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Abbiamo un tunnel e non lo sapevamo

Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.

Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.

Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante”.

Maria Stella Gelmini, il nostro Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che ha contribuito alla “costruzione del tunnel” tra il Cern e il Gran Sasso.

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Domani scuola

Domani dalle 17 fiaccolata in piazzale Ellero per manifestare a favore della scuola pubblica. Altre info sul profilo Facebook dei GD di Pordenone e sul nostro sito.

Siete invitati ad indossare l’abbigliamento informale

La riforma sulla scuola e sull’università voluta dal ministro unico dell’Istruzione Mariastella Gelmini dovrebbe approdare a breve in Senato per essere votata. In questi giorni tutti gli atenei – dalla Sapienza di Roma all’Università di Cagliari, dalla Statale di Milano all’Università di Catania all’Ateneo di Udine- sono in mobilitazione contro il ddl Gelmini e i tagli previsti all’istruzione dalla Finanziaria di Tremonti che mette letteralmente in ginocchio le università e la ricerca. In tutto questo scempio culturale, c’è invece chi ha il coraggio di andare in un ateneo a parlare con studenti e docenti: è il premier Silvio Berlusconi e l’università scelta è l’eCampus della Cepu di Francesco Polidori a Novedrate.

Per chi fosse poco informato su cosa sia il Campus in questione, ecco un bignamino che delucida sulle attività svolte dall’ateneo brianzolo. Nato nel 2006 con decreto ministeriale dell’allora ministro Moratti, l’università telematica della Cepu è però l’unica ad aver avuto il parere negativo del Consiglio universitario nazionale (Cun) e dal Comitato nazionale per la valutazione (Cnvu).  Non solo. Poche settimane fa il Cun ha segnalato alla Gelmini molte incongruenze sul funzionamento delle università telematiche in Italia. Gli esperti del Cnvu sono attesi entro l’anno a Novedrate proprio per verificare la rispondezza dell’offerta didattica con gli standard di legge. Sul sito della Cepu e negli uffici della stessa, si vedono molti manifesti pubblicitari che invitano gli studenti ad usate la rete, ergo eCampus, per laurearsi studiando da casa ed effettuando le conseguenti verifiche ed esami stando comodamente davanti al computer.

Ma chi è a capo di eCampus? L’intricatissimo sistema societario di eCampus è oggi riconducibile a una fiduciaria lussemburghese, Jmd International Sa, di cui non è chiara la proprietà. Nelle agenzie Cepu, dove si propone l’iscrizione ai corsi di laurea eCampus, che rilasciano titoli con valore legale, si offrono anche lauree della libera università di Herisau, più volte inserita nella lista nera dei titoli falsi dal ministero dell’Università. Ma il ministro Gelmini invece di controllare come e se le università telematiche seguano l’iter ministeriale, fa orecchie di mercante invitando i prof ad andare in pensione prima.

Vi sembra possibile che il ministro dell’Istruzione non sappia come funziona eCampus? non sappia che Mr. Cepu rilascia attestati universitari senza alcun valore provenienti da atenei riconosciuti dal ministero come falsi? vi sembra possibile che con le mobilitazioni dei prossimi giorni contro i tagli alle università e alla ricerca  per la manovra di Tremonti, l’unico ateneo visitato dal Presidente del Consiglio sia proprio quello non approvato dal Consiglio universitario nazionale e dal Comitato nazionale per la valutazione? vi sembra possibile che nell’imbarazzo della scelta per le università del nostro paese, Silvio Berlusconi vada a visitarne proprio una privata?

Agli oltre 3mila iscritti all’ateneo telematico eCampus, il rettore Lanfranco Rosati in persona ha inviato una mail settimana scorsa precisando che lunedì mattina 19 luglio il campus verrà visitato privatamente dal premier Silvio Berlusconi, il quale «parlerà con studenti e docenti» e sarà un evento – sottolinea Rosati ad ogni studente telematico – «che arriccherà la tua esperienza formativa». Come dire, da non perdere. Tant’è che subito dopo l’e-mail precisa di comfermare la presenza via posta elettronica o telefonincamente e contiene persino un tassativo consiglio su come vestirsi per incontrare il premier: «Siete invitati ad indossare l’abbigliamento informale».

(Giacomo Lagona)

Le parole sono importanti, se valgono per tutti

Oggi tutti a criticare Bersani per aver dato della rompicoglioni alla Gelmini, ma nessuno più si ricorda come il premier ogni giorno insulta e offende molte donne di sinistra apostrofandole ben peggio delle parole del segretario Pd .
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Frase del giorno

«In questa assemblea indichiamo figure di riferimento, vedo quella eroica degli insegnanti che nei grandi quartieri urbani e nelle città degradate vanno a inseguire il disagio sociale, a tener fermo il bambino impedendo che la classe vada in strada. E lo fa mentre la Gelmini gli rompe i coglioni! Questo è l’eroe dei tempi moderni.»

Pierluigi Bersani

Privilegi di un Ministro

Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha da poco avuto una figlia. Intervistata dal settimanale Io Donna ha dichiarato che tutte le donne dovrebbero tornare a lavorare immediatamente perché la legge che permette alle neomamme di passare a casa i tre mesi successivi al parto è solamente un privilegio.

Annalisa Terranova ha risposto al Ministro dalle pagine del finiano Secolo d’Italia:

Alla Gelmini evidentemente questa norma appare superflua, anzi la giudica un “privilegio”. Proprio così, stare a casa per chi ha avuto un bambino non è un diritto ma un privilegio. «Bisogna accettare di fare sacrifici».

Francamente, è un ragionamento assurdo. Una donna privilegiata che giudica privilegiate le donne normali perché usufruiscono di un diritto sacrosanto. In nome di che cosa? Di un esagerato efficientismo? Di una sorta di protofemminismo rampante? Di un pregiudizio contro lo stato sociale o di una visione un po’ troppo aziendale della maternità? Sia come sia l’uscita è allarmante. È giusto ritenere infatti che il lavoro femminile debba essere competitivo e debba essere considerato un fattore di crescita al pari di quello maschile ma senza perdere di vista la specificità femminile e il fatto che anche la maternità costituisce un elemento di ricchezza per una società e per una nazione.

Detto questo, la Gelmini dovrebbe dare risposte sulla scuola invece che consigli non richiesti alle neomamme e, anziché farci sapere che sua figlia frequenterà una buona scuola, particolare su cui non nutrivamo dubbi, ci dica piuttosto come risponde al preside di Roma che ha annunciato che boccerà tutti gli allievi perché gli mancano i fondi per i corsi di recupero. È una cosa che interessa tanti altri figli, tante altre mamme, e tanti altri papà. Normali, non privilegiati.

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