Due pensieri che non vogliono essere propaganda – non si può, siamo in silenzio elettorale – ma poche e utili considerazioni per chi, come me, ha a cuore il futuro del Partito Democratico.

Due pensieri che non vogliono essere propaganda – non si può, siamo in silenzio elettorale – ma poche e utili considerazioni per chi, come me, ha a cuore il futuro del Partito Democratico.
Soddisfazione di Bersani per il recepimento del principio del reintegro in relazione all’Articolo 18 da parte del governo. Intervista al TG3.
“Quell’articolo non sarà scritto con la mia penna, tuttavia credo che sia un passo avanti importantissimo”. Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha definito il testo della riforma del mercato del lavoro presentato ieri dal premier Monti e dal ministro Fornero.
Quattro dita della mano destra alzate, tanto per rinforzare il concetto e sul volto un sorriso beffardo per accompagnare meglio la sentenza sul retropensiero che si cela dietro una «spalmatura» così sbilanciata negli anni di questa gigantesca manovra da parte del governo: «E’ chiaro – taglia corto Pierluigi Bersani mentre si accende un mezzo toscano nel cortile di Montecitorio – che temendo di perdere le prossime elezioni, ci vogliono lasciare un regalino di 40 miliardi di euro per il 2013-2014. Vuol dire che aspettano se ne occupi qualcuno più bravo di loro…Così non è una cosa seria».
Malgrado questa consapevolezza il leader Pd non sembra angosciato da quel fantasma che aleggia sul capo delle sue guarnigioni e cioè che se il centrosinistra vincesse al prossimo giro dovrebbe farsi carico dello sforzo più grande.
Piuttosto, così come Casini che tuona contro «l’ultimo atto di irresponsabilità in cui prevalgono le furberie», Bersani sembra preoccupato per la figura che possiamo fare in Europa, anche «se Tremonti può andar lì a promettere che si faranno una serie di cose indicando magari pure gli anni…Ma comunque, per ridurre seriamente il debito bisogna far ripartire la crescita con una serie di misure ad hoc, altrimenti che facciamo, aspettiamo che nel 2013 si compia il miracolo di un aumento del Pil del 10%?».
Nello stesso tempo Bersani non crede sia in atto qualche «complotto» per buttar giù Tremonti, «perché è evidente che stanno cercando di tenere insieme tutto per tirare avanti. Non penso neanche che lui abbia intenzione di mollare, anche se è evidente che hanno difficoltà a reggere questa operazione nel paese».
Ma in una pausa dei lavori della Camera, impegnata ad approvare la legge comunitaria con appena nove mesi di ritardo (Governo battuto sulla proposta di stralcio di 12 articoli, Ndr), il leader del Pd, pur liquidando come «una farsa drammatica» le prime indiscrezioni sulle misure allo studio, non esclude a priori un atteggiamento possibilista, meno marcato di quello del Terzo Polo «pronto a sostenere le misure del governo antideficit a condizione che siano credibili ed efficaci».
E ancor meno marcato di quello di Tonino Di Pietro in versione dialogante che non chiude la porta in faccia al governo con il suo «vediamo il testo prima di dire sì o no».
E in ogni caso Bersani mette le mani avanti, ben sapendo di avere i fucili della sinistra puntati contro («l’opposizione bocci senza appello la manovra truffa evitando tresche notturne», avverte il braccio destro di Vendola, Gennaro Migliore), stando ben attento a non dare la sensazione di voler firmare cambiali in bianco su nulla: «Se vi fossero dei provvedimenti che ci sembrassero giusti potremmo anche valutarli. Intanto aspetto di leggere i testi, ma da quel che sento non vedo il coraggio di affrontare i veri problemi. Non ci mettiamo lì a condividere una manovra con loro, anche perché se siamo a questo punto vuol dire che in questi anni hanno sbagliato più di qualcosa».
Presenterete una contromanovra? «Noi abbiamo le nostre proposte, sul fisco, pubblica amministrazione, giustizia civile, se vogliono discutiamo quelle». E come vi regolerete sui costi della politica? «Ma, vedo che hanno ripreso la nostra proposta sui vitalizi e sul bisogno di uniformare i livelli retributivi ai parametri europei. Vedremo come la scriveranno ma quello che mi fa arrabbiare è che ora parlano di aerei blu! Se lasciavano in vigore la circolare Micheli fatta dal governo Prodi non sarebbero aumentati i voli di stato in quella misura…»
Bersani non è neanche intenzionato a presentare una contro-manovra, «perché non ci fanno vedere i conti veri e sono pure curioso di capire come finisce il dibattito tra rigoristi e non. Hanno preso la spending review di Padoa Schioppa e l’hanno buttata dalla finestra, ora parlano di nuovo di spending review. Ma è da persone serie?».
Certo, si capisce come il bisogno di una mediazione con i leghisti restii a far digerire sacrifici al popolo padano, induca il governo a ripartire in modo soft il peso della manovra allontanando il carico negli anni a venire. «Se gli accordi sono questi è normale che la Lega esca tranquilla ma gli italiani lo sono meno perché in questo momento sono in mano a nessuno».
E quindi a chi obietta che con una manovra da fare non si potrebbe aprire una crisi di governo «al buio», il leader Pd ribatte che «il buio è adesso ed è meglio una scossa e andare a votare subito, di fronte alla testarda volontà di questo governo di sopravvivere senza però riuscire a fare nulla».
Carlo Bertini su La Stampa
Cari Democratici, un importante appuntamento da non mancare.
Ci fa molto piacere comunicarvi che il Segretario Nazionale del PD Pierluigi BERSANI sarà presente a Pordenone VENERDÌ 29 APRILE alle 20.30.
L’incontro si svolgerà in Piazzetta Calderari (dietro al Municipio di Pordenone) e in caso di maltempo alla Fiera di Pordenone (Viale Treviso).
Sollecitiamo fin da ora la partecipazione all’iniziativa confermando la vostra presenza alla pagina dell’evento su Facebook.
Care democratiche, cari democratici
vi scrivo perché ieri mattina ho chiesto formalmente al Presidente del Consiglio Berlusconi di venire in Parlamento ad affrontare la crisi di governo in corso.
L’ho fatto all’avvio dei lavori della Camera a nome di tutto il PD, dopo un’assemblea con i gruppi democratici alla Camera e al Senato.
Siamo convinti che adesso bisogna restituire alle Camere il loro ruolo di casa del confronto democratico. La scissione nel PDL e la richiesta di dimissioni dalla presidenza della Camera di Gianfranco Fini sono fatti di assoluto rilievo politico che non possono essere aggirati.
C’è un dissidio insanabile che il Paese ha visto via via motivarsi attorno alle grandi questioni sociali che sono quelli su cui l’opposizione dal primo momento ha indicato il limite di questo Governo. Aspettiamo Berlusconi in Aula, perché agosto o non agosto non si pensi che si possa finire a tarallucci e vino.
Prima di tutto dobbiamo ristabilire il principio base della democrazia: un cittadino deve potersi scegliere il proprio parlamentare. Poi ognuno faccia la sua proposta per un Paese che ha bisogno di futuro.
Di seguito il mio intervento integrale alla Camera dei deputati.
Signor Presidente, in queste ore, accadono fatti di assoluto rilievo politico ed istituzionale che meritano di essere valutati subito, all’apertura dei lavori di questa Camera. I fatti sono evidenti e non possono essere in alcun modo aggirati o elusi.
Il Capo del Governo certifica, in modo solenne, la frattura incomponibile nel maggior partito della maggioranza. Un dissidio insanabile che il Paese ha visto, via via, motivarsi attorno a dei temi, come la legalità, la democrazia e le grandi questioni sociali, con riferimento ai quali l’opposizione, dal primo momento, ha indicato la criticità ed il limite di questo Governo. Inoltre, il Presidente del Consiglio ha, di fatto, sfiduciato il Presidente della Camera, arrogandosi di un potere che non ha, che non è suo, perché il Presidente della Camera è di tutti, anche di quelli che non lo hanno votato.
Davanti a fatti come questi, credo che il Parlamento debba tornare ad essere la casa della discussione democratica: il Presidente del Consiglio facesse la cortesia di venire in Parlamento a spiegarci e a consentirci di discutere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi rivolgo ai colleghi delle varie articolazioni della maggioranza, che questa mattina non sono molto mattinieri: per cortesia, non ci si venga, adesso, a propinare lo stanco rito retorico per cui è successo, ma non è successo niente; che, sì, ci stiamo massacrando, ma andremo d’accordo; che il motore si è rotto, ma la macchina va. No, il Paese non ha questi tempi, il Paese ha delle altre esigenze.
È ora di capire – ho detto così due giorni fa – che siamo oltre le colonne d’Ercole di una fase e che bisogna assumersi delle responsabilità. Ho detto anche che la prima questione è di ristabilire il principio basico di una democrazia, per cui un cittadino deve potersi scegliere il proprio parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E da lì in poi, ognuno faccia la sua proposta per il futuro di questo Paese; un Paese che ha bisogno di futuro e – lo ripeto – di una proposta per il futuro.
Ma di questo avremo tempo per discutere. Adesso, il problema è: non si pensi che ad agosto si possa andare «a tarallucci e vino» su una faccenda di questo genere. Il Presidente del Consiglio venga urgentemente in Parlamento.
Pier Luigi Bersani
Segretario Nazionale del Partito Democratico
PS: gira il post ai tuoi amici e invitali ad unirsi a noi del circolo del PD di Cordenons.
Alla fine il confronto è arrivato! No, non parliamo di quello che vede protagonisti i tre candidati venerdì 16 ottobre alle 18.00 su YouDem, ma quello di ieri sera trasmesso dalle Iene. Ecco il video
di Sandrino Della Puppa
La levataccia a notte fonda per giungere a Roma in tempo per partecipare alla Convenzione Nazionale del nostro partito è stata ampiamente ripagata dalle emozioni vissute in quella sala stracolma di un albergo alla periferia di Roma, dove i delegati provenienti da tutta Italia hanno dimostrato di vivere con passione e convinzione la costruzione del partito.
E’ stata anche l’ennesima dimostrazione di come a volte la base sia più convinta dei propri dirigenti della bontà del cammino che abbiamo intrapreso.
Poco importa che il più applaudito sia stato Franceschini. E’ lui infatti che ha fatto il discorso più appassionato. In realtà i delegati hanno applaudito tutti e tre i candidati perchè ovviamemente tutti e tre dicono, pur con diverse sfumature, cose condivisibili da tutti gli iscritti.
E sono stati apprezzati per le loro specificità e le loro proposte. Sono convinto che Bersani sarebbe un ottimo primo ministro, Marino un ottimo ministro della Salute e Franceschini il più adatto a fare il segretario (sono di parte).
Gli applausi più lunghi li hanno ricevuti Napolitano e la Rosi Bindi (per la quale c’è stata una autentica standing ovation).
Poteva essere un rito noioso questa convenzione prevista da uno statuto complicato. Si è trasformato in un momento di condivisione appassionata e partecipata (se volete anche solo emotivamente) di un progetto che avrà, sono convinto, vita lunga.
E che non sarà facile, ma ci sarà.
Siamo tornati a casa, noi delegati friulani, alcuni di Bersani altri di Franceschini, uno di Marino, senza diffidenze e contrapposizioni, convinti che chiunque sia il segretario prescelto sarà il segretario di tutti.
Sandrino Della Puppa delegato, per un giorno, alla Convenzione Nazionale
AL CIRCOLO DI CORDENONS HA VOTATO IL 61,8% DEGLI ISCRITTI
Bene. Mi sembra che si possa essere soddisfatti per la buona partecipazione alla 1° Assemblea congressuale svoltasi ieri sera nella Sala Consigliare all'”Aldo Moro” di Cordenons.
Erano presenti oltre 100 persone. Su 160 iscritti aventi diritto di voto hanno votato in 99.
Unico rammarico il fatto che sia potuta essere presente solo Debora Serracchiani, essendo mancati all’ultimo momento all’appuntamento sia Vincenzo Martines che Maria Cristina Carloni. Poteva esserci un confronto alla pari tra i tre candidati alla segreteria regionale.
Comunque sia, tutte e tre le mozioni sono state ben illustrate e i punti-chiave motivati con convinzione dai sostituti Stefania De Piante (di Aviano) per “Bersani-Martines” e la coppia Eugenio Cervesato–Giacomo Lagona (di Cordenons) per la mozione “Marino-Carloni“.
Il dibattito ha dimostrato che la franchezza e la vivacità non mancano, così come la possibilità di una sintesi e uno spirito unitario qualunque esito avrà il Congresso.
Le operazioni di scrutinio si sono protratte ben oltre la mezzanotte e hanno decretato i seguenti risultati:
Aventi diritto al voto: 160
Votanti: 99
Voti validi: 99
Affluenza al voto: 61,8% (ben al di sopra della media nazionale e regionale)
Per il NAZIONALE
Franceschini: 57
Bersani: 34
Marino: 8
per il REGIONALE
Serracchiani: 67
Martines: 27
Carloni: 5
Poi ci sarà l’atto finale delle primarie del 25 ottobre che speriamo sia molto partecipata.
Giovanni Ghiani
Segretario di Circolo