
Da martedì 11 gennaio a giovedì 13 gennaio, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità del legittimo impedimento messo in dubbio, all’indomani della firma del presidente Napolitano, nell’eccezione di incostituzionalità formulata dal Tribunale di Milano che si occupa del caso Mills.
In quei giorni la Consulta dovrà rispondere, oltre alla costituzionalità del legittimo impedimento, anche di 5 referendum che propongono di abrogare due leggi, e di un altro che ripropone il tema del nucleare in Italia.
Andiamoli a vedere.
Innanzitutto la costituzionalità della legge che pone il presidente del Consiglio fuori dai processi che lo riguardano fino ad ottobre 2011, esattamente 18 mesi dopo la sua approvazione. Dato che la legge è stata approvata nel marzo dello scorso anno, a Berlusconi giova una legge che gli blocchi tutti i processi fin quando ricopre la carica di premier. Questa legge è il lodo Alfano costituzionale approvato dalla Commissione Affari Costituzionali a ottobre, il quale per entrare in vigore dev’essere approvato dai due terzi della Camera e del Senato.
Gli scenari che si intravedono per il voto finale di settimana prossima sono sostanzialmente tre.
Bocciatura. Se la Corte dovesse esprimersi a favore della bocciatura completa della legge, come vuole il Tribunale di Milano, perché in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione – tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge -, e con l’articolo 138 che stabilisce le regole per l’approvazione delle leggi costituzionali, il Cavaliere non potrebbe più avvalersi del legittimo impedimento e dall’indomani dovrebbe presentarsi davanti ai tribunali nei processi che lo riguardano.
Interpretazione. La Corte potrebbe esprimersi favorevolmente alla legge, ma dare al giudice il potere di decidere, di volta in volta, se quanto prospettato dall’imputato costituisca o meno un legittimo impedimento tale da giustificare un rinvio dell’udienza. Con ciò verrebbe considerato il caso di impedimento non assoluto ma parziale, per cui spetta al giudice stabilire le funzioni di impedenza.
Costituzionale. La Consulta si potrebbe esprimere a favore della costituzionalità della legge perché si tratterebbe di un impedimento legittimo, in un determinato momento, per inderogabili impegni istituzionali. In questo caso la legge non violerebbe l’articolo 3 perché gli articoli 68 e 90 della Costituzione attribuiscono un trattamento diverso ai parlamentari e al presidente della Repubblica durante le loro funzioni pubbliche.
Gli altri quesiti a cui l’Alta Corte deve una risposta sono dei referendum: quattro per l’abolizione della legge Ronchi sulla privatizzazione dell’acqua, uno contro il nucleare e l’ultimo per l’abolizione del legittimo impedimento. Gli ultimi due sono stati presentati dall’Idv.
Ci riguarda naturalmente solo l’ultimo, per il tema che stiamo trattando, solo che se la Consulta dovesse votare per la bocciatura della legge andrebbe a decadere chiaramente pure il referendum. Al contrario, se la Corte si esprimesse per una delle altre due ipotesi, dovrebbe naturalmente dichiarare l’ammissibilità del referendum richiesto da Di Pietro, il quale, presumibilmente, lo si andrebbe a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi insieme agli eventuali referendum accettati dall’Alta Corte.
Si pone però un problema di salute per l’unica donna dei 15 della Corte.
Maria Rita Saulle ha espresso la piena volontà di partecipare all’esame del caso più importante, ma per ragioni di salute ha fatto presente al presidente Ugo De Siervo di non potersi sottoporre a una lunga e stressante giornata di lavori con l’udienza pubblica di mattina e la camera di consiglio nel pomeriggio. Quindi il presidente De Siervo ha fatto sapere che la Consulta deciderà il destino del legittimo impedimento giovedì 13 gennaio, e non martedì 11 come si supponeva finora.
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