Con riferimento all’annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro “Due anni di governo“, mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON riceverlo, essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella fattispecie articolo 13 comma e), e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità.
Ringraziando per l’attenzione porgo distinti saluti.
Membri del Circolo del Partito Democratico di Cordenons
Cira Antignano è la mamma di Daniele Franceschi, il ragazzo italiano morto nelle carceri francesi l’agosto scorso. La signora Antignano ha scritto una lettera alla «Première dame de France» Carla Bruni, con la quale racconta lo strazio di una madre che dopo aver saputo che il figlio era morto misteriosamente in una cella del carcere di Grasse, dove era detenuto in attesa del processo, s’è vista riportare in Italia un cadavere massacrato e in avanzato stato di decomposizione.
Gentilissima Signora Carla Bruni,
mi chiamo Cira Antignano e sono la mamma di Daniele Franceschi, il ragazzo italiano morto ad agosto nel carcere di Grasse. Le scrivo il giorno dopo il rientro di mio figlio in Italia, un rientro per il quale ho dovuto lottare tanto, per rivolgerle un accorato appello affinché voglia intervenire per fare chiarezza sulla sua morte. Daniele era stato arrestato nel febbraio scorso con l’accusa di avere usato una carta di credito falsa al Casinò di Cannes. Certo, mio figlio non era un santo, ma mi creda, neppure un delinquente.
Il dolore per la morte di un figlio solo chi è madre lo può comprendere, ma ancor più grande è il dolore nel non potere al proprio figlio dare una sepoltura dignitosa. Daniele è rientrato ieri in Italia privo dei suoi organi; mi verranno restituiti, forse, a fine dicembre. Non mi sarà possibile dargli l’ultimo saluto: il suo corpo è in fase avanzata di decomposizione perché, per 51 giorni, non è stato tenuto alla temperatura di -22 gradi. Daniele mi scriveva tutti i giorni e in moltissime occasioni mi ha detto che veniva maltrattato, che non veniva curato quando stava male e che i detenuti italiani non sono ben visti dagli agenti del carcere.
Due giorni fa, dopo essermi recata all’ospedale Pasteur di Nizza per cercare di vedere Daniele e dopo essermi sentita dire che le condizioni del suo corpo erano tali da non consentirne la visione, ho preso la decisione di andare davanti al carcere di Grasse per protestare. Sono stata ammanettata, aggredita e portata come una delinquente al commissariato di Grasse, con tanto di contusione alle costole. Mi chiedo, ora, e Le chiedo: se una mamma di 66 anni viene trattata come me, che trattamento avranno riservato a mio figlio in quel carcere?
“Spett.le Comitato “Silvio per il Nobel”,
qualche tempo fa sono venuto a conoscenza della vostra campagna per la candidatura al Nobel per la Pace del Presidente Silvio Berlusconi, e vedo che in questi ultimi giorni l’iniziativa viene portata avanti con ancora più vigore.
Ho trovato sul vostro sito che nella nuova versione del “trailer” l’ormai noto inno del comitato si accompagna a immagini montate di recente, che si riferiscono alla tragedia che ha colpito in aprile la città dell’Aquila e gran parte della sua provincia.
Io sono originario dell’Aquila – pur risiedendo felicemente in Lombardia da parecchi anni – e dal 6 aprile seguo con angoscia le vicende della mia città d’origine. Vi confesso che sono sobbalzato sulla sedia nel vedere quell’accostamento, e con me molti aquilani con cui sono in contatto, nonché molti altri utenti della Rete internet con cui ho avuto modo di commentare il video. In tanti mi hanno fatto sapere di aver trovato discutibile quel messaggio; offensivo, persino…”
La risposta (la nr. 5 nei commenti):
“Oltre ai Comitati della Libertà territoriali (sia italiani che sparsi in tutto il pianeta), a sostenere la candidatura del nostro Premier al Premio Nobel per la Pace sono ormai diversi i Comitati di categoria (fondati dalle diverse categorie professionali).
Al riguardo, l’Avv. Emanuele Verghini, Presidente del Comitato della Libertà ha espresso “viva soddisfazione per l’apertura del Comitato di categoria dei giornalisti”.
“Alla fondatrice del Comitato dei giornalisti italiani, Dott.ssa Maria Pia Reale – ha proseguito Emanuele Verghini – auguro i miei migliori auguri di buon lavoro nel difficile compito di contrastare il vento da ‘Hiroshima culturale’, alimentato da chi, pur di arrivare al potere ed instaurare una ‘dittatura della minoranza’, mistifica la realtà sino al punto di divulgare all’estero notizie false, come, ad esempio, quella di raffigurare il nostro Presidente del Consiglio come un uomo non rispettoso delle leggi e della Costituzione”.
“La realtà invece è un’altra – ha concluso Verghini –: Silvio Berlusconi oltre ad essere fedele alla nostra Carta costituzionale, è un baluardo di libertà contro chi vuole ‘nuocere con le catene della Costituzione’, come ha detto Thomas Jefferson, ed un degno rappresentante dell’Italia all’estero per aver scongiurato una guerra e salvato migliaia di vite umane”.”
Sono fatti tutti con lo stampo: è persino inutile stare a discutere con certa gente…
Il titolo di questo post decidetelo voi perché io non riesco, oggi…