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“Pace in bici 2011”: biciclettata contro ogni guerra

 

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la mail che abbiamo appena ricevuto dall’On. Federica Mogherini (Responsabile Nazionale PD Diritti e Globalizzazione) per una bella manifestazione che si terrà questo weekend in provincia di Pordenone.

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Da sabato 6 a martedì 9 agosto, si svolgerà in Veneto e in Friuli Venezia Giulia la terza edizione della manifestazione “Pace in bici”, un’iniziativa pacifista ed ecologica promossa dai “Beati i costruttori di pace” in occasione del 66° anniversario del bombardamento di Hiroshima e di Nagasaki, per sostenere la prospettiva di un mondo libero da armi nucleari.

Obiettivo dei promotori dell’iniziativa è quello di sensibilizzare ai temi del disarmo e della non proliferazione nucleare i cittadini dei comuni che saranno coinvolti, incontrando – ove possibile – i rappresentanti politici ed istituzionali degli enti locali e sollecitando l’adesione degli stessi comuni all’associazione internazionale “Mayors for Peace” (Sindaci per la Pace).

La manifestazione si svilupperà secondo il seguente programma:

La cerimonia in memoria di Hiroshima si svolgerà a Rovigo, alle ore 8.15 del 6 agosto. Le successive tappe saranno: Villadose, Adria, Cavarzere, Cona – Pegolotte, Villa del Bosco, Pontelongo, Arzergrande, Piove di Sacco, Campolongo Maggiore, Sant’Angelo, Legnaro, Ponte San Nicolò, Padova.

Il 7 agosto il percorso inizia da Padova e passa per Cadoneghe, Vigodarzere, Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle, Camposampiero, Loreggia, Piombino Dese, Trebaseleghe, Scorzè, Zero Branco, Quinto di Treviso, Treviso, Silea, Lanzago, per arrivare a Carbonera.

L’8 agosto da Carbonera si attraverserà Villorba, Spresiano, Giavera del Montello, Nervesa della Battaglia, Susegana, Conegliano, Vittorio Veneto, Cappella Maggiore, Cordignano, Caneva, Sacile, per arrivare a Pordenone.

La mattina del 9 agosto, dopo il breve percorso da Vallenoncello, la manifestazione si concluderà con la memoria del bombardamento di Nagasaki, alle ore 11 del 9 agosto, davanti alla base Usaf di Aviano.

Alla manifestazione parteciperanno alcune organizzazioni provinciali e comunali del Partito Democratico interessate, alcuni rappresentanti del Partito Democratico ed esponenti istituzionali degli enti locali.

Gli organizzatori hanno già inviato una lettera di richiesta di incontro a tutti i sindaci dei comuni interessati.

Tre motivi più che validi per partecipare

  1. Solidarietà. Le vittime delle armi nucleari non sono soltanto gli oltre 200.000 morti di Hiroshima e Nagasaki, ma sono anche gli Hibakusha e tutti coloro che sono stati colpiti e portano le conseguenze delle radiazioni. Sono le popolazioni delle isole del Pacifico e degli atolli della Polinesia, dove gli USA e la Francia hanno eseguito le sperimentazioni nucleari; la popolazione del Kazakhstan, dove l’Unione Sovietica costruiva e testava gran parte del proprio arsenale nucleare; le vittime di Cernobyl; i Nativi Americani che abitano nelle zone intorno alle miniere d’uranio e le popolazioni dell’Africa Occidentale – in particolare del Niger – dove ancora oggi la Francia e altri Stati si approvvigionano di uranio per far funzionare le proprie centrali. Perché, in ogni stadio del ciclo dell’uranio, la radioattività che si sprigiona causa gravi danni. Si sta costituendo l’organizzazione degli “Hibakusha globali”.
  2. Responsabilità. Le atomiche non aiutano a risolvere nessuno dei problemi più gravi e urgenti dell’umanità: non i cambiamenti climatici, non la povertà estrema, non le epidemie, non la mancanza di acqua potabile, non il terrorismo. È possibile che nessuno, per affrontare e uscire dalla crisi economica globale, dica quante energie intellettuali e materiali vadano sprecate per mantenere il sistema armato mondiale? Per un futuro sostenibile non basta un comportamento cosciente e responsabile delle singole persone e delle piccole comunità: anche gli Stati devono uscire da un sistema di rapporti internazionali fondato sulla violenza armata. Le armi inquinano i rapporti tra popoli e fra Stati e sono fortemente tossiche per i territori su cui finiscono. Per un futuro sostenibile il disarmo è necessario. L’eliminazione del nucleare militare è il primo passo.
  3. Impegno. La maggioranza degli italiani nel Referendum del 12-13 giugno scorso si è espressa contro le centrali nucleari. È stato un importante segnale di quale valenza ed efficacia possa avere la partecipazione della società nel prendere decisioni fondamentali per tutti. Arrivare a una convenzione internazionale per l’abolizione delle armi nucleari è oggi un impegno ineludibile perché il Trattato di Non Proliferazione ha bisogno di una scossa! “Pace in Bici” fa leva sulla creazione di questa coscienza a livello internazionale e nazionale che porti a una partecipazione decisiva.

In allegato la locandina di “Pace in Bici 2011

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Il paese degli arroganti

Ieri Berlusconi, Bossi, Trota, Cota e qualche altro vassallo padano sono andati a trovare l’altro padano, il governatore veneto Luca Zaia, nei luoghi delle alluvioni di queste settimane. Momenti di tensione prima a Vicenza e poi a Padova tra un gruppo di manifestanti e le forze dell’ordine in occasione dell’annunciato arrivo del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del ministro Umberto Bossi in Prefettura per fare il punto sulle zone alluvionate. Il corteo dei manifestanti, formato da studenti, ricercatori ed esponenti dei centro sociali, che ha urlato anche “Bunga bunga non lo balliamo“, è stato tenuto lontano dal palazzo della Prefettura. Berlusconi e Bossi sono giunti a Padova verso le 13.20. All’arrivo a Padova del premier dal corteo di protesta sono partiti pesanti slogan e insulti all’indirizzo soprattutto del presidente del Consiglio. «Mafioso, mafioso» e «Dimissioni, dimissioni» sono stati alcuni degli slogan urlati dai manifestanti.

Fin qui la cronaca, alcuni giornali stamane avevano una photo-gallery dove si notava tutta l’arroganza leghista. A essere cinici si potrebbe pensare che i difetti di una certa politica siano tutti qui. C’è l’arroganza del capo che, in barba alla legge, fuma tranquillamente il suo sigaro al chiuso, in un locale pubblico e durante un incontro istituzionale. C’è Cota, il braccio destro del capo che, invece di ricordare a quest’ultimo che sarebbe bene spegnere il sigaro, gli regge il portacenere. E c’è il figlio del capo che non ha avuto bisogno di meriti particolari, a parte essere il figlio del capo, per raggiungere e frequentare assiduamente le stanze del potere.

Impunità, arroganza, servilismo, nepotismo. A essere cinici o, secondo i punti di vista, moralisti, si potrebbe dire che sono tutti in questa foto i vizi capitali della politica in Italia. O forse, a esserlo davvero, si potrebbe notare che quei vizi hanno raggiunto la Padania e la sua classe dirigente, che era nata proprio per abbatterli. Ma la Lega è ormai di casa a Roma ladrona.