Il direttivo del Circolo Pd di Cordenons si è riunito recentemente per analizzare la situazione interna al partito, il clima politico in vista delle elezioni e per organizzare la fase clou della campagna elettorale sul territorio.

Il direttivo del Circolo Pd di Cordenons si è riunito recentemente per analizzare la situazione interna al partito, il clima politico in vista delle elezioni e per organizzare la fase clou della campagna elettorale sul territorio.
Il Tar del Piemonte ha deciso di ottenere altre documentazioni per far luce sui ricorsi presentati dai Verdi e dall’Udc contro l’elezione del leghista Cota in regione, facendo così slittare la sentenza per il 15 luglio. Due sere fa Enzo Ghigo, coordinatore del PdL per la regione Piemonte, ha commentato così la fiaccolata organizzata dal centrodestra contro i ricorsi elettorali:
«E’ un bel segnale, un successo, e la folta partecipazione, non solo di militanti ma anche di cittadini legittima il voto popolare.»
Nella foto, un particolare del bel segnale.
Considerazioni del segretario Giovanni Ghiani
Il voto ha sostanzialmente deluso le aspettative di crescita del PD e del Centrosinistra nel suo complesso. Qualche lieve miglioramento, non si può negare, c’è stato rispetto alle ultime consultazioni del 2009, ma è poca cosa. Il vento del cambiamento che Bersani, e noi con lui, credevamo stesse spirando, in realtà era solo un vento agognato. Il risultato finale di 7 a 6 è il bicchiere mezzo pieno che non disseta. Abbiamo perso di poco in due regioni importanti è vero, ma abbiamo perso. E’ inutile che facciamo finta di non vedere il peso delle regioni conquistate dal Centrodestra. Non sono pochi quelli che dicono che finché Berlusconi avrà il dominio delle televisioni potendo spadroneggiare su tutti i Tg e mettere il bavaglio ai giornalisti non asserviti, non avremo modo di vincere perché non siamo messi nelle condizioni di combattere ad armi pari. Io la penso un po’ diversamente. Penso che se da un lato sia assolutamente reale e intollerabile la sproporzione di forze in tv tra noi e il centrodestra (maledetta legge sul conflitto di interessi che non abbiamo avuto il coraggio di fare), d’altro canto mi pare riduttivo e insufficiente attribuire solo a questo fatto la causa della nostra inadeguatezza a vincere e convincere.
Vorrei ricordare che la lista di Beppe Grillo ha avuto un centesimo del tempo televisivo del Pd in tutta la campagna elettorale, per dire almeno che esisteva, e ha preso un sacco di voti comunque. Ben 400.000 voti raccolti in 5 regioni su 13!
Se avessimo il livello di efficacia comunicativa di Grillo avremmo potuto prendere almeno il 35% e non il 26 con le briciole dopo la virgola. Con questo non voglio dire assolutamente che dobbiamo sposare il grillismo. Ci mancherebbe (anche se non darei un giudizio sprezzante e liquidatorio sul movimento e le istanze di cui si fa portatore). Ma è del tutto evidente che la televisione non è tutto. Che, come Grillo insegna da tempo, il canale comunicativo del web è importante e va utilizzato per fare rete, non solo per mandare informazioni o fare vetrina. Dobbiamo capire che la consultazione aperta e dal basso è molto importante per rinnovare il linguaggio, per selezionare le idee‐forza, per testare le proposte programmatiche. Sminuire questo dato, che è in continua crescita, significa rimanere ai margini dell’innovazione politica. Rendiamoci conto che quell’8% di Grillo nella roccaforte della sinistra italiana ‐ l’Emilia rossa ‐ è da far tremare le vene ai polsi. Per non dire dell’aumento della Lega Nord proprio in quella regione e crescente (siamo al raddoppio dei voti!) anche nelle altre regioni del Centro Italia. E poi quel 4% in Piemonte dove Grillo ha decretato la nostra sconfitta parla da solo. Insomma gli altri ci stanno mangiando l’erba da sotto i piedi senza che noi ce ne accorgiamo. Ce ne accorgiamo solo alla prova del voto. Non solo la questione settentrionale è sempre più acuta, si sta estendendo al Centro Italia, ma i vertici continuano a minimizzare. Questo è grave!