di Gianni Ghiani
ATTENZIONE: PARLAMENTO BLOCCATO, MAGISTRATURA ATTACCATA, ESECUTIVO CHE TRACIMA.
Forse la notizia non ha avuto il risalto che meritava. Allora ci proviamo noi a porla in primo piano. Il fatto è questo: il presidente Gianfranco Fini ha deciso di lasciare a casa i deputati per una settimana dal 2 al 6 novembre. E sapete perché? Il motivo è semplice: per le leggi di iniziativa parlamentare che riescono ad approdare in aula non c’è la copertura finanziaria. Di conseguenza ai deputati non resta altro da fare che scaldare la sedia e ridursi a votare, impotenti, solo le richieste di fiducia che, una dopo l’altra, l’Esecutivo impone a tutti i parlamentari.
Secondo il presidente della Camera la mancanza di fondi “è un problema oggettivo”. Fini, così, ha lanciato un chiaro e diretto segnale a Berlusconi. L’ostruzionismo orchestrato da parte del “monarca assoluto” è un ostruzionismo che si abbatte non solo sulle proposte di legge provenienti dai banchi dell’opposizione, ma anche su quelle ascrivibili agli esponenti della maggioranza.
Questo significa che il Parlamento non discute più, non sceglie più. Insomma significa che in Aula si ratificano solo i decreti del governo. In questa maniera in Italia il governo strangola la democrazia parlamentare che è precondizione per l’esistenza della democrazia tout-court!
Ovviamente, il PD approva la scelta del presidente della Camera. Il segretario del PD Pier Luigi Bersani ha dichiarato che “è veramente disdicevole che la Camera stia a casa mentre c’è la crisi, ma il presidente fa il suo dovere. La realtà – ha proseguito Bersani – è che si lavora solo se il governo fa un decreto e se mette la fiducia e questo non va. La crisi economica pretende una solenne discussione in Parlamento per trovare soluzioni adeguate; perché la nuvola non è passeggera e i cieli non sono azzurri. Se non ci si dà una mossa, usciremo dalla crisi tra dieci anni. La premessa è riconoscere che il problema c’è, altrimenti così è impossibile predisporre le ricette per fronteggiarla”.
Tirando le somme il risultato è allarmante. Se da un lato il capo del governo svuota ogni giorno di più il ruolo del Parlamento delle sue fondamentali prerogative, dall’altro sferra attacchi sistematici all’indipendenza della Magistratura. E’ perciò inevitabile constatare che la democrazia in Italia sia in serio pericolo. Infatti l’equilibrio dei tre poteri – Legislativo, Giudiziario ed Esecutivo la cui separazione ed indipendenza è necessaria – sta saltando a tutto beneficio dell’Esecutivo. Se a questo ci aggiungiamo quanto abbiamo già denunciato a riguardo, cioè della brutta aria che tira sull’informazione, dobbiamo alzare ancora di più la nostra voce e far fronte deciso contro un’azione di governo che sta pregiudicando la stabilità democratica del Paese.
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