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La Consulta boccia i referendum sul Porcellum

La Corte si è pronunciata poche ore fa dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio. Il verdetto è stato per la non ammissibilità dei due quesiti:

«La Corte costituzionale, in data 12 gennaio 2012, ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Modifiche alle norme per l’elezione della camera dei deputati e del senato della repubblica). La sentenza sarà depositata entro i termini previsti dalla legge».

Tra venti giorni la Corte dovrà presentare le motivazioni che hanno portato all’inammissibilità.

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Perché bisogna votare sì al referendum elettorale

Come tutte le persone di buon senso – di centrosinistra ma, mi auguro di cuore, anche di centro e di centrodestra – se davvero dovesse essere indetto il referendum per chiedere l’abrogazione del “Porcellum” targato Calderoli, naturalmente voterei sì. E poiché in questi giorni, in numerose città e nelle principali feste del PD, si susseguono le iniziative a sostegno della campagna referendaria, credo sia doveroso contribuire affinché si raggiunga il fatidico numero di cinquecentomila firme per consentire agli italiani di riappropriarsi di un bene comune indispensabile quale la politica.

È, infatti, necessario cancellare le due peggiori storture dell’attuale legge elettorale: l’impossibilità per i cittadini di eleggere i propri rappresentanti, delegittimando in partenza il ruolo dei nominati che siedono a Montecitorio e a Palazzo Madama, e il cosiddetto “Premio di maggioranza” che consente ad un partito che ha ottenuto anche un solo voto in più degli altri di disporre del 55 per cento dei deputati; e lo stesso vale per il Senato, benché lì il Premio sia su base regionale.

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Chi ben comincia…

I dati finali del referendum sull’acqua, nucleare e legittimo impedimento si attestano ben oltre il quorum – virtuale del 50%+1 o reale del 53.5% con gli italiani all’estero – e paradossalmente fa più male oggi al governo, che alle amministrative perse col vento di cambiamento che soffiava un po’ ovunque sulla penisola. “L’uomo che evocava il popolo contro le istituzioni, contro gli organismi di garanzia, contro la magistratura, è stato bocciato dal popolo nella forma più evidente e clamorosa, dopo aver provato a mandare a vuoto proprio la pronuncia popolare degli elettori, di cui aveva paura, cercando di far saltare il quorum fissato dalla legge.” scrive Ezio Mauro nel suo editoriale di oggi. La mia spiegazione è più semplice: la gente ha finalmente riaperto gli occhi. Anche a Cordenons.

Infatti, se il dato nazionale sull’affluenza è poco sotto i 55 punti percentuale, a Cordenons è ben oltre il sessanta per cento: 60,2 il primo e il secondo quesito sull’acqua; 60,1 sul nucleare come sul legittimo impedimento. Molto al di sopra di ogni nostra più rosea aspettativa. Questo significa che sei cordenonesi su dieci hanno scelto il voto anziché il mare, e nove di questi hanno scelto di abrogare le leggi fatte dal governo Berlusconi. Ma se ci si aspettava un’affluenza di massa tra i sostenitori del centro-sinistra promotori in città del referendum, meno probabile – col senno di prima – si pensava una così alta affluenza di sostenitori del centro-destra (non) capitanata dall’appena eletto governo cittadino. Dobbiamo ammetterlo, abbiamo fatto un errore di valutazione: anche nel centro-destra hanno capito che quelle leggi erano sbagliate, e il risultato delle urne ha dimostrato che destra e sinistra davanti alle leggi sbagliate fanno muro comune. Mi chiedo quindi perché se dalla base venivano segnali incoraggianti verso il voto referendario, il governo cittadino appena insediatosi non ha mosso un dito per favorire l’evolversi del pensiero popolare. Ciò mi fa pensare che Lega e Pdl agiscono solamente sotto l’ordine dei capoccia romani: Berlusconi ordina di non votare, Raffin esegue; Bossi ordina di non votare, Ongaro esegue. E la gente? il popolo sovrano che tanto sbraitano quelli del centro-destra? Non conta!

Il Pd a Cordenons già mesi fa aveva raccolto le firme per i referendum, ed oggi, a seggi chiusi, possiamo dire: avevamo ragione! Abbiamo creduto sin da subito in questo referendum – ben prima della linea nazionale – e il risultato elettorale ha detto che non avevamo sbagliato nel pensare che i cordenonesi potevano fare la differenza. Peccato, però, che la differenza non è stata vista anche alle amministrative di due settimane fa, e a ben vedere la linea di Ongaro si è decisamente accodata alla linea nazionale. La linea nazionale ha perso in tutto il paese, la linea Ongaro ha perso malissimo a Cordenons.

Chi ben comincia…

2 giugno – SI’ per la nostra acqua (*)

Cari sostenitori dei referendum del 12-13 giugno,
come molti sanno, i comitati referendari hanno indetto una manifestazione A PORDENONE.
2 Giugno, corriamo insieme per la ResPUBBLICA
e per i Referendum

2 GIUGNO: FESTA PER RICORDARE IL SI REFERENDARIO ALLA FORMA REPUBBLICANA DELLO STATO ITALIANO
12-13 GIUGNO: SI AI REFERENDUM PER RIAFFERMARE CHE L’ACQUA, LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI CITTADINI MINACCIATE DALLA SCELTA NUCLEARE SONO BENI PUBBLICI, COSTITUTIVI DELLA RES PUBLICA.

Come vedete nella locandina, come Ecologisti Democratici abbiamo ritenuto importante sostenere la manifestazione promuovendo un’iniziativa di valore simbolico, capace di richiamare i territori provinciali:
“IN MARCIA PER LA DEMOCRAZIA – SI’, per la NOSTRA ACQUA”

La proposta è semplice:

Organizzate una comitiva dal vostro paese
Raccogliete l’acqua da una fontana o da un corso d’acqua nel vostro comune; fate una foto mentre la raccogliete e inviatela a EcoDemPN@yahoo.it indicando dove avete raccolto l’acqua.
Portate l’acqua come meglio riuscite (a piedi o in bici è preferibile) per le ore 10.50 a Parco Galvani a Pordenone; etichetteremo ciascun contenitore e raccoglieremo perciò l’acqua da tutti i comuni della provincia, a simboleggiare che l’acqua è un bene di tutti

Ad oggi siamo già certi che saranno presenti delegazioni dai comuni di ANDREIS, ARZENE, AVIANO, AZZANO X, BRUGNERA, BUDOIA, CASARSA, CHIONS, CLAUT, CORDOVADO, CORDENONS, ERTO E CASSO, FIUME VENETO, FRISANCO, MONTEREALE, MORSANO, PASIANO, POLCENIGO, PORCIA, PORDENONE, PRATA, PRAVISDOMINI, ROVEREDO, SACILE, SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO, SAN VITO AL TAGLIAMENTO, SPILIMBERGO, TRAVESIO, VALVASONE, VITO D’ASIO

Vi chiediamo di diffondere la notizia

Il riferimento internet è www.ecodempn.wordpress.com

Scarica la locandina 2 giugno – SI per la nostra acqua

(*): PER I CORDENONESI L’APPUNTAMENTO E’ ALLE ORE 10,00 IN PIAZZA DELLA VITTORIA PER ANDARE TUTTI INSIEME A PORDENONE

Questi qua

– Questi qua il 13 aprile hanno votato l’impunità per il loro capo facendoci credere di averlo fatto per il bene di noi cittadini.
– noi ci becchiamo un’ipoteca sulla casa per una multa non pagata.

– Questi qua hanno la pensione garantita di 3.100 euro al mese lavorando 5 anni.
– noi lavoreremo fino ai 65 anni per avere una pensione forse pari a metà dello stipendio.

– Questi qua beneficiano gratis di aereo, treno, autostrada, cinema, ristoranti, ecc.
– noi paghiamo anche la carta igienica dei figli a scuola.

– Questi qua hanno la casa in affitto in centro a Roma a 500 € al mese.
– noi abbiamo un mutuo fino alla terza età.

Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?

Il 12 e 13 giugno vota TRE SI al referendum: SI all’abrogazione del nucleare; SI per l’acqua pubblica; SI all’abrogazione del legittimo impedimento

Festa dell’Unità a Fontanafredda

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo.

Da venerdì prossimo 29 aprile, e per i due weekende successivi, il circolo del Pd di Fontanafredda organizza la “Festa de L’Unità degli italiani… e per tutti“. L’appuntamento è fissato per il 29 e 30 aprile e per il 1° maggio come primo weekend, e per il 6-7-8 maggio per il secondo weekend.

Il programma prevede la partecipazione della segretaria della CGIL Giuliana Pigozzo e del Democratico Renzo Liva nella serata del 29 aprile, nella quale parleranno di sicurezza sul lavoro; il primo maggio ci sarà il pranzo sociale accompagnato dai PAPU nel pomeriggio, mentre la serata del 6 maggio è dedicata ai referendum del 12 e 13 giugno su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento a cura del Comitato referendario.

La festa si svolgerà presso la SORGENTE DEI SOGNI sita in Via Malignani Zona Industriale Casagrande. Un’ottima occasione per dibattere di ambiente, lavoro e istituzioni possibilmente dopo aver ascoltato il segretario Bersani a Pordenone. Noi ci saremo, voi non potete rimanere a casa!

Il punto sul legittimo impedimento

Da martedì 11 gennaio a giovedì 13 gennaio, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del legittimo impedimento messo in dubbio, all’indomani della firma del presidente Napolitano, nell’eccezione di incostituzionalità formulata dal Tribunale di Milano che si occupa del caso Mills.
In quei giorni la Consulta dovrà rispondere, oltre alla costituzionalità del legittimo impedimento, anche di 5 referendum che propongono di abrogare due leggi, e di un altro che ripropone il tema del nucleare in Italia.
Andiamoli a vedere.

Innanzitutto la costituzionalità della legge che pone il presidente del Consiglio fuori dai processi che lo riguardano fino ad ottobre 2011, esattamente 18 mesi dopo la sua approvazione. Dato che la legge è stata approvata nel marzo dello scorso anno, a Berlusconi giova una legge che gli blocchi tutti i processi fin quando ricopre la carica di premier. Questa legge è il lodo Alfano costituzionale approvato dalla Commissione Affari Costituzionali a ottobre, il quale per entrare in vigore dev’essere approvato dai due terzi della Camera e del Senato.

Gli scenari che si intravedono per il voto finale di settimana prossima sono sostanzialmente tre.

Bocciatura. Se la Corte dovesse esprimersi a favore della bocciatura completa della legge, come vuole il Tribunale di Milano, perché in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione – tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge -, e con l’articolo 138 che stabilisce le regole per l’approvazione delle leggi costituzionali, il Cavaliere non potrebbe più avvalersi del legittimo impedimento e dall’indomani dovrebbe presentarsi davanti ai tribunali nei processi che lo riguardano.

Interpretazione. La Corte potrebbe esprimersi favorevolmente alla legge, ma dare al giudice il potere di decidere, di volta in volta, se quanto prospettato dall’imputato costituisca o meno un legittimo impedimento tale da giustificare un rinvio dell’udienza. Con ciò verrebbe considerato il caso di impedimento non assoluto ma parziale, per cui spetta al giudice stabilire le funzioni di impedenza.

Costituzionale. La Consulta si potrebbe esprimere a favore della costituzionalità della legge perché si tratterebbe di un impedimento legittimo, in un determinato momento, per inderogabili impegni istituzionali. In questo caso la legge non violerebbe l’articolo 3 perché gli articoli 68 e 90 della Costituzione attribuiscono un trattamento diverso ai parlamentari e al presidente della Repubblica durante le loro funzioni pubbliche.

Gli altri quesiti a cui l’Alta Corte deve una risposta sono dei referendum: quattro per l’abolizione della legge Ronchi sulla privatizzazione dell’acqua, uno contro il nucleare e l’ultimo per l’abolizione del legittimo impedimento. Gli ultimi due sono stati presentati dall’Idv.

Ci riguarda naturalmente solo l’ultimo, per il tema che stiamo trattando, solo che se la Consulta dovesse votare per la bocciatura della legge andrebbe a decadere chiaramente pure il referendum. Al contrario, se la Corte si esprimesse per una delle altre due ipotesi, dovrebbe naturalmente dichiarare l’ammissibilità del referendum richiesto da Di Pietro, il quale, presumibilmente, lo si andrebbe a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi insieme agli eventuali referendum accettati dall’Alta Corte.

Si pone però un problema di salute per l’unica donna dei 15 della Corte.
Maria Rita Saulle ha espresso la piena volontà di partecipare all’esame del caso più importante, ma per ragioni di salute ha fatto presente al presidente Ugo De Siervo di non potersi sottoporre a una lunga e stressante giornata di lavori con l’udienza pubblica di mattina e la camera di consiglio nel pomeriggio. Quindi il presidente De Siervo ha fatto sapere che la Consulta deciderà il destino del legittimo impedimento giovedì 13 gennaio, e non martedì 11 come si supponeva finora.