Ieri in consiglio comunale c’erano una sessantina di persone a godersi lo spettacolo…un triste spettacolo. Schierati con i fazzoletti verdi spiccavano, a mo’ di plotone, i leghisti capitanati dal segretario Bortolotti e dal vicepresidente della provincia Grizzo. Erano tutti lì a fissare i tre transfughi che hanno avuto l’ardire di fare un gruppo misto autonomo. Nessuno di loro ha parlato per motivare la scelta. Hanno preferito incaricare il presidente Del Pup a leggere una nota in cui si sono sbilanciati a dire che il nuovo gruppo sarà di stimolo alla maggioranza e del sindaco per il bene dei cittadini.
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Tempesta in maggioranza: era tutto già scritto…
Quello che sta succedendo nella maggioranza che governa (male) il comune di Cordenons viene da molto lontano, a mio avviso. Viene da prima delle elezioni.
Non mi sorprende che adesso i tre transfughi (Zancai, Bomben, Baletti) strizzino l’occhio alla formazione di Del Pup: io credo che l’abboccamento ci sia stato ben prima delle votazioni e cosi’ facendo Del Pup puntava a crearsi una “sua” base allargata in Consiglio Comunale, al di là dei consensi che la sua lista avrebbe potuto prendere.
Quando l’Emilia salvò la Milano lumbard dalla spazzatura
Era la fine di novembre del 1995 e la più «europea» delle città italiane soccombeva sotto una valanga di pattume. Spazzatura ovunque: nel centralissimo corso Vittorio Emanuele come a Quarto Oggiaro, estrema periferia: ventimila tonnellate di sacchi neri ammassati nelle strade, la metà dei quali nel piazzale attiguo alla sede della municipalizzata dei rifiuti, proprio davanti all´ospedale San Raffaele.
Emergenza vera, da risolvere subito. Progettare nuovi impianti, potenziare quelli vecchi, avviare un piano per la raccolta differenziata – tutte cose che pure si fecero – non bastava. Bisognava liberare le strade chiedendo aiuto ad altre Regioni. Milano, che allora aveva un sindaco leghista, lo fece.
E Marco Formentini vuole ricordarlo così: «Da quasi un anno avevo portato in giunta, come assessore all´Ambiente, uno dei massimi esperti del settore, Walter Ganapini; fu lui, in quei giorni tremendi, a telefonare al presidente della Regione Emilia Romagna, che era Pier Luigi Bersani; Ganapini è emiliano, i due si parlarono in dialetto per un quarto d´ora, e l´aiuto arrivò. Ovviamente – aggiunge – i nostri rifiuti potevano essere accolti, non c´erano i limiti normativi che oggi rendono difficile accogliere quelli di Napoli».
Sedici anni dopo, la nemesi: il partito che fu di Formentini minaccia di «far volare le sedie» se i rifiuti di Napoli finissero nelle Regioni del Nord grazie a un decreto «truffa», come dice Calderoli. Ma allora andò proprio così: Milano fu salvata da altri, anche se non se ne stette con le mani in mano.
Successe che dai primi di novembre i rifiuti prodotti dai milanesi non potevano più essere conferiti nella discarica di Cerro Maggiore (proprietario Paolo Berlusconi), l´impianto più capiente sul territorio provinciale. I cittadini di quel Comune erano scesi sul piede di guerra contro la decisione presa dal presidente della Regione (c´era già Formigoni, come adesso) di prorogarne l´apertura per altri 18 mesi, dopo che il sindaco leghista di Cerro l´aveva fatta chiudere dall´oggi al domani, proprio su pressione dei propri amministrati che non volevano più il pattume del capoluogo.
Il blocco durò 23 giorni, poi Formigoni si accordò con il Comune di Milano e la Provincia su un piano operativo di smaltimento che prevedeva ancora per qualche tempo l´utilizzo di quell´impianto, destinato comunque a chiusura definitiva una volta risolta l´emergenza. Ma prima c´erano state le liti furiose tra il sindaco Formentini e il governatore Formigoni, nel frattempo nominati dal governo il primo come commissario per i rifiuti milanesi, l´altro per quelli provinciali.
Il paese degli arroganti
Ieri Berlusconi, Bossi, Trota, Cota e qualche altro vassallo padano sono andati a trovare l’altro padano, il governatore veneto Luca Zaia, nei luoghi delle alluvioni di queste settimane. Momenti di tensione prima a Vicenza e poi a Padova tra un gruppo di manifestanti e le forze dell’ordine in occasione dell’annunciato arrivo del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del ministro Umberto Bossi in Prefettura per fare il punto sulle zone alluvionate. Il corteo dei manifestanti, formato da studenti, ricercatori ed esponenti dei centro sociali, che ha urlato anche “Bunga bunga non lo balliamo“, è stato tenuto lontano dal palazzo della Prefettura. Berlusconi e Bossi sono giunti a Padova verso le 13.20. All’arrivo a Padova del premier dal corteo di protesta sono partiti pesanti slogan e insulti all’indirizzo soprattutto del presidente del Consiglio. «Mafioso, mafioso» e «Dimissioni, dimissioni» sono stati alcuni degli slogan urlati dai manifestanti.
Fin qui la cronaca, alcuni giornali stamane avevano una photo-gallery dove si notava tutta l’arroganza leghista. A essere cinici si potrebbe pensare che i difetti di una certa politica siano tutti qui. C’è l’arroganza del capo che, in barba alla legge, fuma tranquillamente il suo sigaro al chiuso, in un locale pubblico e durante un incontro istituzionale. C’è Cota, il braccio destro del capo che, invece di ricordare a quest’ultimo che sarebbe bene spegnere il sigaro, gli regge il portacenere. E c’è il figlio del capo che non ha avuto bisogno di meriti particolari, a parte essere il figlio del capo, per raggiungere e frequentare assiduamente le stanze del potere.
Impunità, arroganza, servilismo, nepotismo. A essere cinici o, secondo i punti di vista, moralisti, si potrebbe dire che sono tutti in questa foto i vizi capitali della politica in Italia. O forse, a esserlo davvero, si potrebbe notare che quei vizi hanno raggiunto la Padania e la sua classe dirigente, che era nata proprio per abbatterli. Ma la Lega è ormai di casa a Roma ladrona.
Prove di leghismo imperiale
Per conoscere la storia di Roma e recuperare un contatto con le sue tradizioni, l’assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio lancia l’idea di un progetto per l’introduzione facoltativa dello studio del Latino nelle scuole elementari. «L’obiettivo – ha detto nel corso di una conferenza in Campidoglio – è quello di introdurre un progetto, nelle scuole che vorranno aderirvi, per un primo insegnamento del Latino, una cultura che si deve recuperare»
Per non rimanere dietro l’imperatore celtico.
Un caso umano
Quello di Adro ormai non è più un caso politico: è un caso umano. Il caso di Danilo Oscar Lancini, nato a Rovato 45 anni fa, titolo di studio licenza media inferiore, ex imprenditore specializzato negli spurghi, sindaco di Adro dal 2004, rieletto nel 2009 con un quasi plebiscito: 62 per cento.
Oscar Lancini ha da tempo vinto (scusate il penoso gioco di parole) l’oscar di ultrà all’interno di un partito, la Lega, dove gli ultrà non solo abbondano ma non fanno neppure nulla per nascondersi. Prima ha istituito la taglia di 500 euro per i vigili urbani che stanano i clandestini. Poi ha mandato a mangiare a casa i bambini figli di genitori (quasi tutti immigrati) morosi nel pagare la retta della mensa scolastica. Quindi, da settembre, ha preso direttamente in carico – come Comune – la gestione della stessa mensa scolastica e ha deciso che possono sì mangiare tutti, ma solo un menù padano, il che ha fatto infuriare gli immigrati, che ieri si sono rivolti al presidente della Repubblica Napolitano, costretti a scegliere se mangiare maiale o digiunare.
Infine il capolavoro: ha decorato il nuovo polo scolastico del paese (intitolato a Gianfranco Miglio, tanto per essere super partes) con settecento Soli delle Alpi, quelli che stanno al centro del simbolo elettorale della Lega.
Sta sopra
Ieri sera Beppe Grillo ad Annozero ha detto che il suo movimento a 5 stelle non è ne’ di destra ne’ di sinistra, è sopra. Le stesse parole esatte che disse Umberto Bossi nel 1990 ad un giornale: “La Lega non sta né a destra, né a sinistra, sta sopra”.
Gli xenofobi svedesi
In Svezia il partito dei “Democratici svedesi” (SD), estrema destra xenofoba, ha preso poco più del cinque per cento alle elezioni politiche di settimana scorsa, superando la quota di sbarramento attestata al 4 per cento riuscendo ad accaparrarsi ben 20 seggi nel prossimo parlamento scandinavo. Seimila svedesi ieri sono scesi per strada per protestare contro la politica razzista di SD con striscioni del tipo “No ai razzisti in parlamento”, “9.043.222 di svedesi non hanno votato per i Democratici Svedesi” e “Il 94.3 per cento delle persone non è razzista”.
La campagna elettorale dei SD è stata tutta centrata sull’immigrazione extracomunitaria, sull’Islam e sulla sicurezza: esattamente lo stesso tipo di campagna che a suo tempo fece la Lega e poi, in parte, copiata dal Pdl durante le politiche del 2008. La differenza sta nel fatto che i giornali italiani in questi giorni hanno puntualizzato la politica xenofoba dei Democratici Svedesi, mentre durante la campagna elettorale di due anni fa nessun quotidiano – nemmeno di sinistra, per intenderci – fece una ben che minima affermazione sulla xenofobia leghista. I temi sono uguali, i paesi diversi.
In Svezia la tv commerciale TV4 ha censurato uno spot che fa capire benissimo i temi politici di SD.
Tarsu: verità e demagogia
TASSA SUI RIFIUTI: VERITA’ E DEMAGOGIA
Basta una telefonata ad amici e parenti per scoprire che a Sacile, ad Azzano X, a Prata, a Maniago, a Fontanafredda, a Fiume Veneto e in tutti i comuni amministrati dal centrodestra,
PDL, UDC E LEGA HANNO AUMENTATO PIU’ VOLTE LA TASSA RIFIUTI FRA IL 15 E IL 40%
Il consigliere regionale sacilese, Isidoro Gottardo (PdL), per giustificare l’aumento del 35% della tassa a Sacile, ha dichiarato: “Non è accettabile non essere arrivati a copertura della spesa per la raccolta e smaltimento dei rifiuti già in precedenza: la Tarsu (tassa rifiuti) come prevede il decreto Ronchi, deve coprire al 100% i costi”(Il Gazzettino, 17/2/2010).
Il decreto Ronchi prevede la stessa cosa in tutti i comuni, ma a Cordenons il PDL, l’UDC e la LEGA fanno finta di non saperlo, e MENTONO SPUDORATAMENTE AI CITTADINI.
Infatti, quando governavano allegramente (per loro) Cordenons, pur aumentando la tassa del 40%, hanno lasciato la copertura del servizio ad una percentuale di poco superiore al 50%. Se avessero vinto le elezioni, sarebbero stati costretti ad aumentare la tassa rifiuti per arrivare ad una copertura del servizio del 100%, come prevede il decreto Ronchi.
IL PDL, L’UDC E LA LEGA
AUMENTANO LA TASSA QUANDO GOVERNANO E CRITICANO GLI AUMENTI QUANDO SONO ALL’OPPOSIZIONE, DIMOSTRANDO INCOERENZA, IRRESPONSABILITA’ E MANCANZA DI SERIETA’.
I cittadini di Cordenons sanno che PdL, Udc e Lega, dopo un decennio di governo, hanno lasciato la città piena di immondizie, cave, cemento e debiti (25 milioni di euro)
CORDENONS MERITA DI ESSERE GOVERNATA DA PERSONE ONESTE, COERENTI E RESPONSABILI
consigliere indipendente della COALIZIONE DI CENTROSINISTRA di Cordenons
“Diritti per tutti, favori per nessuno”
Scarica il volantino
Fiaccole e fucili
Il Tar del Piemonte ha deciso di ottenere altre documentazioni per far luce sui ricorsi presentati dai Verdi e dall’Udc contro l’elezione del leghista Cota in regione, facendo così slittare la sentenza per il 15 luglio. Due sere fa Enzo Ghigo, coordinatore del PdL per la regione Piemonte, ha commentato così la fiaccolata organizzata dal centrodestra contro i ricorsi elettorali:
«E’ un bel segnale, un successo, e la folta partecipazione, non solo di militanti ma anche di cittadini legittima il voto popolare.»
Nella foto, un particolare del bel segnale.