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L’acqua diventa un bene di lusso

di Giacomo Lagona

Sapevamo che l’acqua è un bene primario e per questo è di tutti, oggi, in Italia, l’acqua è diventato un bene privato e quindi non più per tutti. Con i complimenti del popolo italiano che ha eletto questo Governo di destra e della Lega.

Il decreto del Ministro Ronchi è stato approvato per soli 50 voti di scarto, nonostante la fiducia richiesta dal Ministro e, soprattutto, dopo che la stessa maggioranza era andata sotto per ben quattro volte richiedendo, alla fine, la fiducia numero 26 per questo esecutivo.
Il Parlamento non è più luogo di dialogo istituzionale, ma un mero strumento delegittimato da questa maggioranza. È democrazia questa?

L’acqua è un business da 8 miliardi l’anno, e il Governo ha cercato – purtroppo riuscendoci – di portare quei soldi nelle mani di multinazionali che faranno di tutto per raddoppiare i loro interessi, a scapito del bene pubblico naturalmente. Ronchi e Fitto hanno dichiarato che «non ci saranno innalzamenti delle tariffe», ma su tutti i Tg Antonio Catricalà, presidente dell’antitrust, ha dichiarato che è possibile un aumento delle tariffe ma è un dovere degli enti locali vigilare affinché i costi rimangano entro i limiti. Catricalà si sbaglia di grosso: con l’approvazione del decreto “salva- infrazioni”, la riforma sulla gestione dell’acqua, lo Stato si impegna a non superare la soglia del 40 per cento di partecipazione pubblica. Ciò significa che nel migliore dei casi lo Stato italiano NON potrà decidere quanto e dove si aumenteranno i prezzi, ma – ove verrà richiesto da “forze governative” e nel caso di massima partecipazione – mettere un veto che porti a nuove negoziazioni.

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Con l’acqua alla gola

di Vittorio Zucconi

Image 80 tap waterSe proprio fossi diventato un berlusconiano, magari cadendo e picchiando la testa, se credessi alla sua completa innocenza, alla persecuzione dei giudici contro personaggi come il Cosentino, alla sua assoluta mancanza di interesse privato nella cosa pubblica, alla indipendenza dei suoi giornali, alle favole del Minzuculpo e alle farneticazioni dei Gasparri, al successo delle ronde padane e magari anche alla fatina che mette soldi sotto il cuscino quando cascano i dentini da latte, questo trasferimento dell’acqua pubblica nelle mani di privati, per un regalino calcolato attorno ai 7 miliardi di Euro senza alcuna ragione visto che l’acqua è già criminalmente privatizzata dai mafiosi in alcune regioni del Sud e fluisce benissimo in altre zone d’Italia, basterebbe a convincermi che questo non è un cattivo governo o un buon governo, un governo di destra o di sinistra. E’ un’oscenità i cui danni  saranno cancellati soltanto dopo immani sforzi delle future generazioni, se ne avranno la forza.

Nel frattempo, però, la privatizzazione dell’acqua è passata alla Camera.