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E anche per oggi il governo regge…

Oggi, dalle 14.30 in poi circa (trasmesso in diretta da RaiTre e, forse, RaiNews), ci sarà alla Camera il dibattimento con cui il Partito Democratico e l’Idv chiedono a Giacomo Caliendo le dimissioni da sottosegretario alla giustizia.

Probabilmente non succederà nulla, quindi Caliendo rimarrà sottosegretario, ma è giusto ricordare come si svolgeranno i lavori parlamentari di questo pomeriggio.

Numeri.
I deputati sono 630, l’asticella della maggioranza è fissata a quota 316. PdL e Lega hanno annunciato voto contrario alla mozione: sono 296 voti. Insieme a loro voteranno contro i quattro finiani membri del governo – Ronchi, Urso, Menia e Buonfiglio – come confermato ieri dallo stesso presidente della Camera. Si arriva quindi a 300. Chi voterà certamente in modo favorevole sono i deputati di PD e IdV, che insieme raggiungono quota 235. I membri dell’UdC, dell’ApI, del MpA e di Futuro e libertà hanno deciso ieri di astenersi: in tutto sono 76. Rimangono fuori alcuni membri del gruppo misto, ma l’orientamento dell’aula è comunque chiaro, visto che gli astenuti fanno abbassare l’asticella e i no saranno più dei sì. Caliendo resterà al suo posto.

Se l’esito è già scritto, cosa resta da guardare?
L’esito del voto è scontato ma il dibattito parlamentare che lo precederà ha qualche ragione di interesse. Sarà interessante ascoltare le motivazioni offerte dai vari capigruppo davanti al primo voto del nuovo scenario politico apertosi con la fuoriuscita dei finiani dal PdL. Sarà interessante ascoltare la loro dichiarazione di voto e quella dei vari gruppi centristi che insieme a loro si asterranno: se da una parte c’è chi da giorni si sfrega le mani parlando di “terzo polo”, dall’altra secondo Repubblica ieri Fini avrebbe detto ai suoi che “Nessuno è autorizzato, perché non è la mia idea né il mio progetto, a parlare della riunione come si trattasse di prove del terzo polo”.

Il Governo dunque regge.
Per ora sì. Dentro il PdL alcuni più esagitati di altri continuano a dire che Berlusconi deve comunque chiudere qui la storia di questo governo, che l’astensione dei finiani è gesto sufficiente a giustificarla. Ieri Mario Landolfi ha detto che “un minuto” dopo il voto sulla mozione Berlusconi dovrebbe salire al Quirinale e rendere conto a Napolitano della fine della maggioranza. Solo che non troverebbe nessuno, perché ieri Napolitano ha fatto due telefonate – una a Berlusconi, una a Fini – si è fatto raccontare come stanno le cose e poi ha deciso di andare a Stromboli in vacanza. Qualcosa vorrà dire.

Seduta n. 365 di Mercoledì 4 agosto 2010

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE VOLTE ALLA PRESENTAZIONE DELLE DIMISSIONI DA PARTE DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO GIACOMO CALIENDO

La Camera,
premesso che:
emerge dalle notizie di stampa di questi giorni una vicenda che riguarda l’esistenza di un gruppo di persone, tra le quali alcuni pregiudicati, che in modo sistematico sembra che costruiscano o cerchino di costruire relazioni e contatti allo scopo dichiarato di orientare decisioni di organi costituzionali e politici;
questo gruppo trova udienza in esponenti del Governo, tra i quali il Sottosegretario alla giustizia, senatore Giacomo Caliendo;
il Sottosegretario Caliendo ha confermato in questi giorni la sua presenza a convivi con tale gruppo di persone, ma ha negato che, in sua presenza, si sia parlato di come condizionare organi dello Stato;
al di là della responsabilità penale, non può non essere politicamente censurabile la partecipazione del Sottosegretario Caliendo, che al momento non risulta indagato, a riunioni, in compagnia del capo degli ispettori ministeriali dottor Miller, con un bancarottiere pregiudicato sospettato di essere implicato in alcune delle vicende più torbide del dopoguerra,

impegna il Governo

ad invitare il Sottosegretario Giacomo Caliendo a rassegnare le dimissioni da Sottosegretario di Stato alla giustizia.
(1-00416) «Franceschini, Donadi, Amici».

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L’acqua diventa un bene di lusso

di Giacomo Lagona

Sapevamo che l’acqua è un bene primario e per questo è di tutti, oggi, in Italia, l’acqua è diventato un bene privato e quindi non più per tutti. Con i complimenti del popolo italiano che ha eletto questo Governo di destra e della Lega.

Il decreto del Ministro Ronchi è stato approvato per soli 50 voti di scarto, nonostante la fiducia richiesta dal Ministro e, soprattutto, dopo che la stessa maggioranza era andata sotto per ben quattro volte richiedendo, alla fine, la fiducia numero 26 per questo esecutivo.
Il Parlamento non è più luogo di dialogo istituzionale, ma un mero strumento delegittimato da questa maggioranza. È democrazia questa?

L’acqua è un business da 8 miliardi l’anno, e il Governo ha cercato – purtroppo riuscendoci – di portare quei soldi nelle mani di multinazionali che faranno di tutto per raddoppiare i loro interessi, a scapito del bene pubblico naturalmente. Ronchi e Fitto hanno dichiarato che «non ci saranno innalzamenti delle tariffe», ma su tutti i Tg Antonio Catricalà, presidente dell’antitrust, ha dichiarato che è possibile un aumento delle tariffe ma è un dovere degli enti locali vigilare affinché i costi rimangano entro i limiti. Catricalà si sbaglia di grosso: con l’approvazione del decreto “salva- infrazioni”, la riforma sulla gestione dell’acqua, lo Stato si impegna a non superare la soglia del 40 per cento di partecipazione pubblica. Ciò significa che nel migliore dei casi lo Stato italiano NON potrà decidere quanto e dove si aumenteranno i prezzi, ma – ove verrà richiesto da “forze governative” e nel caso di massima partecipazione – mettere un veto che porti a nuove negoziazioni.

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I dati definitivi delle Primarie

Sono finalmente stati ufficializzati i dati definitivi delle Primarie di domenica scorsa 25 ottobre. I dati analizzati indicano una grandissima affluenza con oltre tre milioni di elettori che si sono recati ai seggi per scegliere il proprio segretario, in realtà non si distaccano moltissimo dalle prime rilevazioni: difatti le percentuali rimangono pressoché invariate, mentre cambiano – con l’aumentare degli elettori – il numero di voti espressi per i singoli candidati. Ma andiamo per ordine con i dati ufficiali.

L’affluenza ai seggi è stata pari a 3.067.821 votanti.

Pier Luigi Bersani 1.603.531 voti pari al 53,15%;

Dario Franceschini 1.035.026 voti pari al 34,31%;

Ignazio Marino 378.211 voti pari al 12,54%.

L’Assemblea Nazionale è stata convocata sabato 7 novembre alla Nuova Fiera di Roma, per gli adempimenti statutari.
All’assemblea nazionale, per la provincia di Pordenone, parteciperanno gli eletti: Lodovico Sonego e Renata Bagattin per la mozione Bersani, Gianfranco Moretton e Giorgio Zanin per la mozione Franceschini, Matteo Cornacchia per la mozione Marino.

Il circolo di Cordenons augura un buon lavoro ai delegati eletti nella nostra provincia.

Confronto tv fra i tre candidati

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Confronto tv fra i tre candidati

E’ arrivato il momento del confronto. Youdem trasmette in diretta, venerdì 16 ottobre 2009 alle ore 15.00, il confronto tra i tre candidati alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico (replica alle 21.00).

Collegati sul Live di www.youdem.tv e sul canale 813 di Sky.

Per approfondire i temi in discussione guarda gli interventi dei candidati alla Convenzione Nazionale del 11 ottobre 2009.

Dario Franceschini
Discorso Franceschini

Pierluigi Bersani
Discorso Bersani

Ignazio Marino
Discorso Marino

I moderatori del confronto saranno: Maurizio Mannoni giornalista e conduttore televisivo – TG3 – e Tiziana Ferrario giornalista e conduttrice televisiva – TG1 – La platea sarà composta da 150 persone, equamente divisa tra i sostenitori delle 3 mozioni.

Un giorno di straordinaria follia democratica

di Giacomo Lagona

Il Congresso è finito, andate in pace. Sembra questa la fine di una giornata vissuta in sordina, in un famoso albergo romano di cui si vedono solo gli striscioni e gli stendardi del Partito Democratico, e le affissioni per il Congresso. E pullman, e auto, e gente… tanta gente. Erano i mille delegati che rappresentavano le tre mozioni che parlavano oggi: solo loro, senza dibattito ne’ confronto, solamente Bersani, Franceschini e Marino. Il Congresso era solo questo: la Finocchiaro che legge le lettere di Prodi e Veltroni, da’ l’ufficialità ai voti dei circoli confermando ciò che sapevamo già, istiga l’applauso a Napolitano e presenta i tre candidati e li avvia alle loro relazioni.

Qualcuno parla di un congresso light onde evitare le code passate dei congressi di Ds e Margherita, evitare un secondo “caso Serracchiani” – che spacca per l’ennesima volta il Pd attaccando la dirigenza – è un imperativo da rispettare a tutti i costi. Dunque ecco il congresso che non è congresso ma “Convenzione”. E’ già tanto che non si sia chiamato Convention con glamour american style. Ed eccoli dunque i tre candidati alla segreteria del Partito Democratico.

Inizia Pier Luigi Bersani: «La priorità assoluta e immediata è quella di portare risorse sui redditi medio-bassi, su chi sta perdendo il lavoro, su chi ha superato la soglia di povertà.» Bersani pensa ad un nuovo patto economico con le piccole imprese, aumentare i pochi  investimenti su scuola e università, rimediare al già provato sistema sanitario. Poi il colpo di grazia: la lotta alle corporazioni. «È tempo di un’offensiva liberale per aprire mercati regolati in molti settori dell’economia oggi strozzati da sistemi corporativi». Il populismo «è penetrato in profondità», perché «il progressivo indebolimento di ogni istituto di mediazione tra popolo e governo, l’idea che il consenso debba prevalere sulle regole». Chiude con lo slogan della sua campagna: «Se ti metti dalla parte dei deboli, dei subordinati, di chi lavora, di chi produce, puoi fare una società migliore per tutti».
Non infiamma la platea ma era immaginabile: Bersani non è un trascinatore, crede alla sostanza più che agli applausi. Ma oggi servivano quelli e non è andata nemmeno male, direi.

Tocca a Dario Franceschini. Il segretario uscente ha “solo” il 37 per cento dei delegati ma sembra evidentemente il contrario. Piglia applausi a scena aperta da tutta la sala, infiamma il pubblico con attacchi mirati al Presidente del Consiglio e parla a braccio a differenza dell’ex Ministro prodiano.  Sembra un fiume in piena e trascina tutti spedito al punto cruciale del suo discorso: «Se il 25 ottobre avrò la fortuna di restare segretario, le prime due persone che chiamerò a lavorare con me saranno Bersani per le sue competenze economiche e Marino per le sue competenze scientifiche». Potere della comunicazione: Berlusconi ne sarebbe fiero, se solo non ci avesse definito “i soliti comunisti”…
Arriva alle Primarie con una stoccata a D’Alema «Sono stati proprio gli iscritti a chiedere il coinvolgimento degli elettori: i primi a rispettare il risultato saranno proprio gli iscritti che amano questo partito indipendentemente da chi sarà chiamato a guidarlo. Se sarò eletto non toglierò mai le primarie per la scelta del segretario». Le alleanza – «Non vorrei che il contrasto alla vocazione maggioritaria ci porti a diventare un partito a vocazione minoritaria» – e i temi sociali: «La scelta più colpevole di questo governo è stata quella di aver pensato di affrontare la crisi occultandola, senza mettere in campo misure per affrontarla: la crisi finirà, vedete di cavarvela». Se si votasse adesso Franceschini verrebbe riconfermato segretario per acclamazione.

Prende la parola Ignazio Marino, la terza forza e terzo incomodo. Inizia citando De Tocqueville, ma continua con il cardinale Martini, Che Guevara, John Fitzgerald Kennedy, Anthony Giddens e Aldo Moro. E’ tutto un mondo di frasi famose, frasi fatte potremmo dire. Ma non è così: «Qualunque sarà il risultato del congresso il mio ruolo è quello di contribuire a un rinnovamento radicale». Parla di laicità come «mezzo irrinunciabile per la vita del Paese», attacca il partito per alcune scelleratezze al sud: «Possiamo continuare ad accettare che le classi dirigenti di alcune regioni del sud, che non si sono mostrate all’altezza del loro mandato, siano ancora considerate come forze di riferimento irrinunciabili? Io credo che l’antipolitica sia da contrastare. Ma dobbiamo partire da noi.»
Continua parlando di lavoro, occupazione e produttività: «In Italia più si invecchia più si guadagna, mentre in tutti gli altri paesi europei e occidentali la curva del reddito segue la naturale produttività della vita». Anche il Senatore becca applausi a scena aperta a conferma che l’otto per cento preso nei circoli potrà essere viziato dagli elettori delle Primarie.

Finiscono i discorsi, finiscono le trame, si aggiunge qualche bega organizzativa e tutti a casa. Si ritorna ai pullman, alle auto, alle case. Con lo strascico di volantini, bandiere, mollette verdi e adesivi del Congresso e della campagna a favore dell’uno o dell’altro candidato. Tutto in vista del 25 ottobre: giorno in cui il Partito Democratico dovrà eleggere il terzo segretario in due anni di vita. Ottima media, non c’è che dire.

I risultati finali

I risultati in provincia di Pordenone danno Franceschini in vantaggio su Bersani e Marino per le mozioni nazionali, mentre la Serracchiani è in netto vantaggio su Martines e Carloni per quelle regionali come si può vedere dal grafico riportato sul sito provinciale del Pd.
Sul sito del PD nazionale i risultati li abbiamo per tutte le regioni e quindi sono ufficiali e definitivi, anche se non ancora certificati dalle commissioni provinciali.

Ma andiamo per ordine: Votanti 385.117 pari al 56,99% degli iscritti aventi diritto. Voti validi 382.605, per Pier Luigi Bersani 216.130 voti pari al 56,49%, per Dario Franceschini 137.172 voti pari al 35,85% e per Ignazio Marino 29.303 voti pari al 7,66%.

Dunque i tre candidati nazionali andranno TUTTI alle primarie del 25 ottobre forti di un gran numero di elettori. E noi siamo pronti…

Le interviste ai candidati

pd

Cari amici,

Alla seconda edizione della Festa Democratica ci sono state tre interviste ai tre candidati della segreteria del PD. Chi non lo avesse ancora fatto può leggerne una sintesi (e guardare i video) sul sito del Partito Democratico:

Intervista a Dario Franceschini (sintesi e video)

Intervista Pier Luigi Bersani  (sintesi e video)

Intervista Ignazio Marino (sintesi e video)