Finanziaria «discriminatoria». Per questo il governo Berlusconi ha impugnato il bilancio regionale e sotto la lente è finita la norma sul welfare voluta dalla Lega nord. Il comma 51 dell’articolo 9 a Roma non è piaciuto. Dispone che «hanno diritto ad accedere agli interventi e ai servizi del sistema integrato tutti i cittadini comunitari residenti in regione da almeno 36 mesi».
Ora il governo nazionale contesta la Finanziaria 2010 (la legge 24 approvata dal consiglio regionale del dicembre 2009). «La norma regionale – si legge nell’impugnativa del Governo – pone delle discriminazioni in materia di godimento di determinate prestazioni sociali con riguardo ad alcune categorie di cittadini, senza adeguata motivazione». Secondo l’esecutivo nazionale si tratta di una «ingiustificata discriminazione» che viola i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione dagli articoli 2 e 3, e una lesione dell’articolo 38 della Carta, che garantisce l’a ssistenza sociale a ogni cittadino sprovvisto dei mezzi necessari per vivere; ancora, una violazione dell’articolo 97 perchè «non assicura il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione».
«L’impugnazione – commenta Debora Serracchiani, segretaria Fvg del Pd – era un atto dovuto del Governo che non deve trarre in inganno, perché questo sembra solo l’ ultimo episodio di un gioco delle parti tutto interno al centro-destra. Le contraddizioni che continuamente si evidenziano tra la Lega e il Pdl, per tacere delle umiliazioni che sopporta l’Udc, dimostrano quanto sia fittizio il collante politico che regge la maggioranza regionale e quanto invece sia reale solo l’accordo di potere. Mi attendo da un giorno all’altro la prossima “ provocazione” leghista, ma mi chiedo se e fino a che punto debba essere portata in basso la dignità delle istituzioni regionali – conclude Serracchiani –, perché mai avrei pensato che la maggioranza del nostro Consiglio regionale avrebbe approvato una legge censurata col marchio del razzismo».
Una frecciata agli alleati Fvg arriva da Angelo Compagnon, segretario regionale dell’Udc. «Auspico che la maggioranza regionale promulghi leggi meglio approfondite, in modo da evitare situazioni di grave imbarazzo politico. Questa non è la prima volta che il Governo impugna leggi regionali. Da parlamentare d’o pposizione, ma anche da segretario di questa maggioranza, dico che è necessario stare attenti ed evitare impugnazioni, che non sono mai prevenute, ma sono sicuramente frutto di un approfondimento. È auspicabile che in futuro si promulghino leggi meglio approfondite, in modo da evitare di trovarci – conclude Compagnon – in queste situazioni di grave imbarazzo politico».
«L’impugnazione del governo – attacca il sindaco di Udine Furio Honsell – ha infranto un certo tipo di pensiero fortemente discriminatorio che si stava affermando in Regione. È una sonora sconfitta per tutta la maggioranza perchè la Finanziaria è la legge più importante e qualificante per qualsiasi maggioranza. Insieme a tutti i rappresentanti dell’opposizione regionale avevamo denunciato per primi, con un’azione corale e condivisa, l’i ncostituzionalità di quella norma. E personalmente il 18 febbraio scorso avevo scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi».
Idv, con il consigliere regionale Enio Agnola, chiede alla maggioranza di non assecondare più le richieste leghiste. «È ora di finirla di danneggiare l’immagine della regione per rincorrere le fissazioni della Lega», sostiene Agnola. Per Gianfranco Moretton, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, il limite dei tre anni di residenza va cancellato.
«Tondo torni subito in Aula per cancellare la norma discriminatoria e chieda scusa – dice Moretton – a tutte quelle persone che, a causa del fortissimo condizionamento posto dalla Lega, hanno dovuto subire psicologicamente e concretamente gli effetti di quell’a rticolo. Se lo farà, dimostrerà che la nostra Regione è terra ospitale e accogliente che non discrimina. Se seguirà questa logica impostazione, dimostrerà intelligenza e capacità di riconoscere errori madornali, ancorché fatti sotto la minaccia della Lega Nord e del suo segretario».
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