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Ai tradizionalisti

Mercoledì sera, dopo la presentazione delle mozioni, ci sono stati parecchi interventi dal pubblico – tutti debitamente registrati dalla Commissione – quasi equamente divisi tra Franceschini e Bersani anche se con una leggera prevalenza su quest’ultimo.

Gli ospiti a sostegno del duo Bersani-Martines, citando le mozioni sentite poco prima, esprimevano la mancanza di interventi a favore della “tradizione” in tutte le esposizioni finora ascoltate, e quindi, secondo il loro punto di vista, le mozioni erano incomplete.

Visto che mi sento chiamato in causa personalmente – considerando che le mozioni Marino-Carloni in cui mi rappresento sono proiettate al futuro senza pensare troppo al passato -, vorrei dire che non ho nulla contro la tradizione, anzi nutro molto rispetto e ritengo vada salvaguardata per le generazioni future. Però vorrei ricordare ai signori che ritenevano la tradizione di Giolitti, di Gramsci, di Berlinguer o addirittura di Cavour tanto importante da continuare a perseguirla perché fondamentale per il PD, vorrei ricordare che “quella” tradizione non ci ha mai permesso di governare il Paese. Andrebbe ricordato che gli ultimi “tradizionalisti” – i Bertinotti, i Marini o il marpione Mastella – sono stati gli unici ed ultimi Governi di una sinistra legata alla tradizione, ma che hanno fallito miseramente nel 1998 e nel 2008.

Non critico i Governi di Prodi perché probabilmente sono stati gli unici Governi della Seconda Repubblica a creare quella grande coalizione della sinistra che tutti noi abbiamo eletto e patito le vicessitudini. Critico, caso mai, la scarsa amalgama che avevano gli unici due Governi voluti e creati da Prodi battendo Berlusconi. Per cui, dal mio punto di vista, preferisco un partito che volga al futuro e cambi mentalità, piuttosto che un Partito Democratico ancorato alla tradizione.

Questo chiaramente è il mio pensiero, e non pretendo assolutamente che venga condiviso da tutti, ma pretendo una certa libertà di pensiero e di riconoscermi in quei valori che non fanno parte della tradizione della sinistra che fu.
Del resto pensare di essere democratici e aperti ai cittadini, e poi negare ai simpatizzanti e ai nostri elettori la possibilità di potersi scegliere il segretario che li guiderà per i prossimi anni, mi sembra non sia ne’ democratico ne’ aperto. Non per niente sostengo una mozione che fa dell’apertura e della Democrazia i suoi punti di forza.

Giacomo Lagona

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