possiamo aspettarci che qualcuno sarà sommerso e che qualcun altro sarà in grado di salvarsi. La buona politica deve far si che si realizzi la seconda ipotesi, salvando assieme alle famiglie e alle imprese la coesione e l‘integrazione sociale.

Nel corso dell’incontro di MERCOLEDÌ 13 MAGGIO alle ore 20.30 presso la Sala consiliare al Centro Culturale “A. Moro” interverranno:

– l’economista Fulvio Mattioni illustrando una serie di elementi e dati per un corretto dimensionamento della crisi e dei suoi effetti, con una particolare attenzione alla nostra Regione ed alla nostra Provincia.

– l’Onorevole Matteo Colaninno, che oltre ad essere un deputato del PD è anche un imprenditore, presenterà le proposte del PD e farà il punto della situazione rispetto al percorso del nostro paese per uscire dalla crisi, raccontandoci cosa è stato fatto dal Governo e cosa si sarebbe dovuto e potuto fare.

– il consigliere regionale Paolo Pupulin a sua volta porterà la voce del PD regionale ed illustrerà quanto è stato fatto e purtroppo anche non fatto dalla Giunta Tondo per far ripartire la nostra Regione.

Coordinerà la serata il segretario del Circolo Pd di Cordenons Giovanni Ghiani. Dal pubblico interverranno rappresentanti politici, delle Organizzazioni sindacali e datoriali del pordenonese e cittadini.

Sarà, insomma, un’occasione di confronto sui contenuti con ottica propositiva che crediamo particolarmente preziosa per tutti.

Scarica il volantino

ps: fatti riconoscere come nostro lettore 😉

Finché c’è vita c’è speranza

di Giacomo Lagona

Chiuso per sfigaNella notte tra lunedì e martedì scorso, presso gli stabilimenti della Agile/Omega di Roma (l’ex Eutelia) c’è stata un’irruzione di alcuni vigilantes mandati dall’ex amministratore Samuele Landi per sgomberare i lavoratori da mesi in mobilità e che occupavano lo stabilimento regolarmente. La grave vicenda è stata filmata dalla troupe di “Crash”, il programma condotto da Federico Ruffo su Rai Educational, ed è quindi facilmente intuibile quali saranno le conseguenze per l’amministratore e i vigilantes “squadristi”.

Questa vicenda mi ha dato lo spunto per capire come siamo messi in provincia di Pordenone con la grave crisi che in cui ci troviamo, e quali siano le conseguenze per l’occupazione e l’economia locale.

L’Ideal Standard di Orcenico di Zoppola a luglio preventivava di mettere in cassa integrazione circa 500 lavoratori. Durante il mese di ottobre, questi 500 cassintegrati si erano trasformati in 180 licenziamenti, fortunatamente le trattative tra azienda, regione e sindacati, pare abbiano portato a dei contratti di solidarietà per i dipendenti licenziati.

La SIAP di Maniago era in cattive acque da molti mesi, è quindi sembrato abbastanza normale che a settembre i vertici del gruppo Carraro abbiano deciso di mobilitare 167 dipendenti. In tutta questa storia di normale però c’è stata solamente la manifestazione per le vie di Maniago, la prima dopo la scesa in piazza dei coltellinai maniaghesi dal 1974. Anche in questo caso la regione si è attivata, ma finora di risultati favorevoli per i lavoratori non ce ne sono stati.

La situazione più spinosa è però quella della Super//Fluo, la ex Seleco di Pordenone. A fine 2008 l’azienda di Tv Lcd – con sede unica a Pordenone, è bene ricordarlo – aveva stupito per i nuovi modelli di Tv”con le ali” e dalla lucetta integrata all’elettrodomestico. Però l’agguato era dietro l’angolo: già a marzo la proprietà aveva annunciato che la crisi stava risucchiando anche loro nelle sue spire. Dapprima si vociferava per un concordato, poi di eventuali partner commerciali o in grado di acquisire l’azienda, successivamente si è capito che c’era in realtà un problema nella gestione dei marchi (Imperial, Seleco, Brionvega) compreso quello di SmartTv e Sim 2. Nel frattempo la SmartTv va in liquidazione e i sindacati si trovano a fronteggiare una difficile situazione occupazionale: da un lato i 97 dipendenti Seleco-Formenti in cassa integrazione da giugno, dall’altro i patti rispettati da Sim 2 con l’organico in attività fino a settembre di quest’anno. Da fine ottobre la situazione è un divenire continuo.

In questo massacrante 2009 sono stati bruciati 1100 posti di lavoro dall’inizio dell’anno: quasi 500 l’Electrolux, 147 l’ex Eco, 97 la Seleco, 50 la Savio, altri 50 il gruppo Sintesi a Spilimbergo, l’Ilpea trasferendosi a Orcenico ha fatto saltare 30 posti di lavoro, 70 l’Emmezeta e se contiamo i non ancora definiti accordi per l’Ideal Standard, i conti tornano perfettamente. A Cordenons addirittura un’azienda ha deciso l’autofallimento con la conseguenza che 20 dipendenti rimarranno presto a casa.

I dati provinciali parlano di un più 1100% di cassa integrazione ordinaria, dati relativi al periodo settembre 2008/settembre 2009. La cassa integrazione ordinaria è passata dalle 209 mila ore di gennaio-settembre 2008, ai 2 milioni e mezzo di ore dello stesso periodo di quest’anno: in termini assoluti quasi 2,3 milioni di ore in più, ovvero + 1.097,6%. La media regionale è invece ferma “solo” al 145%. C’è di che sperare per il futuro…

Ditelo a loro che la crisi sta passando/4

Il Partito Della Crisi: un movimento che non teme neppure il recente sbarramento del 4%, sempre pieno di nuovi aderenti e oratori accalorati, un bacino incredibile di voti e votanti (ma anche di edicole votive), senza bandiere, né destra né sinistra insomma… perché tutto sì sa fa brodo, anzi fa crisi. Basta camminare per strada, quella della propria città, poco importa se piccolo centro urbano o grande metropoli perché al bancone del salumiere, tra i copioni del fruttivendolo abusivo, al bar o alla posta troverai sempre qualcuno che appartiene al partito della crisi, anche senza saperlo. Il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, ha parlato di “una crisi, quella che stiamo vivendo, più grande di quella del dopoguerra, e tra due mesi sarà molto peggiore, colpendo anche le aziende più piccole”.

Intervista estemporanea ad un gruppo di persone, lavoratori nel settore edilizio. Un viaggio attraverso la crisi, attraverso le periferie palermitane popolate da piccoli imprenditori, famiglie, donne e uomini che oggi giorno tentano di sopravvivere e tirare avanti nonostante tutto.

Chiacchieratori da strada e di crisi

Ditelo a loro che la crisi sta passando/3

Il Partito Della Crisi: un movimento che non teme neppure il recente sbarramento del 4%, sempre pieno di nuovi aderenti e oratori accalorati. Un bacino incredibile di voti e votanti (ma anche di edicole votive), senza bandiere, né destra né sinistra insomma… perché tutto sì sa fa brodo, anzi fa crisi. Basta camminare per strada, qualsiasi strada di qualsiasi città, poco importa se piccolo centro urbano o grande metropoli, per sentire più o meno gli stessi discorsi: nel bancone del salumiere, tra i copioni del fruttivendolo abusivo, al bar o alla posta. Troverai sempre qualcuno che appartiene al partito della crisi, a volte, senza neppure saperlo. Il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, ha parlato di una crisi, quella che stiamo vivendo, più grande di quella del dopoguerra, e tra due mesi sarà molto peggiore, colpendo anche le aziende più piccole”.
Intervista estemporanea ad un commerciante palermitano. Un viaggio attraverso la crisi, attraverso le periferie palermitane popolate da piccoli imprenditori, famiglie, donne e uomini che oggi giorno tentano di sopravvivere e tirare avanti nonostante tutto.

ll commerciante di passi

Ditelo a loro che la crisi sta passando/2

La crisi non invecchia mai: la città, i suoi tessuti, le sue economie ne portano addosso gli effetti. La crisi del capoluogo siciliano sembra essere quasi uno degli inveterati vizi di Palermo. La domanda è: cosa è cambiato nel 2009? i numeri. La crisi, insomma, ha allargato i suoi bacini.
Secondo il XVIII Report Sud dossier stilato della Fondazione Curella e dal Diste, la disoccupazione resta alta nel meridione, alcuni settori produttivi risentono della crisi a livello mondiale, il turismo subisce una frenata. L’ultima indagine campionaria su “Reddito e condizioni di vita” dell’Istat, documenta una situazione disastrosa per la Sicilia: il 19,6 per cento è stato in arretrato con il pagamento delle bollette, il 23,5 non riesce a riscaldare la casa adeguatamente e ben il 57,5 non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 700 euro.
La crisi ha toccato tutti i settori comportando la chiusura di importanti aziende e il licenziamento, o la cassa integrazione di molti operai. Nel terzo trimestre 2008, l’edilizia siciliana ha perso 14.000 addetti e l’industria in senso stretto mille. Poi c’è il dramma dei senza casa e dei disoccupati distribuiti tra container, alloggi confiscati alla mafia, ed edifici occupati abusivamente per avere almeno un tetto sopra la propria disperazione.

Palermo boccheggia

 

Ditelo a loro che la crisi sta passando

Novembre 2009. La crisi della Videocon di Anagni, 13 mesi dopo il sit-in di cinque operai in sciopero della fame e durante il quale uno dei lavoratori avvertì un malore per il gran caldo di inizio settembre dello scorso anno. 1500 operai, 1500 famiglie in una lacerante incertezza. Tante le proteste inscenate, anche estreme purtroppo per avere interlocutori in grado di dare risposte, di fronte alla decisione della proprietà, più volte ribadita, di abbandonare il sito produttivo di Anagni. Ignorati dai media nazionali anche quando di fronte alla prospettiva dell’immediata messa in mobilità hanno invaso l’autostrada A1, bloccandola in entrambi i sensi di marcia per 6 ore, paralizzando di fatto il Paese. A fine dicembre la proprietà indiana abbandonerà Anagni ed il governo italiano premia la proprietà per precedenti e nobili motivi: Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, per il contributo nella ricostruzione dell’Italia nel primo dopoguerra.

La Crisi della Videocon (settembre 2008)