L’Italia di Newsweek e del Tg2

Tra ieri e l’altro ieri Newsweek, uno dei settimanali più diffusi negli Stati Uniti, ha pubblicato due articoli sul machismo berlusconiano, sull’uso delle donne nel nostro paese, specie in politica, e di come l’Italia sia diventata lo zimbello di tutto il mondo.

Questo è uno stralcio del primo articolo scritto dalla corrispondente dall’Italia Barbie Nadeau:

Sono le 8.30 di sera e tutti gli occhi sono puntati verso il programma più popolare della tv italiana, Striscia la Notizia. Due uomini di mezza età sono illuminati da una luce stroboscopica, uno di loro ha in mano una cintura da cui pende una treccia d’aglio dalla forma vagamente fallica. Una donna gli striscia sotto scivolando sul pavimento con la pancia a terra, con addosso un abito ornato di lustrini fornito di tanga e profondo scollo a V che arriva oltre l’ombelico. Quando si alza, uno dei due uomini lascia dondolare la treccia di aglio di fronte alla sua bocca aperta. Lei la prende in mano e se la strofina su un lato della faccia. «Vai, girati, fatti dare un’occhiata», dice l’altro uomo, e le tocca il didietro. «Grazie, bambola».

Questo è quello che si vede in prima serata in Italia. La parata di lubricità è impossibile da evitare, espressione di una putrefazione che è ormai manifesta ai vertici del governo italiano, specchio dei problemi più profondi della società rispetto all’evoluzione del ruolo delle donne. Mentre i titoli della stampa raccontano di un’infinita saga di modelle teenager, escort e ballerine del ventre marocchine che saltellano intorno al premier Silvio Berlusconi, i media chiariscono che gli uomini sono uomini e le donne sono oggetti in vetrina. Boicottaggi, proteste e perfino lamentele sono rare, e quando emergono in pochi le ascoltano. Ma se Berlusconi può benissimo comportarsi come un vecchio uomo sporco, bisogna dire che molte donne italiane sono state disposte a giocare i suoi giochi umilianti per molto tempo.

Un’intera generazione è cresciuta in una società in cui una specie di porno in versione soft e umiliante è considerato un di più accettabile di ogni programma di news quotidiano. Sono passati ventitré anni da quando Canale 5 di Berlusconi ha introdotto Striscia la Notizia, con le sue donne voluttuose dette veline – letteralmente, “brandelli di carta” – che sfilano negli intermezzi della trasmissione. Oggi, le showgirl non solo compaiono in tutti i canali ma alcune sono perfino al governo, nominate da Berlusconi. Alcuni sondaggi dicono che le giovani italiane preferiscono diventare veline ben retribuite piuttosto che medici, avvocati o imprenditori. Ma per Berlusconi l’idea di una forza lavoro femminile educata sembra essere più una barzelletta che la chiave per il successo economico. È stato lui che ha nominato una ex showgirl, Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità. I suoi calendari in topless sono ancora appesi nei corridoi più nascosti del Parlamento italiano. Ma nonostante lei faccia discorsi promuovendo «parità di diritti e di dignità» per le donne,  Berlusconi resta indifferente.

È chiaro che chi sostituirà Berlusconi – qualora dovesse accadere – indebolirà questo collegamento tossico tra politica, media e discriminazione di genere. Ma richiederà a tutti gli italiani, di entrambi i sessi, di riprogrammare il loro modo di pensare se davvero si vuole sperare che ci siano dei progressi. E non basterà soltanto cambiare canale.

Il secondo articolo (sempre uno stralcio), firmato da Jacopo Barigazzi, invece parla dell’Italia che noi tutti conosciamo, quella con Berlusconi e l’umiliazione di molti nell’avere un governo che si regge sulla politica dell’uso personale piuttosto che per la collettività:

Questo è il modo di lavorare del governo italiano. Nessuna responsabilità, nessuna vergogna, nessuna attenzione verso un paese fatiscente. Oggi l’economia è quasi congelata nel tempo, come le rovine ricoperte di cenere di Pompei. Per vent’anni l’Italia non ha praticamente avuto nessuna crescita, ma nessuno accetta di essere accusato per questo. L’ultimo affair di Berlusconi è stato tanto stupido quanto salace. Ruby dice di avere mentito al premier sulla sua età e di non avere mai avuto rapporti sessuali con il vecchio satiro. Ma mentre queste narrazioni di lussuria un tempo servivano per rafforzare la reputazione di virilità del primo ministro, questa volta sembra che abbiano lasciato l’impressione opposta.

Il governo italiano è così disfunzionale che gli ci sono voluti 153 giorni per nominare un nuovo ministro per lo Sviluppo Economico dopo che il precedente è stato costretto a dare le dimissioni per uno scandalo di corruzione. L’Italia è emersa a fatica dalla sua peggiore recessione degli ultimi sessanta anni. L’anno scorso lo sviluppo economico si è ridotto del cinque percento. Quest’anno le previsioni di crescita sono intorno all’1,2 percento, ma le prospettive per una ulteriore crescita futura sono molto limitate. Il ministro della Finanza Giulio Tremonti un tempo diceva che l’Italia doveva solo aspettare che la Germania si riprendesse e poi le cose sarebbe migliorate. Ma mentre l’economia tedesca è cresciuta su livelli record, fino al +2,2% nel secondo trimestre di quest’anno, l’Italia non è riuscita a crescere neanche di mezzo punto.

Allo stesso tempo, i debiti del paese stanno raggiungendo livelli disperati. Il disastro che ne conseguirà non sarà così drammatico come gli ultimi giorni di Pompei, o così repentino come il recente collasso avvenuto proprio lì. Ma se i leader politici italiani non inizieranno a prestare più attenzione ai bisogni del paese, prendendo decisioni difficili e assumendosene la piena responsabilità, il futuro di milioni di persone potrebbe essere ridotto in cenere.

Ieri sera il Tg2 ha ripreso Newsweek con un articolo di Tommaso Ricci – responsabile del settore cultura del TG2, cognato di Rocco Buttiglione e marito di Marina, vaticanista del Tg5 – il quale ne ha dato una coloritura… come dire… personale. Giudicate voi

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4 pensieri su “L’Italia di Newsweek e del Tg2

  1. Luca Bagatin

    Ma questi di Newsweek l’hanno mai vista Striscia la Notizia ?
    Evidentemente no.
    Sono stati mal informati da qualche fazioso italico in odor di invidia.
    Striscia la Notizia è, infatti, telegiornale satirico ove la surrealtà è di casa e dove la volgarità facile è bandita. Ha dato e continua a denunciare il malcostume italico e lo fa con intelligenza e creatività.
    Le Veline, peraltro, non sono per nulla delle avvenenti e procaci ragazze che si farebbero concupire pubblicamente dai due “di mezza età” (ovvero l’ottimo Ezio Graggio e l’impareggiabile Enzo Iacchetti che, peraltro, politicamente si è anche sempre dichiarato comunista).
    Ci vorrebbero 10, 100, 1000 Striscia la Notizia, in ogni telegiornale locale e/o nazionale.
    E Newsweek si informi, prima di pubblicare cazzate.

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  2. Luca Bagatin

    Domenica di presenza ?
    Ma non era Domenica delle Palme ?
    Io, ad ogni modo e comunque, la domenica sono di pulizia di casa (con alle cuffie Radio Radicale) 😉
    A parte questo l’articolo l’ho letto bene (e ne avevo sentito parlare anche e proprio da Striscia di cui sono grande estimatore).
    Penso che gli USA, con tutto il bene che voglio loro per il sistema economico liberale, sotto il profilo televisivo e culturale, non abbiano nulla da insegnarci, anzi.
    La volgarità televisiva è nata proprio oltre Oceano.
    E nulla ha a che vedere nè con il Berlusca (che è stato più volte oggetto anche delle critiche di Striscia), nè tanto meno con le Veline: Zeus ce le conservi (sono pronto a scrivere l’ennesimo articolo a difesa di questa figura televisiva patafisica e per nulla mercificante).

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